I miei bambini e l'inglese: a che punto siamo?

Tre età diverse, tre caratteri diversi e tre approcci diversi con l'inglese, ma tutti e tre se la stanno cavando benissimo, perché sono loro gli "eroi" indiscussi di questa nostra nuova vita qui in Inghilterra. 

"Più sono piccoli e più è facile", lo confermo.


La piccola Paola, con i suoi quasi 4 anni, frequenta per quattro mattine a settimana la pre-school - non mi soffermo sulle lacrime che versa di nuovo la mattina, come all'inizio - e mi sembra una piccola spugna, che assorbe, assorbe ed ogni tanto butta fuori.

Così mentre è a casa che colora mi dice "mamma mi fai un flower", oppure mi chiama "Mommy?!" - con perfetto accento e cadenza british che nemmeno a sforzarmi mi verrebbe - io rispondo "dimmi amore" e lei irritata "No, ho detto Mommy" ed io diligentemente "tell me, love!" e lei soddisfatta "Ok Mommy!".

Gioca a fare la maestra con le sue bambole e con i suoi fratelli - che non la considerano ovviamente - tirando fuori espressioni del tipo "sit down on the mat" e le bambole vengono messe disciplinatamente sedute per terra su un fazzoletto che funge da tappeto e canticchia ogni sorta di canzoncine in inglese, alcune delle quali devo ancora capire cosa dicono esattamente e forse non lo sa nemmeno lei!

crescere bambini bilingue
Cerca di esprimersi con le maestre, a modo suo.

"Hello, your daughter asked me to draw "Jingle bells" and I drew a bell but she was not satisfied!", così mi ha detto la maestra quando Paola le ha chiesto di disegnare un "jingle bell". 
Nella sua testolina voleva un albero di Natale, perchè infondo jingle bells è la colonna sonora di Natale e a Natale si fa l'albero no!? 


Daniele, 6 anni, ha avuto la fortuna di trovare una maestra fantastica, grintosa, positiva e amorevole. 

Di meglio non potevamo desiderare. 

Lui, diciamocela tutta, deve fare sforzi enormi perché  l'essere finito in Y2 senza aver fatto l'importante Y1 ed avendo fatto solo la materna in Francia, fa sì che il cosidetto "gap" da colmare sia grande e lui in questo "gap" si arrangia, sta a galla, si da' da fare e con ottimi risultati. 

Ogni giorno cercavano di affiancargli un'assistente che lo aiutasse con la fonetica, con il vocabolario, ma visto che la maestra aveva notato e capito che lui è timidissimo e non riuscivano a strappargli una parola di bocca, lei ha deciso di sostituire l'assistente con un bambino di 10 anni di Year6.

Thomas, il fratello maggiore di una famiglia con cinque figli, il suo papà è insegnante e probabilmente lui ha ereditato qualche dote. 

E' con lui che Dani passa 15 minuti al giorno con risultati esorbitanti.

E' con lui che Dani si lancia a parlare, che ascolta, che gioca e ride.

Sono diventati amici, lui lo adora e credo che l'affetto sia reciproco. 

La maestra è stata una grande, ha capito che la timidizza e la soggezione che Dani ha con gli adulti non lo portavano da nessuna parte ed ha usato la carta del "gioco", della socializzazione per far sentire Dani a suo agio e c'è riuscita. 

Io, come mamma, collaboro con la maestra per fargli recuperare la parte del programma dell'anno scorso che gli manca, soprattutto quello di matematica e siamo a buon punto. 

Per quanto riguarda il vocabolario, mi sono data da fare nel cercare attività online, le ho raccolte nel mio account Pinterest che trovate qui

Tante idee, tanti spunti, alcuni esercizi stampabili che ci stanno aiutando e pure un po' d'inventiva della maestra che è in me - da piccola volevo fare la maestra e forse avrei dovuto!

Con Dani e Lori, ed ovviamente Poaola al seguito, abbiamo creato degli Alphabet  Books.

Sono dei quadernoni ad anelli nei quali ho inserito dei fogli divisori con le lettere dell'alfabeto. 




Per ogni lettera stanno scrivendo le parole che conoscono, che gli sono più familiari, che hanno quell'iniziale e per ogni parola devono cercare di scrivere una semplice frase. 
Un modo carino per imprimere in testa parole nuove e sforzarsi di creare frasi, scrivere e colorare, il tutto con la collaborazione e la presenza di mamma.

Quando facciamo queste attività il momento scherzoso non manca mai, le mie frasi inventate in maniera sbagliata apposta per farli ridere o farmi correggere hanno sempre ottimi risultati.

Perché imparare divertendoci è il nostro motto!


The Alphabet Book di Dada'

The Alphabet Book di Lolo'

The Alphabet Book di Popa si riconosce benissimo!

Lori con i suoi quasi 9 anni è quello dei tre che è stato più esposto alla lingua francese, colui che ha fatto prima e seconda elementare in Francia e che è più bilingue di tutti.
Questo credo lo stia aiutando un sacco perché probabilmente la sua testolina è prontissima ad accogliere un'altra lingua.

Lo aiuta il fatto che la scuola francese, soprattutto la durissima prima elementare (CP), gli ha dato le basi di scrittura, di lettura e lui si destreggia benissimo tra il corsivo - che qui nelle scuole inglesi cominciano a usare appunto in Y4 - e la capacità di leggere fluentemente.

Credo poi ci sia quella dote innata di "orecchio" che lui ha. 

Non parlo solo del suo sentire sempre tutto e tutti, captare ogni frase - anche quando non dovrebbe! - ma della sua capacità di cambiare accento, del suo ripetere correttemente.

Questo lo porta ad avere già un accento perfettamente british e a prendersi la confidenza di correggere mamma quando non pronuncia correttamente - mhhhh, il sorpasso sta arrivando!

Anche lui a scuola è affiancato da un'assistente che per circa mezz'ora al giorno gli fa fare esercizi di fonetica o il recupero di concetti grammaticali di Y3.

Un altro gioco che facciamo insieme per ampliare il vocabolario è quello di scrivere le parole nuove che hanno imparato durante la giornata in una lavagna che è sempre presente sul tavolo della cucina.

A turno ognuno dei tre, compresa la piccola Paola, dice una parola e me la dettano, oppure la scrivono loro.

Ovviamente anche in questa fase la "mamma giullare" che è in me si attiva, mettendo tutto in forma di gioco, di risate senza mai stressarli.

Se la parola non viene - no problem - gli butto lì qualche suggerimento, qualche mimo e in un secondo la parola arriva!

Facciamo colazione, pranziamo e ceniamo con la lavagna davanti a noi e sembra che le parole vengano via via memorizzate!



 

Li vedo gasati, li vedo affascinati da questo inglese, li vedo vogliosi di migliorare, consapevoli del fatto che stanno imparando una lingua nuova che viene parlata in un sacco di nazioni - gli abbiamo dato le motivazioni giuste per buttarsi in questa avventura no?!

Dani me l'ha detto stamattina che viaggerà e parlerà inglese, perché l'inglese lo sanno dappertutto ed io gli ho detto "potrò venire con te amore?" ma lui mi ha risposto "no mamma, vado da solo!". 

Il gene vagabondo è passato!

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