Sport Day

La tristezza è durata per qualche giorno.

Il non aver vinto nessuna medaglia ha pesato come un macigno sulla loro sensibilità, sul loro essere bambini e sulla loro incapacità di saper perdere.

Non hanno portato a casa nessuno primo, secondo o terzo posto durante gli "sport day" della loro scuola primaria.

Erano emozionati, si sono impegnati, hanno dato il meglio, ma è andata così e non possiamo farci niente.

Al genitore resta il compito di consolare, spiegare, far capire che non sempre si può vincere, che l'importante è partecipare e che bisogna pensare a quanto sia stato divertente lo "Sport Day". 

Nel mese di Giugno la scuola organizza, per gli Infant (i bambini da 4 a 7 anni) e per i Junior (dai 7 agli 11 anni), una giornata dedicata allo sport.

Settimana scorsa i Junior hanno gareggiato con salto in lungo, lancio del "vortex", 100 metri e 300 metri di corsa, la competizione più sentita. 

I genitori fanno di tutto per non perdersi queste competizioni, il tifo è alle stelle e le gare di corsa sono le più seguite.

Genitori pronti per fare il tifo per i 100m
L'organizzazione non ha nulla da invidiare alle grandi manifestazioni sportive.

Amplificatori, microfono, uno degli insegnanti "speaker" carico come una molla, un'incitazione da stadio sentitissima dai bambini.

I genitori arrivano muniti di borsa frigo, stuoia, seggiolina da campeggio, macchine fotografiche e videocamere, pronti per seguire le tre ore di sport.

I bambini erano divisi in quattro squadre che si chiamano "house". 

Le "house" non corrispondo alle classi ma raggruppano tutti i "siblings" (fratelli e sorelle) che frequentano la scuola.

Mi spiego meglio: Dani che è in Y2 fa parte della stessa "house" di Lori che è in Y4. E Paola, che entrerà in Reception in Settembre, farà parte insieme a loro della stessa "house".  Tutti gareggiano per quella determinata house ed il punteggio realizzato va a sommarsi a quello degli altri partecipanti arrivando cosi' ad una classifica finale delle "house".


Un'esplosione di colore queste "house" rappresentate da magliette rosse, verdi, gialle e blu.

Per gli Infant, i più piccoli, le competizioni era più a stile "gioco", per cui si andava dalla corsa coi sacchi alla corsa ad ostacoli, per un totale di 13 giochi per i piccoli di Reception, per quelli di Y1 e quelli di Y2. 

La ressa di genitori era incredibile soprattutto per la corsa finale, credo fossero più o meno 50 metri da percorrere il più in fretta possibile per essere il primo a toccare il traguardo facendo cadere la corda tenuta all'arrivo dalle maestre. 



Il bello della gara è arrivato quando, una volta terminata la corsa di tutti i piccoli partecipanti, hanno chiamato a gareggiare le mamme e i papà. 

Mamme agguerrite, alcune a piedi nudi, alcune con tenuta sportiva pronte a dare il meglio per vincere, alcune evidentemente atletiche altre assolutamente no, ma tutte con quello spirito di "l'importante è partecipare e divertirsi" hanno dato un bel esempio ai bambini, pronti a fare il tifo!

Io non lo sapevo, magari avrei evitato di mettermi le infradito e avrei gareggiato insieme a loro. 

Dani me l'ha chiesto e gli ho già detto che mi allenerò e preparerò per l'anno prossimo e gareggerò. 

Non siamo una famiglia eccessivamente sportiva, a parte i nostri giri in bicicletta, qualche giornata in piscina, le racchette da tennis in giardino, il monopattino nel weekend e le passeggiate nel bosco, non ho figli fissati con un determinato sport, nonostante amino provare a fare di tutto. 
Qualche volta penso che non li ho mai motivati a sufficienza e non li ho mai spronati troppo ad essere i migliori, i primi o ad essere competitivi.
In questo dovrò  lavorare un po' su me stessa, insegnarli la giusta "competizione" e magari cambiare rotta visto che siamo finiti in un paese dove lo sport è importantissimo, nella vita di tutti i giorni e a scuola, e la competizione è ai massimi livelli e forse iniziare da ME è la partenza giusta.
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