Chi l'avrebbe mai detto!

Arrivo al giovedi' sera esausta, con la scarica d'adrenalina a mille, perche' quell'ora del giovedi' pomeriggio passata in classe di Dada' a insegnare un po' di francese mi appassiona da matti e ci metto talmente tanto impegno, che poi la stanchezza si fa sentire (per chi si chiedesse come mai parlo bene francese qui trovate la storia del mio bilinguismo).
Ho un piano da seguire, quello delle unita' del programma di francese che seguono gli Y3 della scuola.
Io mantengo gli obiettivi, prendo spunto, ma poi ricreo la mia lezione, cercando di proporre attivita' che prevedano la ripetizione dei suoni, delle nuove parole e che allo stesso siano divertenti. 
Dal lunedi al mercoledi', nelle  ore che ho libere a disposizione (dopo aver adempiuto i miei doveri da mamma, moglie, casalinga, bibliotecaria volontaria e tutto fare!) mi dedico alla preparazione della lezione del giovedi', cercando materiale online, stampando le schede, plastificando le flashcard e ripetendo a voce alta, da sola, la lezione. 

Le carte usate per la lezione dei saluti in francese
Cerco di mantenere una certa routine nella lezione di francese per i bambini inglesi, fatta di una canzone introduttiva, sempre la stessa, che hanno imparato a memoria e che ormai attendono ad ogni inizio della "french lesson". Propongo attivita' che prevedano un po' di scrittura e tanti giochi con le parole che coinvolgano tutta la classe.  Concludendo con una canzone che sia la versione francese di una famosa inglese (la scorsa lezione abbiamo cantato "old MacDonald had a farm" in francese ed oggi la versione francofona di "jingle bells").

Le carte dei personaggi dei cartoni usate per imparare a chiedere "come ti chiami" in francese. Ognuno pescava a turno un personaggio ed il compagno di fianco doveva chiedere "come ti chiami" e l'altro rispondere "mi chiamo...Batman" per esempio. Si sono divertiti un sacco, soprattutto quando ai maschi capitava la carta di un personaggio femminile!

Sto imparando a conoscere i trenta bambini di Y3, ci sono quelli piu' portati per le lingue, quelli che magari gia' partecipano a corsi esterni di francese e quelli che appena pronuncio una parola fanno espressioni perse, smarrite quasi sconvolti, ma quasi tutti sono curiosi e vogliosi d'imparare. 
Io faccio del mio meglio per parlare il piu' possibile in francese ma e' ovvio che per la spiegazione dei giochi e delle attivita' devo ricorrere all'inglese. Mi aiuto con le immagini, con la mimica (in questo la mia italianita' aiuta molto!) e le canzoni sono il mio supporto preferito. 

Le carte/marionette usate per la lezione sulla famiglia.
L'ora in classe mi vola, ho il mio piano della lezione davanti, comincio a muovermi meglio in classe, una classe fatta di 6 gruppi di banchi, tra cui gironzolo liberamente, ogni tanto ballo pure al ritmo di musica ed i bambini mi seguono. Sono abituati a muoversi, sono liberi in classe ed amano lavorare in gruppo.
La maestra e' sempre li' con me, pronta ad intervenire con il suo mitico "5 fabulous things" (mouth closed, eyes watching, hands still, ears listening, feet still) nel caso in cui il volume ed il casino si faccia troppo intenso. Io ho proposto ai bambini un bel  "oh là là" al quale loro rispondono con un "oh là là" e poi io ripeto un altro "oh là là là là" e loro a ripetizione e "oh là là là là", tutto tace e ritorna la calma. Generalmente funziona!

L'impegno che ci metto e' immenso e questo mi piace. Sto dedicando il mio tempo libero agli altri (per adesso, finche' non arrivera' il momento di tornare nel mondo del lavoro vero e proprio), mi sento utile, soddisfatta e gratificata. 
Sono gratificata da quei "bonjour" dei compagni di Dada' fuori da scuola e dai loro sorrisi. Sento che c'e' un bel feeling, sento che sono contenti delle mie lezioni. Quando entro in classe mostrano senza problemi quella loro curiosita' sul cosa proporro', sulla nuova canzone che canteremo e i giochi che faremo. 

Mai avrei potuto immaginare che a 37 anni mi sarei ritrovata con il mio compagno di vita ed io nostri tre figli, nati in giro per l'Europa, a parlare francese con una classe di bambini inglesi nella scuola british frequentata dai miei figli. 
Penso a quanto tutto nella vita abbia un senso, a quanto il mio destino d'essere nata in Francia, ma essere comunque italiana, stia influenzando certi miei percorsi. 
Sarei curiosa di sapere cosa succedera' oltre.... ma sono troppo impegnata a vivere questo presente.