Eccitazione da gita scolastica

L'eccitazione da gita ha coinvolto tutta la famiglia per piu' di una settimana. 
Il piu' grande di casa, Lolo', e' partito per l'annuale "residential trip" con la sua classe di Year5. 
Nella scuola che frequentano qui in Inghilterra le gite, quelle "serie" che includono almeno una notte fuori, iniziano in Y4. 
In Y5 sono previste due notti fuori, insomma una bella avventura per questi bambini di 9 e 10 anni che per tre giorni vivono avventure indimenticabili in mezzo alla natura. Ecco, c'e' sempre la natura coinvolta in questo tipo di gite, mischiate a un po' d'avventura e esperienze di sopravvivenza. 
Sapevamo cosa aspettarci insomma, sia noi genitori che i ragazzi. 
La riunione informativa per le famiglie e' stata fatta un mesetto fa. 
Come al solito una buona presentazione powerpoint con i dettagli dei loro tre giorni in quest'area naturalistica, tra boschi, stagni e pascoli e con tutte le attivita' previste - percorso avventura sugli alberi, passeggiata notturna nel bosco, osservazione dello stagno e dei suoi abitanti, studio di flora e fauna e tanto altro.
Se un primo istinto e' stato quello di "preoccupazione" per i suoi primi tre giorni lontano da casa, il secondo e' stato "che spettacolo", rifacendomi un tuffo nel passato, a quando a 7 anni cominciai a passare una parte della mia estate in colonia, sull'appennino emiliano e la nostalgia di casa non sapevo nemmeno cosa fosse. 
Credo che questo gene sia passato chiaro e forte al primogenito. 
Per gli altri due dobbiamo ancora testare!
Il suo entuasiasmo e la sua "smania" di partire hanno contagiato la casa, in senso negativo, cioe' il nervosismo era palpabile nei giorni precedenti, dove tutto ruotava intorno alla sua partenza: la valigia, i libri da portare, la lista di cose da seguire e le raccomandazioni da mamma.
Mercoledi' mattina e' partito gasatissimo, all'avventura, con la valigia fatta con le sue manine, sotto la mia supervisione, ed il suo zainetto con un piccolo taccuino, un astuccio e, udite udite, due Topolini. 
Dopo aver provato a infilare in valigia un'enciclopedia (non e' di certo il volume piu' comodo da viaggio!), ha optato per una bella lettura in italiano, scegliendo due Topolini, quelli che ogni settimana vengono comprati in Italia dai nonni e consegnati ai nostri incontri di famiglia. 


E' tornato oggi pomeriggio, dopo tre giorni in cui abbiamo tutti sentito la sua mancanza ma ce la siamo cavata benissimo. 

Dada' e Popa hanno fatto sufficiente casino per non farmi di certo perdere l'abitudine e per loro e' stata una buona occasione per testare la relazione fraterna "a due" e devo dire che non e' andata male. 

La scuola ha mandato il messaggio alle 2 del pomeriggio per informare i genitori che il pullman sarebbe arrivato per le 2.45 a scuola. Io alle 2.35 ero gia' la', la prima e l'unica, perche' 10 minuti di anticipo sono troppi in questa parte di mondo. 
Ma 10 minuti di anticipo non erano troppi per il pullman, arrivato un po' prima. 
Ero emozionata come una fidanzatina al primo appuntamento, felice di vedere il suo amore scendere dal pullman! 
Siete liberi di prendermi per matta, ma la sensazione era piu' o meno quella. 
Il suo viso era stanco, ma felice. 
Ha chiaramente detto che ha dormito poco, i suoi pantaloni dicevano chiaramente che erano stati nel fango, la sua valigia immacolata diceva che era stata toccata poco e la sua voce era cambiata.
Oddio, possibile che un figlio ti cambi in 3 giorni di gita?
Mi sono ritrovata un Lolo' piu' grande, piu' ometto, piu'... non so, ma sono emozionata. 
Stanno crescendo, tutti e tre, alla velocita' della luce, ma lui apre la strada ai suoi fratelli e fa vivere a noi genitori nuove esperienze, che magari con gli altri due saranno ugualmente meravigliose, ma non nuove. 
Nella tasca della sua giacca (ehi mamma - mi ha detto - la giacca e' davvero waterproof!) mi mostra la sua macchina fotografica, quella che il nonno Sandro gli regalo' qualche Natale fa, di quelle digitali piccole, semplici che vanno a pile. Ha detto che le pile si sono scaricate l'ultimo giorno ma che ha fatto tante foto. 
Abbiamo svuotato la valigia, messo a lavare gli stivali di gomma e quei pochi indumenti sporchi d'avventura e abbiamo inserito la schedina nel portatile. 
Quei suoi scatti, le foto in cui c'e' anche lui, gentilmente fatte da un suo compagno di classe, con il suo sorriso fiero, in cima a un albero con tutta l'imbragatura e il caschetto, il suo racconto foto per foto, la sua emozione nel condividere con noi questa sua esperienza, tutto cosi' incredibilmente emozionante. 
Questi i suoi scatti, questo quello che hanno visto i suoi occhi, questo quello che lui voleva condividere con noi. 
 







Sono fiera di questi suoi scatti e aspetto di sentire altri suoi racconti nei prossimi giorni. 
Stasera alle 7.30 era a letto, felice di infilarsi sotto le sue coperte che profumano di casa, come dice lui! 

vivere in inghilterra libro