Make the best of it

Credo d'avere una "malattia" comune a molte altre mamme, una "malattia" che si manifesta con l'avvicinarsi dei compleanni dei figli.
Ti accorgi che il tempo passa - oh che bella scoperta! - e ti fermi a pensare - ti fermi finalmente! - e realizzi che stanno diventando grandi, troppo grandi, che sei stata talmente di corsa, hai vissuto talmente intensamente che i numeri delle candeline ti sono un attimo sfuggiti e non sai dove siano andati!


Siamo vicini ai 6 per Paola, agli 11 per Lori e ai 9 per Dani e la cosa si fa sempre piu' seria!

Sempre più anni intensi di MammaFarAndAway, anni ricchi di emozioni, di cambiamenti, anni anche difficili perché nessuno ce lo dice  - quando siamo lì belle belle con il nostro pancione - che fare il genitore è un'impresa ardua, infinita, impegnativa e fantastica.

Presi la decisione con convinzione, insieme a Babbo, di non rientrare al lavoro una volta finiti i mesi di maternità e di voler fare la mamma a tempo pieno.

L'avventura da mamma è iniziata in Irlanda, lontano dalle nostre famiglie, con un po' di nostalgia e sofferenza per la lontanza da nonni, zii e amici speciali, che piano piano si è attenuata con gli anni ed ha lasciato spazio alla consapevolezza di quanto amiamo la nostra vita all'estero e all'accettazione di questa distanza.

Sono stata mamma far and away da subito e lo sono ancora, con i suoi pro e contro.

E' stata una scelta importante quella di fare la mamma a tempo pieno, che ha implicato ed implica tuttora sacrifici e rinunce, per non parlare poi di tutte le critiche del tipo:

"ma come? tu e la tua indipendenza di donna

"ti sei laureata per poi finire a far la mamma!

"devi prenderti i tuoi spazi, non puoi fare solo la mamma" 

"stando sempre con loro diventeranno dei mammoni"

tutte critiche accolte, ascoltate e messe lì da una parte - non subito, con il tempo.

Quando diventi mamma sembra che tutti intorno a te siano pronti ad elargire consigli, a criticare, ad osservarti, a giudicarti, è successo a me e sta succedendo ad alcune mie amiche neo mamme. 
Ed allora hai dei momenti in cui ti senti inadeguata, sbagliata, perché nei manuali non c'è scritto di fare così, perché su internet hai trovato un sito in cui dicevano di non fare così, perché la vicina di casa ti dice che in quel modo non va bene ed hai paura di non fare il giusto, perché quello scricciolo tra le braccia ancora non lo conosci e non sai bene come muoverti, perché a due anni hanno la fase del "no" e ti sembra di impazzire, perché con la scuola cominciano a cambiare carattere, perché a 9 anni inizia la pre-adolescenza e nessuno te l'aveva detto.

Ma chi dice cos'è giusto fare, com'è giusto farlo? E cos'è giusto e cosa è sbagliato?

E' da più di 10 anni che mi muovo nel mio mondo da mamma, che sto imparando a conoscere i miei figli, a relazionarmi con loro, a capirli,  a scoprire dinamiche sempre nuove di fratelli-babbo-mamma-sorella.

Loro mi hanno aiutato a migliorarmi, come mamma e come donna, sono loro la mia fonte di energia, con i loro capricci e con le loro coccole, sono loro che mi hanno fatto maturare e fatta diventare quella che sono oggi,  molto diversa da come ero in quell'estate del 2006, quando la strada da mamma si aprì a me.

Credo che questi anni di mamma full time siano stati un bel trampolino di lancio per chissà quale futuro che mi aspetta...appena lo scoprirò ve lo dirò!

Li osservo quei 3, tutti i giorni, non mi stanco di farlo, come a voler fermare il tempo ed averli sempre così e penso che io e Babbo stiamo facendo un buon lavoro, sbagliando ovviamente ma seguendo sempre il cuore. 

Perché non c'è manuale che valga, non c'è libro che ti spieghi come si fa, non c'è pediatra o maestra che ti possa dire come fare con i bambini, perché tutti sono diversi, ci sono regole e modi che possono andare bene per uno ma non per l'altro, che possono andar bene in un determinato momento ma non il giorno dopo.
Li osservo quei 3, stessa mamma, stesso amore, stessi metodi....e tutti e 3 diversi, aiuto quanto sono diversi!
 
Allora, nei momenti di buio, dove non sai come fare, non sai come gestirli o come risolvere i loro piccoli disagi, penso che l'unico modo è seguire il cuore, agire con l'amore e soprattutto mettersi nei loro panni da bambino, la mia tanto amata "empatia".
Ieri, siamo entrati nell'ascensore di un centro commerciale per salire al piano del cinema, eravamo tutti e cinque. Insieme a noi nell'ascensore c'era una coppia di signori anziani. 
Lei con il bastone, lui sulla sedia a rotelle.  
Due signori sorridenti, dal viso dolce, dallo sguardo malinconico. 
Lei ha guardato con un sorriso lieve sul viso i nostri bambini, poi ha guardato noi. 
Ci ha detto con voce calma "vedo che ne avete tre, bello" poi un sospiro e la frase "make the best of it" che in inglese suona meravigliosa e che in italiano potrebbe essere tradotta come un "godeteveli". 
 
Le persone anziane sono sagge, hanno un vissuto che li aiuta a vedere tutto con occhi diversi. 
Godiamoceli questi bambini, dedichiamoci a loro appena possiamo perché quel tempo, questo tempo, non ce lo ridarà nessuno e sarebbe davvero un peccato riguardarsi indietro e rimpiagere di non aver vissuto al meglio quella fase della loro vita, della nostra vita. 





L'altro post riguardante la mia scelta personale di essere mamma a tempo pieno lo trovate qui.