Cronaca di un trasloco internazionale: si salvi chi puo'!

Posso farlo un post da "desperate housewife" in fase di trasloco?

Forse qualcuno se l'aspetta ed eccolo arrivare il mio "sono devastata, distrutta".

Arrivo a sera con le energie esaurite pensando che ci sarebbe ancora tanto da fare e che non ce la faccio. 

I bambini sono tanto contenti che la mamma va a letto al loro stesso orario. 

La loro cameretta e' stata smontata - quella che era la camera dei bimbi e' diventata la camera/deposito - e loro finalmente dormono con noi, nei due materassi messi per terra, tutti e 5 belli vicini vicini cantando la canzoncina alla mamma che si addormenta prima di loro!
Sembra un accampamento casa nostra.



BabboGe' smonta i mobili alla velocita' della luce, sembra abbia fretta d'andarsene, io arrivo dietro con l'aspirapolvere per lasciare comunque la casa in stato vivibile e igienicamente accettabile. 

I bimbi che continuano a seminare lego ovunque, da una stanza all'altra ed io che li minaccio "attenti che ve li aspiro tutti" ...e vi assicuro che qualcuna e' gia' stata inghiottita! Poi penso: "sante lego che siete l'ultimo gioco rimasto in giro per casa e mi aiutate a intrattenere per ore  i miei bambini e farli divertire... andate pure dove volete!"





Stamattina ho realizzato che mancano esattamente 9 giorni all'arrivo del "big truck" che portera' via le nostre cose e le mettera' in un deposito nel Kent - finche' non avremo un indirizzo - ed io ho ancora un sacco da fare, nonostante il numero dei cartoni abbia raggiunto le 50 unita'!
 
Ho la sensazione che il tempo voli, che non sia mai abbastanza, che vorrei fare di piu', che vorrei giocare di piu' con i miei marmocchi, parlargli in inglese, come mi ero ripromessa di fare nel periodo del mio post sul come impararlo divertendosi.
 
Ho la sensazione di non avere il tempo per salutare tutti gli amici  importanti di questi cinque anni di Francia, molti dei quali sono in vacanza e torneranno quando io partiro'.
 
Ieri sera siamo riusciti a fare un bel picnic sulla spiaggia di sassi di Antibes, quella che affaccia sull'imponente Fort Carre'. 
Pasta fredda e dolcetti al cocco condivisi con i nostri amici, qualche chiacchiera e un po' di risate e la promessa di rividerci presto - e' facile capitare a Londra dai!

Ho la sensazione che quest'estate stia sfuggendo via mentre proviamo a ritagliarci qualche attimo per noi, insieme, staccando la spina e la testa da tutti i pensieri e da tutti i doveri.
La piscina della residenza in cui abitiamo e' il luogo di sfogo.
Me ne frego dei vecchietti che se ne vanno sbuffando quando noi arriviamo, me ne frego di quelli che mi fissano allucinati - quando Popa mi chiama felice con la sua vociona strillante dall'acqua - come a dire "ma guarda sta madre degenere che non sa educare sua figlia al "silenzio" ". 
Me ne frego! 
Sento un senso di liberta' verso tutta questa gente che tutte le estati arriva qui, a fare le stesse cose, a criticare le stesse persone guidati da quell'inspiegabile senso di superiorita' verso tutti e soprattutto verso "les italiens" (termine con il quale siamo sempre stati chiamati dai condomini).




Mi dedico ai miei bambini in quel momento, mamma e' tutta per loro e non posso dire "fatemi fare il morto in pace che mi rilasso un attimo" che mi trovo un braccio di Dada' sulla spalla, un piede di Popa sulla pancia e un Lolo' intero che si tuffa mirando sul mio corpo.
No, il rilassamento non e' consentito perche' io non mi sono dedicata a loro tutta mattina - troppo impegnata con i cartoni - ed ora devo essere tutta per loro, senza se e senza ma. Questa e' la dura e giusta realta' vista dagli occhi dei bambini!

Ed e' seguendo questa logica che stasera, stremati da un weekend di smontamento mobili e riempimento scatole, ci  siamo detti "basta, usciamo". 
Abbiamo fatto i turisti ad Antibes, che di turisti ne ha gia' molti, ma noi ci siamo mischiati bene.

 
Abbiamo percorso i nostri vicoletti preferiti e ci siamo affacciati sul porto, non a caso chiamato "quai des milliardaires"!

Abbiamo staccato la spina e ci siamo rigenerati. 

Ci vuole anche questo, non vogliamo impazzire. 


Domani e' un altro giorno, un'altra settimana di lavoro per BabboGe', tanti impegni per me e per i bambini.

Intanto loro girano per casa quasi stupiti nel vedere tutto smontato ed io che li osservo pronta a cogliere quello sguardo perso e ad esclamare "ragazzi tranquilli, queste cose salgono sul camion e poi le ritroveremo a Londra, nella nuova casa con il giardino dove andremo ad abitare"!

Appena lo sguardo viene ritrovato ricomincio a fare cartoni!

Non vanno persi di vista quei tre, in nessun momento!