Di passione e di spettacoli di Natale nella scuola inglese

Da piccola, oltre a voler fare la ballerina, avrei voluto fare la maestra. 

La strada seguita è stata un'altra, ma la passione per i bambini e per l'insegnamento mi è rimasta.

Mi è rimasta talmente tanto che da quando i miei figli sono entrati nel mondo della scuola ho un occhio molto critico nei confronti delle maestre, rimanendo sempre nei limiti del mio ruolo di madre e rispettosa del loro ruolo di maestre.

Ho avuto a che fare con maestre ed assistenti urlanti, che nella vita avrebbero dovuto fare sicuramente un altro lavoro, con maestre che hanno ridotto a zero l'autostima dei miei figli, con maestre poco oggettive e bigotte, con maestre che pretendevano solo d'essere ascoltate senza porre attenzione a quello che il bambino aveva da dire, con maestre che guardavano solo al risultato finale senza fare attenzione a tutto lo sforzo fatto nel percorso, con maestre "chiuse" nei confronti dei genitori e altezzose nel loro ruolo di istitutrici. 

Chi mi conosce sa che la scuola francese e quello che abbiamo vissuto - con un pizzico di sfortuna mi dicono alcuni - è stato uno dei motivi che ci ha fatto lasciare la Costa Azzurra.

Perche' tutte queste riflessioni?

Sono reduce da due giorni di spettacoli di Natale nella scuola che i bambini frequentano qui in Inghilterra.

Dani ed i suoi compagni di Year1 e Year2 hanno fatto la rappresentazione della Natività: Re magi, Giuseppe e Maria, pastori e pecorelle, stelline ed i narratori. 

Daniele ha fatto il narratore. 

Una frase impegnativa da ripetere a voce alta, tante canzoni da imparare.

Emozionante, non solo nel vedere mio figlio così a suo agio - finalmente! - e sicuro di sé, ma nel vedere queste maestre, pazienti, non un urlo, non un modo brusco, solo sorrisi, occhiolini, tanti "ok" fatti e una gestione rilassata di  quattro classi.

Una bambina vestita da stella era sul palco in lacrime, l'hanno presa per mano.
La maestra l'ha tenuta per mano facendosi poi in quattro nel seguire gli altri con l'altra mano rimasta libera per tutta la durata della canzone. 

Ho percepito amore in questo. 

Mi stupisco? 

Sì, perché nella mia mente è ancora vivo il ricordo della festa di fine anno della scuola in Francia dove una bambina di Petite Section (primo anno di materna) ha pianto per 4 minuti di canzone, sola sul palco, senza nessuno che la prendesse perché "the show must go on" secondo la loro mentalità. 

Oppure penso a Dani a quando gli avevano truccato il viso, contro la sua volontà, per la festa di carnevale ed era rimasto per tutta la durata della festicciola con il muso ed i lacrimoni senza che nessuno si fosse interessato del perché.

Questo è il punto: l'attenzione al benessere del bambino, alla sua serenità, alla sua volontà ed alle ragioni dietro a dei "no non voglio" prima di tutto e soprattuto prima del risultato, del "fare bene". 

Ho visto energia in quelle maestre, passione, dedizione e gioia. 

Daniele ha completato la sua frase, la maestra gli ha alzato entrambi i pollici con una grinta e con un sorriso che non  dimenticherò facilmente, perché anche per lei sono soddisfazioni, lei che sta seguendo Dani nel suo percorso di apprendimento dell'inglese e che con orgoglio comincia a sentirlo fare frasi, scrivere e leggere. 

Le emozioni non sono finite qui. 

Lo spettacolo di Lori nella sua scuola era un vero e proprio musical, una produzione teatrale tratta da questo sito.

Fonte: www.edgyproductions.com

Bambini dai 7 agli 11 anni, con le loro maestre, hanno messo in piedi 45 minuti di puro divertimento. 

Un Babbo Natale che decide di andare in sciopero perché i bambini non sono più buoni ed un gruppo di elfi che cerca di convincerlo che non è così, con scenette per dimostrare tutto quello che i bambini possono fare di buono.

Anche qui emozione nel vedere il mio Lori che con impegno ha cantato tutte le canzoni, interpretandole anche con le espressioni del viso e del corpo.

Ma l'emozione più grande è stata vedere la partecipazione dei bambini, di tutti i bambini.

Erano i bambini che gestivano le luci, il suono e il backstage. 

Erano i bambini seduti in regia a far partire le musiche nel momento giusto ed accendere e spegnere le luci rispettando le tempistiche. 

Erano i bambini che cambiavano le scene trasportando sedie, cuscini e tavoli.

Le maestre erano sedute da un lato, ovviamente pronte ad intervenire in caso di problemi.

Questi bambini erano la parte attiva dello spettacolo. 

Qui c'è tutta una cultura scolastica dietro, passa chiaro il messaggio di coinvolgimento, di autonomia - dare in mano un PC a dei bambini di 10 anni e fargli dirigire uno show non è roba da poco - e di rispetto alla pari. 

Questa scuola inglese è così, probabilmente siamo stati fortunati nel capitare in due ottime scuole e per ora abbiamo incontrato insegnanti bravi, ma credo che molto parta dalla base.

I bambini sono come dei piccoli adulti, vanno ascoltati, motivati e trattati come tali, responsabilizzandoli.

Qui lo fanno come lo faccio io a casa. 
Ho trovato la mia dimensione di scuola, ho trovato la scuola che combacia con il mio metodo educativo. 

Lori mi ha detto qualche giorno fa "grazie mamma d'averci portato qui in Inghilterra, perché a scuola tutti sono contenti, io mamma mi diverto tutto il giorno, non ècome in Francia che stavo sempre seduto. Qui mamma vado in giro per la scuola da solo e c'è sempre qualcuno pronto ad aiutarmi se ho bisogno".

Considerando la nostra paura di genitori per il cambiamento e per la grande sfida di una scuola nuova, in una lingua nuova, in una nazione nuova per i nostri figli, questa frase ci ha rassicurato e confermato che abbiamo fatto la scelta giusta. 


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