Il nostro viaggio nelle scuole all'estero continua ed oggi ospito una mamma italiana che vive in Belgio e che, con passione e grinta, ha accettato il mio invito di partecipare alla rubrica "la scuola raccontata dalle mamme". Grazie Patrizia!
Ciao a tutte! Mi chiamo Patrizia, vengo da Roma e sono la mamma di Laura (8), Flavio (4) e Marco (2). Abito in Belgio da 11 anni, in una cittadina universitaria delle Fiandre.
Aspettavamo il momento giusto, quello nel quale le foglie diventano rosse, gialle, arancioni, il momento giusto nel quale i colori dell'autunno esplodono prima che le foglie comincino a cadare per lasciare spazio poi all'inverno.
Abbiamo aspettato anche la giornata senza nuvole, perche' il sole e' il migliore alleato di quei colori meravigliosi che il Winkworth Arboretum puo' regalare.
Non ci facciamo di certo fermare dal freddo o dalle giornate grige autunnali per le nostre gite domenicali.
A 30 chilometri a sud di Londra si estende un'area collinare chiamata North Downs. Il punto piu' alto di questa catena collinare e' Box Hill ed e' stata la meta della nostra escursione con i bambini.
Box Hill, meta conosciuta daciclisti e amanti della natura, appartiene ed e' gestita al National Trust.
Per raggiungere la sommita' si percorre una strada ripida, piena di tornanti, non a caso chiamata "Zig Zag Road", una vera sfida per i tanti ciclisti che vogliono raggiungere la vetta.
Quando si parla di bilinguismo è inevitabile parlare di lingua minoritaria e lingua dominante, ma spesso non viene posta sufficiente attenzione su come possano alternarsi e sorpassarsi a vicenda (della differenza tra lingua minoritaria e lingua dominante e delle varie tipologie di bilinguismo ho parlato approfonditamente nel mio libro).
Vorrei parlarvi del sorpasso, in senso metaforico, che sta avvenendo in campo linguistico.
Sono reduce da giornate intense a scuola, come l'anno scorso del resto, ma con sensazioni diverse, molto diverse!
Quest'anno scolastico 2015 è il nostro secondo anno di scuola inglese per i miei figli e tutto sembra scorrere più facilmente e con emozioni meno travolgenti, ma sempre molto intense.
Ieri mattina io e BabboGer, abbiamo assistito all'Harvest Festival di tutta la scuola, uno degli eventi di inizio anno scolastico al quale i genitori partecipano prendendo qualche ora di permesso dal lavoro.
E' la prima assembly importante dell'anno che riunisce tutte le classi.
E' stata l'occasione per vedere i bambini nel loro ambiente. Non sapevo chi guardare, dove guardare, per paura di perdermi qualche loro espressione particolare.
Quest'anno hanno cantato, sapevano le parole, li vedevo sghignazzare con i loro amici, magari facevano pure battute in inglese.
Sono integrati, sono a loro agio, sono come tutti gli altri adesso. Non ci sono più le difficoltà di un anno fa, tutto è superato, sorpassato.
Tutti e tre parlano fluentemente in inglese, come se fosse la cosa più naturale del mondo. L'inglese è entrato nelle loro vite e l'italiano continua ad essere fortemente presente, ma barcolla.
Rischierebbe d'essere sorpassato dall'inglese se io e BabboGer mollassimo la presa.
Quotidianamente abbiamo a che fare con conversazioni di questo genere con i nostri figli bilingue:
Paola, 4 anni: "Mamma oggi con la mia teacher abbiamo fatto la moles hunt e mi sono messa i wellies!" Io: "Che bello, sei andata con la tua maestra alla ricerca di talpe e ti sei messa gli stivali da pioggia, che spettacolo!"
Lorenzo, 8 anni: "Oggi sono stato al school council dopo break ed ho fatto late lunch" Io: "Bene, hai avuto la riunione dei rappresentanti di classe dopo l'intervello, ma hai dovuto mangiare più tardi?"
Io: qualsiasi frase per la quale non sono d'accordo Loro tre: "It's not fair!"
Daniele, 6 anni: "Mamma huggy!" Io: "Vieni qui che ci abbracciamo!"
Paola, 4 anni: "Mamma questo gioco è molto fun!" Io: "E' divertente questo gioco, vero!?"
Sembro una scema, lo so e mi chiedo quanto reggerò a ripetere! Tengo duro però, perché nonostante io sappia benissimo che la "talpa" per Paola magari sarà sempre "the mole", voglio che sappia come si dice in italiano ed in un angolino delle loro testoline quelle parole prima o poi usciranno anche nella loro lingua madre.
Crescere bambini bilingue richiede questo tipo di sforzi, ma ne vale la pena.
Dopo meno di un anno di immersione nella vita inglese, di tanta lettura, di tanti film e cartoni in inglese, di tanti momenti di gioco con gli amici al parco, l'inglese è diventata la loro seconda lingua, quella quasi dominante ormai, quella che sentono famigliare ed hanno acquisito alla grande.
Si sentono talmente tanto a loro agio nel parlare inglese che ormai si stanno invertendo i ruoli delle due lingue: l'italiano, che era la lingua dominante per loro, sta diventando minoritaria e l'inglese prende piede.
L'acquisizione di una lingua richiede tempo ed esposizione, ma indubbiamente l'esserne immersi come sono loro accelera tutto.
La lingua inglese sta diventando la lingua dominante dei miei figli e mantenere l'italiano vivo non è sempre una cosa semplice.
Non gli diciamo mai di non parlare in inglese, ci mancherebbe altro, ma non cediamo al passare pure noi all'altra lingua.
In certi momenti farebbe comodo, sarebbe più facile non sforzarsi nel ripetere, nel contestualizzare la frase detta in inglese con un linguaggio italiano, ma sappiamo che sarebbe un grosso errore.
Se fanno errori nel parlare in italiano cerchiamo solo di ripetere la parola corretta subito dopo, senza mai mettere l'accento sull'errore in sé!
Sono realista e consapevole che tra qualche anno, soprattutto per la più piccola di casa, la lingua più immediata, magari pure la più naturale, sarà l'inglese.
Il bilinguismo italiano-inglese e il sorpasso di una lingua sono due aspetti che caratterizzano la nostra vita di famiglia italiana in Inghilterra, sentiamo il sorpasso in agguato ed teniamo forte il piede sull'acceleratore per non perdere la nostra lingua madre per strada!
Se volete approfondire ulteriormente l'argomento del bilinguismo, qui trovate tutti gli articoli correlati:
Se siete alla ricerca di materiale per insegnare l'inglese ai vostri bambini partendo dalla fonetica, nel mio shop trovate quello che fa al caso vostro, dai libri per le prime letture in inglese, alle carte per giocare con l'inglese fino ai libri musicali. Sono tutti prodotti scelti con cura e selezionati attentamente per aiutare i genitori alle prese con il bilinguismo italiano-inglese dei loro bambini:
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Sono rientrata a casa con le mani sporche di polvere e le ginocchia indolenzite per lo stare piegata davanti ai libri, agli scaffali e sistemare, riordinare, rendere tutto più "fruibile" e più attraente agli occhi dei bambini: queste le mie prime mattine come volontaria nella biblioteca della scuola dei miei figli.
Ero nel pieno del mio corso online in Digital Marketing quando è arrivata una mail dalla scuola nel quale richiedevano genitori volontari per aiutare in biblioteca, visto che la bibliotecaria è andata in pensione.
E' con il post della mia amica Mirella, nonche' co-autrice di ReadMeABookBlog, che inauguro la nuova rubrica "La scuola raccontanta dalle mamme", una raccolta di post scritti dalle mamme in giro per il mondo che raccontano il sistema scolastico, le curiosita' e le peculiarita' della scuola dei loro bambini. Mirella e l'Irlanda si conoscono da un po', per l'esattezza dal 2006. Dopo una breve ma intensa pausa italiana, nella quale sono nati i suoi due bambini, Gabriele nel giugno 2010 e Noemi nel luglio 2012, e' ritornata in Irlanda all'inizio del 2013, ma stavolta con la famiglia! Prima a Dublino e da qualche mese a Cork, si e' immersa fin da subito nella realta' scolastica dell'isola di smeraldo.
Londra ci stupisce cosi', con i suoi immensi parchi cittadini, nascosti in quartieri residenziali o ai piedi di grattacieli. Dopo Regent's Park, Virginia Water, Richmond Park ed il centralissimo Green Park abbiamo approfittato di una domenica di sole di fine settembre per esplorare il Claremont Landscape Garden.
Questo "landscape garden", creato agli inizi del 1700 per Claremont House, una villa nobiliare dello stesso periodo, sede oggi di una "indipendent school", appartiene ed e' gestito dal National Trust.
Quando cambi nazione, con la tua famiglia e dei tre bambini piccoli, c'è inevitabilmente un grosso carico emotivo per la figura della mamma, soprattutto se è lei che si occupa per la maggior parte del tempo dei figli perché il marito è al lavoro fuori casa.