Perché ho scelto di fare la mamma a tempo pieno

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    scegliere di fare solo la mamma

    In tanti mi hanno fatto la stessa domanda da quando sono nati i miei tre figli e, da sempre, ho deciso di essere mamma a tempo pieno:
    "Come fa a bastarti fare solo la mamma?"

    Sono stata guardata con sorpresa quando, finiti i mesi di maternità per la gravidanza e nascita di Lorenzo nel 2006, lasciai il mio buon lavoro in una multinazionale americana a Dublino e decisi di fare la mamma a tempo pieno.

    Decisione presa rapidamente, senza dubbi e perplessità.
    Sono risultata una marziana quando nel 2007 comunicai che ero in dolce attesa di nuovo, mentre Lori aveva poco più di un anno.

    "Ma quand'è che ti godi un po' la vita?"
    "Ma allora non ritorni al lavoro?"
    "Non ti manca il tempo per te stessa?"
    "Ma sei matta, due bambini così ravvicinati e tu senza aiuto in Irlanda?"

    Quante volte ho dovuto spiegare perché ho scelto di fare la mamma a tempo pieno.

    Quante volte, quante risposte ho dato, motivando le mie ragioni, che sono solo mie e di nessun altro e quante volte ho risposto sorridendo, stanca di dover quasi giustificare la mia scelta, qualche volta mi sono pure impermalosita, altre volte ho fatto scena muta ed ho evitato di rispondere a provocazioni fuori luogo.

    La storia si è ripetuta poi nel 2010 quando, con il mio bel pancione me ne andavo in giro spingendo un passeggino doppio, portandomi dietro la borsa con cambio pannoloni e muovendomi come se nulla fosse.

    Questo succedeva in Francia, dove alcune mamme mi chiamavano la "maman italienne" oppure la "maman poulle", all'inizio sorridevo, solo con il tempo ho capito che non erano veri e propri complimenti, ma accezioni parzialmente negative che mi facevano risultare, ai loro occhi, una donna "schiava" della famiglia.

    Troppo spesso si ha la visione sbagliata della donna che decide di dedicarsi solo alla famiglia, lasciando il lavoro, come se fosse una grossa debolezza o un "abbassarsi" al servizio della famiglia. Io non servo la mia famiglia, io mi dedico ad essa, insieme a mio marito.

    Sono stata vista come pazza da alcuni, coraggiosa da altri. Per me stessa e per mio marito sono sempre stata solo convinta e decisa della mia scelta di fare la mamma a tempo pieno.

    Qualche tempo fa ho ricevuto una mail da una ragazza che mi segue nel blog che era in procinto d'espatriare con marito e figli al seguito ed il suo espatrio implicava, inizialmente, l'abbandono del suo lavoro e il dedicarsi ai figli a tempo pieno. Questa cosa la spaventava, indubbiamente.

    Lei mi chiedeva la mia motivazione dell'essere mamma a tempo pieno e cosa mi mancava.

    Le ho risposto più o meno così:

    "Tutte le scelte che prendiamo nella nostra vita sono frutto del nostro vissuto e per poter spiegare la mia scelta di fare la mamma a tempo pieno è giusto fare un tuffo nel mio passato.
    Sono figlia di due grandi lavoratori che hanno fatto mille sacrifici per non far mancare nulla a me ed ai miei fratelli e di questo non smetterò mai di ringraziarli.
    Ma tutto questo ha avuto un prezzo.

    Erano meno presenti di altri genitori, ma non c'era meno amore.
    C'erano poche vacanze insieme, perché, essendo ristoratori, non esistevano feste e weekend per loro.

    Ovvio che questo mi ha segnato e mi ha fatto prendere coscienza di quanto per me fosse importante esserci.

    Questo non mi ha di certo frenato nell'inseguire i miei sogni di studio e di carriera.
    Ho fatto l' università ad Assisi, ho studiato Economia del Turismo con passione e dedizione.
    Ho cercato di lanciarmi nel mondo del lavoro in Italia, un mondo che nel 2004 non mi voleva, perché senza un buon inglese, nel turismo, non si va molto lontano, a meno che non hai già un'attività avviata alle spalle o magari qualche conoscenza giusta.

    Sono partita per Dublino, per imparare l'inglese e per dare uno scossone alla mia vita.
    La vita mi ha portato in quella direzione e la strada è stata subito chiara.
    Non potevo e non volevo lavorare in alberghi, ristoranti o altre strutture ricettive perché per me era importante avere il weekend libero per godermi il tempo con il mio fidanzato.
    Ci sono priorità nella vita, che cambiano da periodo a periodo e per me sono sempre state chiare.
    Le relazioni sono una delle mie priorità. Io nei rapporti ci investo, molto.

    Sono diventata mamma a 27 anni a Dublino. I panni da mamma mi sono sempre piaciuti e non ho fatto nessuna fatica nel decidere di volerli indossare dalla mattina alla sera e fortunatamente con qualche rinuncia l'ho potuto fare.
    Ho sempre avuto un debole per i bambini, ho lavorato come animatrice nei miniclub dei villaggi vacanza, mi piace prendermi cura degli altri ed ho la capacità di tenermi impegnata in mille attività.
    Tutto ciò non significa che sia tutto rose e fiori.
    I momenti di sclero non mancano, la voglia di "scappare" in un'isola deserta ogni tanto mi prende oppure il bisogno di non essere chiamata ogni 2 minuti da tre voci diverse.
    Sono umana e non ho superpoteri.

    Ho la capacità di organizzarmi e d'essere molto indipendente, perché essere "mamma far and away" lontano da qualsiasi forma di aiuto e sostegno della famiglia d'origine ti fortifica e ti rende ancora più autonoma.

    Ho la fortuna d'avere un compagno che crede nel suo ruolo di genitore tanto quanto ci credo io e questo fa la differenza, fa la nostra forza di squadra.
    Questa è la mia storia, ma siamo tutti diversi.

    L'importante è fare quello che ti senti di fare e quello che credi sia giusto per te e per i tuoi figli.
    Ci sono fantastiche mamme che lavorano e che quando rientrano a casa sono ottime madri e dedicano tempo di qualità ai loro figli e che probabilmente se stessero a casa tutto il giorno, controvoglia, sarebbero sclerate ed i bambini ne risentirebbero.
    E' una questione di scelte, di periodi di vita, di priorità, di passioni, di storie diverse, di bisogni diversi e di attitudini."

    I miei figli stanno crescendo, io sto continuando a crescere con loro e tutte le cose che ho imparato in questi anni sono diventate un bagaglio d'esperienze uniche, questo è innegabile.
    Mi guardo indietro, non mi pento della scelta fatta d'essere mamma a tempo pieno, con i suoi pro ed i suoi contro, con i sacrifici e le rinunce, con i momenti indimenticabili e quelli che vorresti rimuovere dalla memoria.

    Un concetto importante che spesso viene trascurato è che essere mamma non vuole dire "non essere nient'altro".
    In questi anni di vita da mamma tempo pieno ho investito tantissimo nelle mie competenze da web content creator, ho imparato moltissimo sui metodi educativi e pedagogici, ho migliorato la conoscenza della lingua inglese, ho acquisito competenze che prima non avevo e sono soprattutto maturata come donna.

    Ho preso ogni singola esperienza di vita vissuta con i miei figli come insegnamento. Altro particolare non trascurabile: sono cresciuta come mamma in un ambiente che valorizza le mamme, in cui è facile fare rete, in cui vengono organizzate mille cose per i genitori a casa con i bambini, dove corsi e workshop per genitori sono all'ordine del giorno, dove il supporto per rientrare nel mondo del lavoro o reinventarsi esiste. Questo per far capire che essere una mamma a tempo pieno non vuol dire passare tutto il mio tempo in casa da sola con i bambini, per lo meno non in questa parte di mondo e non nel mio mondo far and away.


    Ascolta l'episodio del Far and Away podcast


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