Dal primo di Dicembre sulla pagina Facebook di MammaFarAndAway condivido fatti e curiosità del periodo natalizio in Inghilterra, una sorta di calendario dell'avvento per far conoscere tradizioni diverse che in parte sono diventate anche nostre.
Una di queste tradizioni inglesi merita però molto di più di un singolo post su Facebook, ha bisogno di un post intero sul blog per poter essere apprezzata al meglio e condivisa.
Viene chiamata East Anglia ed è una delle zone presenti nella nostra lunga lista dei luoghi da vedere in Inghilterra soprattutto per una ragione in particolare: una delle riserve naturali più belle d'Inghilterra popolata dalle foche e dai loro cuccioli in autunno, Blakeney National Nature Reserve.
E' da diverse settimane che abbiamo cominciato a respirare l'atmosfera natalizia qui in Inghilterra. Dopo la sparizione degli addobbi per Halloween sono comparse prepotentemente le decorazioni natalizie e tutto ciò che è correlato al Natale.
Siamo nel mese di novembre e come ogni anno ci sono papaveri ovunque qui in Inghilterra: nei pali della luce, sulle macchine, nei negozi, stampati su capi d'abbigliamento, nei braccialetti e nelle spille, quelle spille di tutte le dimensioni, di tutti i materiali che gli inglesi portano con orgoglio nel mese di novembre.
Siamo ufficialmente entrati nel nostro quarto anno di vita in Inghilterra, tante cose sono cambiate da quando siamo arrivati qui, tra cui il bilinguismo.
Equilibri ed evoluzione del bilinguismo sono in costante mutamento per la nostra famiglia italiana in Inghilterra.
Siamo passati dal bilinguismo italiano-francese al bilinguismo italiano-inglese, attraversando diverse fasi ed affrontando non poche difficoltà.
Ho studiato, letto, pianificato per mesi il nostro on the road in California.
Scrivevo tutto in un documento word e nella tabella excel ordinavo le cose da fare giorno per giorno, i chilometri da percorrere, i link utili, le info pratiche e tutto quello che dovevo sapere e ricordare tappa per tappa.
Ho iniziato esattamente un anno prima a progettare e creare il nostro itinerario in California per l'estate.
Sono un'organizzatrice seriale di viaggi per la mia famiglia e ne vado fiera, talmente fiera che amo poi condividere tutto quello che ho imparato, vissuto e scoperto con chi mi legge qui nel blog, per aiutare voi ad organizzare il vostro viaggio con i bambini, roba non sempre semplice se si considerano tutte le variabili che caratterizzano le famiglie in viaggio.
Una delle cose che mi sono sentita dire più spesso prima di trasferirmi qui in Inghilterra è stato che in questa parte di mondo si mangia male. Non c'è preconcetto più sbagliato.
In questi anni ho imparato ad apprezzarne la cucina, ovviamente diversa dalla nostra cucina italiana per tradizione, per reperibilità di prodotti, per gusto, ma trovo bellissimo il modo in cui tante tradizioni culinarie diverse si mischino sulle tavole degli inglesi.
Non saranno le giornate più corte, le temperature in discesa drastica e qualche goccia di pioggia probabile al 70% a fermare l'esplorazione di questa terra meravigliosa che è l'Inghilterra.
L'autunno arriva in fretta in questa parte d'Europa, non lascia troppo tempo per i saluti all'estate e si fa prepotente, cambiando colori, accorciando le giornate e trasportandoci lentamente nel lungo inverno.
"L'apprendimento si focalizzerà nel celebrare e nel comprendere ed apprezzare la ricchezza e diversità di culture presenti a scuola" diceva così una parte della mail che la scuola ha inviato ai genitori per informarci che la prima settimana di Ottobre sarebbe stato "international week", una celebrazione della multiculturalità per bambini, insegnanti e genitori stranieri.
Questi ultimi sono stati calorosamente invitati a partecipare e dare il loro contributo nelle classi in cui la nazione di origine veniva studiata. La scuola dei miei figli ha bambini di tantissime nazionalità ed è vista come una ricchezza.
Ho cominciato a leggere degli orsi in California nel momento in cui mi sono trovata a prenotare le piazzole per il camper nei campeggi dei National Park al Yosemite e al Sequoia e da lì la preoccupazione è iniziata.
Decidere l'itinerario, includere le tappe che volevamo assolutamente fare e meditare sulle altre incerte è stata la parte più difficile dell'organizzazione del nostro on the road in camper in California appena concluso (27 Luglio - 15 Agosto 2017).
Una scelta fatta dopo mesi di letture di guide di ogni tipo (vivendo in UK avevo a disposizione una scelta incredibile di guide prese in biblioteca - credo che tutte le bibliotecarie ormai sappiano che mi stavo preparando per un viaggio in California). Ho esplorato i siti ufficiali del turismo e dei parchi nazionali della California, ho rigorosamente valutato le distanze, l'esatta localizzazione delle destinazioni e non sono mancati gli street view su google maps tanto per farmi un'idea, un lavorone insomma!
Prima di proporvi il nostro itinerario, con le varie tappe, gli alloggi ed i campeggi selezionati in ogni località, devo fare una doverosa premessa: la scelta di questo itinerario è stata dettata dal nostro amore per la natura e per le camminate nel verde, dalla nostra voglia di vivere esperienze nuove non per forza uguali a quelle degli altri turisti che visitano questa parte degli Stati Uniti, dall'amore per i posti tranquilli e dall'insofferenza per il caldo, che per noi è motivo di stress e per i bambini di fastidio (credo che i nostri corpi si siano abituati alle temperature inglesi, per cui reggiamo volentieri fino ai 30 gradi circa, dopo per noi diventa insopportabile) e, last but not least, dalla voglia di avere anche del tempo "libero" per vivere un pò di dolce far niente in cinque senza dover stare per forza con il piede sull'acceleratore a fare chilometri e chilometri.
Non siamo il genere di turisti che vanno nei luoghi solo per farsi una foto con lo sfondo meraviglioso, noi i luoghi vogliamo viverli, vogliamo percorrerli e sentirli nostri. Partiamo con la consapevolezza che non si può sempre vedere tutto e che è necessario fare delle scelte, seguendo cosa ci piace di più. Diciamo che ci piace la qualità più che la quantità.
Non posso definirlo un itinerario "slow", perché in tre settimane abbiamo comunque percoso più di 3200 chilometri, ma lo posso definire solo "nostro" e ci è piaciuto da matti così!
Un itinerario in camper che ha reso il nostro on the road memorabile, perché la vita da camper unisce ancora di più e con i bambini è il meglio! Qui trovate tutte le informazioni pratiche da sapere per noleggiare un camper in California.
Nelle città come San Francisco e San Diego ci siamo spostati o con i mezzi pubblici o con Uber, la app con la quale, dopo aver scelto la destinazione, selezioni un'auto privata (noi scegliavamo XL visto che siamo in 5) e questa nel giro di pochi minuti arriva e ti porta poi a destinazione al prezzo prefissato dalla app stessa al momento del click ed il pagamento si effettua direttamente tramite la app. Spesso Uber è risultato più economico rispetto a 5 biglietti per i mezzi pubblici, considerando che i nostri figli (11, 9 e 6 anni) sono ormai paganti a prezzo pieno ed in più ci ha permesso di raggiungere luoghi delle città non servite magari dai mezzi pubblici.
Speriamo di poter essere d'ispirazione a chi come noi volesse scoprire la California, quella fatta di natura, boschi e deserti, sentieri, sequoie gigante, laghi cristallini, spiagge infinite e qualche città imperdibile e tutta girata in camper.
Giorno 1 (27 Luglio): London Gatwick - Oakland (San Francisco)
Abbiamo volato di giorno con un volo diretto di British Airways prenotato con molti mesi di anticipo (9 mesi) e diretto ad uno degli aeroporti secondari di San Francisco, Oakland (l'altro è San Jose) che ha il vantaggio, essendo più piccolo, di avere meno affluenza di viaggiatori e di conseguenza le file al controllo passaporti sono inferiori ed in generale c'è semplicemente "meno casino!".
Siamo arrivati a Oakland a metà pomeriggio, abbiamo chiamato un "Uber" (c'è la pensilina apposita dove si fermano gli autisti di queste nuove app di trasporto persone) e ci siamo diretti verso il nostro appartamento a San Francisco.
Il tempo di sistemare le valigie nell'appartamento prenotato per 4 notti (tempo giusto per riprenderci dal fuso orario e per visitare la città in lungo e in largo) e ci siamo dedicati ad una passeggiata lungo il molo, arrivando fino al frequentatissimo Fishermans Wharf, tanto per non cedere alla tentazione del letto.
La scelta dell'appartamento centrale, a due passi da Ghirardelli Square, dalla fermata del Cable Car di Hyde Street e dai moli, è stata azzeccatissima e ci ha permesso di vivere la città al meglio, ritrovandoci nel cuore pulsante di San Francisco appena usciti dal portone della residenza.
Al tempo stesso gli spazi dell'appartamento ci hanno permesso di stare "comodi" e di poter organizzare autonomamente le colazioni, i pranzi e le cene. Ho provato quella sorta di "soddisfazione da scelta del posto giusto" quando la receptionist ci ha informato che la terrazza era a disposizione di tutti i clienti: che vista!
Alloggio centrale a San Francisco prenotato tramite booking a questo link (#aff)
Giorno 2 (28 Luglio): SAN FRANCISCO - Lombard Street e Golden Gate Bridge in bicicletta fino a Sausalito e ritorno in traghetto
Non avevamo definito esattamente cosa fare giorno per giorno a San Francisco, avevamo solo una lista di tutte le cose che avremmo voluto fare e vedere raggruppate per zone ed abbiamo deciso seguendo le nostre voglie, le nostre energie ed il tempo atmosferico, in modo tale da concentrarci su determinate aree della città un giorno alla volta.
Tra le cose da fare che più ci attiravano c'era il giro in bicicletta sul Golden Gate Bridge fino a Sausalito, una delle cittadine nella parte nord della Baia di San Francisco (Marin County) con la possibilità di proseguire fino a Tiburon, un'altra località più a nord, ma per noi, con i bambini, troppo lontana da raggiungere pedalando.
Il jet lag ci ha fatto svegliare prestissimo ed alle 6.30 del mattino eravamo in giro per le salite e discese di questa città in direzione Lombard Street, approfittando del fatto che il noleggio non era ancora aperto e che a quell'ora la via più famosa di San Francisco sarebbe stata sicuramente deserta e non ci siamo sbagliati.
Alle 8 eravamo davanti alla saracinesca di Blazing Saddle Bike in Hyde Street pronti per salire in sella alle nostre bici. Questo l'itinerario fatto in bicicletta a San Francisco con nebbia, vento, freddo ma una fortissima energia che ci ha fatto arrivare fino alla calda e soleggiata Sausalito.
Nel pomeriggio abbiamo preso il traghetto che ci ha riportato a San Francisco, al Pier 43 e da lì abbiamo fatto un salto al Pier 39 per fare un saluto ai leoni marini che si sono scelti come casa un posticino niente male, con una vista pazzesca!
Giorno 3 (29 Luglio): SAN FRANCISCO - Cable car Hyde-Powell - Union Square - Chinatown - Cable Car Museum - Painted Ladies Alamo Square - Golden Gate Park - Lands End Anche il nostro secondo giorno a San Francisco è iniziato presto, prestissimo. Pochi minuti dopo le 7.30 del mattino eravamo comodamente seduti su uno dei cable car in partenza dal capolinea di Hyde Street, il punto in cui la carrozza viene girata manualmente e che di giorno è presa di mira dai turisti e la fila per salire può raggiungere anche i 90 minuti.
Abbiamo evitato il casino e ci siamo goduti il giro in Cable Car scendendo al capolinea opposto in zona Union Square, il cuore di Downtown.
Da lì abbiamo percorso a piedi un bel pezzo di strada fino al Cable Car Musuem, passando per Chinatown.
Il Cable Car Museum è uno dei musei gratuiti di San Francisco che merita veramente una visita, soprattutto dopo essere saliti sul mezzo di trasporto storico della città. Tutto è spiegato in maniera curiosa ed è affascinante vedere la sala macchina dove vengono tirati i cavi.
Dopo la visita al Cable Car Museum abbiamo chiamato una delle macchine "Uber" e ci siamo fatti portare in un'altra zona della città, Alamo Square, dove ci sono le famose Painted Ladies, le casette vittoriane colorate più fotografate di San Francisco.
Da lì un altro Uber ci ha portato fino al Golden Gate Park per il nostro picnic nel parco giochi chiamato Koret Children's Quarter.
Dopo la doverosa pausa gioco ci siamo rimessi in cammino verso l'ultima destinazione della giornata, quella più attesa, quella dalla quale avremmo potuto godere di una vista spettacolare sulla baia e sul Golden Gate Bridge: Lands End.
Dopo un tratto a piedi all'interno dell'immenso parco cittadino Golden Gate Park abbiamo chiamato un altro Uber per poter raggiungere la parte iniziale del sentiero dove si trova il punto panoramico Eagle's Point.
Giorno 4 (30 Luglio): SAN FRANCISCO - Columbus Avenue - Little Italy - Coit Tower - Embarcadero - Pier 41 - Musee Mecanique - Ghirardelli Square
Da espatriati all'estero non potevamo non andare a scoprire Little Italy e tuffarci in un pezzo di storia di questa città che ci affascina.
Little Italy si sviluppa intorno a Columbus Avenue, chiamata anche Corso Cristoforo Colombo, ed ingloba buona parte del quartiere North Beach.
Dopo un buon cappuccino e brioche ci siamo diretti verso Telegraph Hill per raggiungere Coit Tower, la torre dalla quale si ha una vista a 360° sulla città.
La discesa dalla collina l'abbiamo fatta invece dal lato "Embarcadero" per finire a far pranzo, con il nostro solito picnic, in una delle tante panchine lungo i moli sotto la luce magica di questa città.
Prima di tornare in appartamento per un piccolo pit-stop, ci siamo fermati al Pier 41, dove si trova un museo particolare, a ingresso gratuito, tutto dedicato ai giochi meccanici del passato, chiamato Musee Mecanique.
Una volta ripresi dalla stanchezza dovuta al jet-lag e alle poche ore di sonno notturne, siamo andati a tuffarci nella folla di Ghirardelli Square, la sede originale della più famosa fabbrica di cioccolato americana, luogo amatissimo dai turisti di questa città.
L'ultima giornata a San Francisco l'abbiamo conclusa in spiaggia a giocare con la sabbia, pronti per salutare questa città e partire per il nostro on the road in camper in California per i restanti 15 giorni.
Giorno 5 (31 Luglio): San Francisco - Noleggio Camper a Oakland - Lake Tahoe
Il giorno tanto atteso del noleggio del camper è arrivato. Le condizioni dell'agenzia di noleggio dicevano chiaramente che il camper poteva essere ritirato dopo le 12, ma noi ci siamo recati nella sede in anticipo, per poter svolgere con calma le pratiche di noleggio (lunghe, tanti fogli da leggere e firmare e tante informazioni da assimilare). Se volete saperne di più sul noleggio camper in California potete leggere questo post. Abbiamo lasciato l'appartamento e con una macchina Uber ci siamo recati alla sede di Apollo a Oakland, scelta tra i vari motivi anche perchè vicina all'aeroporto di partenza, per cui più pratico per la fase di riconsegna camper e rientro a casa.
Mentre io e BabboGer eravamo impegnati nella lettura del contratto, assicurazione e spiegazione di dettagli tecnici, i bambini si sono tenuti occupati nella zona gioco messa a disposizione per le famiglie. Alle 2.00 del pomeriggio eravamo a bordo del camper, pronti per dirigerci verso la prima tappa del nostro on the road in California: Lake Tahoe. Da Oakland al meraviglioso lago alpino al confine con il Nevada ci sono circa 4 ore di strada, secondo il navigatore, ma per noi ce ne sono volute di più per due motivi principali: il primo perché ci siamo fermati a fare spesa ed il secondo perché appena si noleggia il camper ci vogliono un po' di chilometri di strada per prenderci per bene la mano ed è giusto essere ancora più prudenti del normale.
Siamo arrivati al Lake Tahoe quando faceva già buio, accolti da un cielo stellato mai visto prima e pronti per addormentarci circondati dai pini che profumano di zucchero, i Sugar Pines.
Campeggio: Sugar Pine Point State Park Campsite, Hwy 89, West Shore Lake Tahoe, Tahoma, CH 96142
Giorno 6 (1 Agosto): Lake Tahoe Aspettavamo con impazienza questa giornata interamente dedicata al Lake Tahoe, una delle mete più sognate del nostro itinerario in California, uno di quei posti segnati nella nostra "wish list" da tanto tempo. Abbiamo scelto di campeggiare in uno dei campeggi nel West Shore, la zona ovest del lago, tra Tahoe City e Emerald Bay. Questa è una delle zone più selvagge, dove il turismo non è ancora arrivato prepotentemente e dove la natura regna ancora sovrana. Il campeggio era all'interno del Sugar Pine Point State Park, non lontano dalla riva del lago che abbiamo raggiunto la mattina con una bella camminata a piedi.
Il nostro obiettivo era fare canoa e l'abbiamo raggiunto. Abbiamo noleggiato la canoa per un paio d'ore vivendo una delle esperienze di famiglia più belle, di quelle che ricorderemo per tantissimo tempo! Il resto della giornata è stata dedicata al lago, alla vita da campeggio, alle passeggiate nello State Park e a un salto al punto panoramico di Emerald Bay, dove però in pieno pomeriggio ci è stato impossibile parcheggiare il camper.
Giornata particolarmente intensa di viaggio per noi.
Decidiamo di lasciare molto presto il campeggio del Lake Tahoe consapevoli di tutte le ore di strada che ci attendo per raggiungere la prossima meta e per avere il tempo di fare uno stop nella meravigliosa Emerald Bay, che alle 7 del mattino non è di certo invasa dai turisti.
Lasciamo il Lake Tahoe e percorriamo la meravigliosa Hwy 395, una strada affascinante che attraversa la parte ovest della California, da nord a sud, passando per paesaggi incredibili, dalla Sierra Nevada ai deserti.
La nostra idea era di fare una deviazione per andare a visitare la più grande città fantasma della California: Bodie State Park, ma la strada stretta e sterrata che ci siamo ritrovati davanti ci ha fatto cambiare idea. Con il camper a noleggio e con il rischio di fare eventuali danni lungo quella strada, abbiamo rinunciato e siamo tornati indietro, non dopo aver fatto un bel pranzo improvvisato con vista.
La Hwy 395 costeggia uno dei laghi più particolari della California, il Mono Lake, famoso per le sue stalagmiti di tufo che fuoriescono dal livello dell'acqua. Noi ci siamo fermati nel punto panoramico a nord del lago per poi proseguire verso il Tioga Pass, la strada spettacolare che attraversa il Yosemite National Park e che nei periodi invernali (spesso fino a inizio estate) è chiusa al traffico.
Entrare nel Tioga Pass da ovest ci ha permesso di attraversare la parte alta dello Yosemite e scendere poi verso la Yosemite Valley, dove ci aspettava la piazzola prenotata con 6 mesi di anticipo in uno dei campeggi spettacolari della vallata, per poi uscire dal lato sud e dirigerci verso il Sequoia nei giorni successivi, senza dover tornare indietro o ripercorrere la strada due volte.
Lungo il Tioga Pass abbiamo fatto tanti brevi stop, godendo i panorami più belli ed entrando lentamente nell'atmosfera incredibile di questo parco nazionale californiano.
Siamo arrivati a metà pomeriggio nel nostro campeggio Lower Pines, uno dei campeggi centralissimi nel Yosemite Valley, ai piedi del Half Dome, uno di quei posti da sogno dove, una volta che i visitatori giornalieri hanno lasciato la valle, arriva solo il silenzio e sembra d'essere in paradiso.
Giorno 8 (3 Agosto): Yosemite Valley in bicicletta
Questa è stata una delle giornate memorabili del nostro viaggio, una di quelle che sai che ti ricorderai per tanto, tanto tempo.
A noi la bicicletta fa questo effetto, il pedalare tutti insieme, nella natura, il sorpassarci e chiacchierare con il vento sulla faccia e ridere per le cadute (immancabili con i bambini, per lo meno con i miei) rende questa esperienza qualcosa di speciale, se poi la scenografia di tutto ciò è la Yosemite Valley, allora diventa un sogno, un bel sogno di famiglia.
Nel pianificare itinerari così lunghi è inevitabile avere giornate particolari di viaggio in cui magari i chilometri ti sembrano tanti ma invece non lo sono oppure decidi di cambiare le tappe.
A noi è successo nello scendere verso sud, salutando lo Yosemite, per avvicinarci al Kings Canyon e Sequoia National Park.
Avevamo inserito nell'itinerario uno stop a Jamestown, dove si trova una delle location del film Ritorno al Futuro e volevamo visitare anche Columbia State History Park nella città di Columbia. All'ultimo momento, preoccupati per il caldo terribile di quei giorni e per la necessità di fare scorta di cibo ed arrivare al campeggio successivo in tempo per rilassarci un pò, ci siamo diretti verso il Millerton Lake State Recreation Area, senza visitare altro.
Non ci aspettavamo di trovare un paesaggio così desertico, così secco e un caldo atroce. Abbiamo provato a rilassarci, fare una passeggiata sulle rive del lago, ma il caldo ci ha buttato tutti giù.
In quel frangente abbiamo capito che avevamo fatto benissimo a non inserire nel nostro itinerario i luoghi caldi come Death Valley e tutti gli altri parchi famosi dell'ovest americano, i nostri figli e noi non avremmo retto quel caldo atroce di agosto.
L'obbiettivo era avvicinarsi al Kings Canyon, non era quello di patire il caldo! Ne abbiamo comunque approfittato per rilassarci, sistemare il camper, fare carico e scarico e cucinare una cenetta deliziosa. Tutto ha un senso in viaggio, sempre!
Campeggio: Millerton Lake Campground, CA-145, Friant, CA 93626
Alle 6 del mattino abbiamo lasciato le aride colline intorno al Millerton Lake per tornare nella natura selvaggia delle montagne, il Kings Canyon ci aspettava!
Abbiamo guidato fino al Kings Canyon Visitor Centre, tappa da fare quella nei visitor centre prima di entrare nei parchi, si prendono le mappe, si fa il timbro nei diari di viaggio e si prende il pacchetto per le attività del Junior Ranger Program, che i miei figli volevano assolutamente fare.
A pochi chilometri dal Visitor Centre si trova il General Grant Trail, un sentiero circolare che si estende tra sequoie giganti. Uno spettacolo naturale incredibile che ci ha lasciato con il naso all'insù per più di un'ora.
Fortunatamente siamo arrivato al sentiero quando tanti turisti ancora dormivano ed abbiamo potuto camminare in una natura silenziosa, senza troppa gente intorno. Abbiamo percorso tutto il trail toccando ed annusando le sequoie, camminando dentro a quelle cadute, sentendoci degli esseri minuscoli di fronte a una natura così maestosa.
Dopo il Grant Grove ci siamo avventurati verso la strada panoramica del Kings Canyon, la Hwy 180, ma non l'abbiamo potuta percorrere tutta perché con il camper era troppo rischioso: strade strette, tortuose, con pareti rocciose pericolose.
Ci siamo goduti il panorama e ci siamo diretti verso il campeggio spettacolare che ci attendeva, uno dei più belli della California: Dorst Creek Campground.
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Siamo riusciti a partire preparatissimi per il nostro on the road in camper in California e sicuramente l'esperienza dei precedenti noleggi di camper in Europa (la prima volta in Francia e la seconda volta in Inghilterra) ci ha permesso d'affrontare in maniera consapevole questo tipo di viaggio, consci dei pro e dei contro del viaggiare in camper con i bambini.
Da dove iniziare?
Come posso fare a raccontare le tre settimane in giro per la California appena concluse?
Ho appena diviso per data e luoghi le quasi 2000 foto scattate e cerco di rimettere in ordine i pensieri, incollare gli ultimi biglietti, scontrini e mappe nei nostri diari di viaggio (c'è la contesa delle targhette dei campeggi tra i bambini, alla fine me li sono attaccati tutti nel mio diario così smettono di litigare!).
Il mio corpo ha ceduto al peso di queste ultime settimane intense e per tre giorni mi ha costretto a riposo, alla respirazione profonda, al far niente, cosa per me molto difficile.
La scuola è finita, il corso che ho frequentato da febbraio per perfezionare il mio inglese si è concluso, le attività dei bambini sono andate in ferie e noi adesso possiamo solo pensare alla partenza che si avvicina.
Se devo scegliere tra un bicchiere mezzo pieno e un bicchiere mezzo vuoto, scelgo quello mezzo pieno.
Se il cielo è pieno di nuvole cerco il raggio di sole, se il raggio di sole non si vede osservo le nuvole, se le nuvole sono piene di pioggia cerco di concentrami sulle gocce che cadono, se le gocce cadono su di noi mentre torniamo a casa da una gita in bicicletta ce la ridiamo per la bagnata inaspettata, se la pioggia era prevista dal meteo mi troverà pronta con l'abbigliamento giusto.
Una mail per lo show di fine anno, un'altra per la Summer Fayre, una per la cerimonia di premiazione, un'altra per il Taster Day al College, una per impostare i pagamenti online per il prossimo anno scolastico, un'altra per informarci degli orari di chiusura della scuola e della fine dei club pomeridiani, insomma giugno e luglio sono i due mesi di scuola più intensi, quelli che segnano la fine dell'anno scolastico e sono tampinati di eventi, celebrazioni e momenti memorabili.
Lascio i bambini a scuola, corro in stazione, faccio il biglietto andata e ritorno alla macchinetta, salgo sul treno delle 9.15, lascio scorrere i pensieri nei 10 minuti di pace sul treno e raggiungo la chiesa nel quale si svolge il Chit Chat: iniziano così tutti i miei mercoledì mattina.
Un paio di volontari sono lì all'ingresso per darci il benvenuto, far firmare il registro, raccogliere le offerte (1£ per partecipare), darci l'adesivo nel quale scriviamo il nostro nome e farci accomodare nei tavoli sistemati ai piedi dell'altare.
Ci sono periodi intensi, emozionanti, carichi di cose da fare, progetti da seguire, impegni da mantenere e che richiedono costanza e pure un pò di fatica.
Questo è uno di questi periodi ed ammetto che comincio ad essere stanca e sentire il bisogno di staccare, di fermarmi e non pensare più a niente.
Era una di quelle cose che volevamo fare da tanto tempo qui in Inghilterra, una di quelle esperienze da vivere e che facilmente va a riempire il cassetto della memoria senza lasciarlo più, soprattutto se i compagni di viaggio sono quelli giusti: abbiamo noleggiato una barca per navigare in uno dei canali inglesi per un giorno intero, la famiglia Far And Away al completo insieme alla famiglia di Miriam, una mia amica speciale che vive a Nottingham.
Abbiamo pianificato la giornata con settimane di anticipo, prenotando la barca, organizzando tutto il necessario in termini di cibo, bibite e cose varie, ma senza dire nulla ai bambini, per loro sarebbe stata una sorpresa il "dove" ci saremmo incontrati e il "cosa" avremmo fatto insieme.
Sorpresa riuscita!
Poco dopo le 7 del mattino, sia noi che la famiglia di Miriam, ci siamo messi in viaggio verso uno dei punti di partenza delle barche a noleggio nel Canale di Oxford (più o meno a metà strada tra dove vivono loro e dove viviamo noi qui in Inghilterra). L'appuntamento con il noleggiatore era per le 9.30 a Thrupp, ma noi per le 9 eravamo già tutti là e la sorpresa era svelata.
Thrupp, è un piccolo villaggio sul Canale di Oxford dal fascino particolare: tanti cottage lungo le acque tranquille, una piccola e graziosa Tea Room e un centro di noleggio canoe, kayak e barche, immerso nel verde rigoglioso della regione del Oxfordshire.
Lì ci aspettava Steve, un signore sulla sessantina, dalla faccia simpatica e vissuta, con capelli e barba bianca, codino, tatuaggi da marinaio e i modi di fare di chi conosce bene quelle barche e il canale.
In poco più di trenta minuti ci ha spiegato tutto quello che dovevamo sapere sulla navigazione, ha fatto mettere i giubbotti salvagente ai bambini, per precauzione, ci ha spiegato con un modellino in legno come funzionano le chiuse e come attivarle e ci ha lasciato un quaderno con tutte le informazioni necessarie e la mappa del canale.
Il concetto fondamentale della navigazione nei canali è "la calma": godersi il paesaggio senza mai distrarsi dalla guida della barca, andare piano, con calma, a ritmo lento e apprezzare il tempo con i compagni di viaggio.
Abbiamo noleggiato una barca semplice, che accoglie fino a 10 persone a bordo, munita di tutto il necessario per la gita di un giorno: tavolino, sedie, piccolo cucinino con due fornelli a gas e lavandino, i servizi igienici e spazio per tutti.
I due padri di famiglia si sono alternati nella guida mentre io e Miriam organizzavamo le cose da mangiare e gestivamo i bambini, felicissimi d'essere in barca ma non altrettanto felici di dover indossare i giubbotti salvagente.
Il rischio di finire in acqua c'è, è innegabile, soprattutto con loro che non smettono mai di voler correre, far su e giù, aiutare con le chiuse e partecipare alle fasi di attraccaggio.
La navigazione è andata lenta, in mezzo al verde e sotto un cielo azzurro pieno di nuvole che correvano veloci.
Abbiamo incrociato altre barche, ci siamo scambiati saluti ed abbiamo chiacchierato con tutti quelli che abbiamo incontrato nelle chiuse: turisti, pensionati che vivono in barca, coppie in holiday boat, gruppi di giovani intenti a far baldoria e tante altre famiglie.
Le chiuse regolano i flussi d'acqua nei tratti del canale in cui c'è un dislivello e sono state la parte più divertente per i bambini.
Quando si arriva davanti alla chiusa, si controlla il livello dell'acqua e si verifica che sia allo stesso livello del lato del canale dal quale arriviamo noi. Se il livello è lo stesso allora si apre la chiusa e si fa entrare lentamente la barca nel "lock". Si richiude e si va ad aggiustare il livello dell'acqua usando l'altro lato della chiusa e lasciando entrare o uscire l'acqua a seconda del caso. Una volta che l'acqua ha raggiunto il livello con la parte del canale in uscita si può aprire la chiusa e far uscire la barca. Se invece il livello non è lo stesso, allora si agisce sulla chiusa prima di far entrare la barca, appianando il livello dell'acqua, avendo prima controllato che dal lato opposto non ci sia nessuna barca in arrivo, altrimenti si dà la precedenza.
Adesso immaginatevi 5 bambini a voler collaborare ed essere coinvolti in tutto ciò: un vero divertimento per loro. Li abbiamo lasciati fare, ci hanno aiutato e sono stati davvero responsabili, oltre ad aver appreso cose nuove e visto con i propri occhi cosa è possibile fare con la forza dell'acqua.
Tutti i navigatori che abbiamo incrociato durante il nostro percorso ci hanno fatto i complimenti per avere dei giovani aiutanti così efficienti e in gamba, pronti anche ad aiutare le altre barche. Fiera, fierissima di questi piccoli navigatori entusiasti, attenti e attivi!
Il cibo ha sempre un ruolo importante in queste giornate, fortunatamente io e Miriam c'eravamo organizzate con tutto il necessario dividendoci i compiti: snack, panini, pasta fredda, cookies, acqua e caffè nel termos! Roba da far invidia a tutti i passanti!
Per far pranzare i due "capitani" abbiamo attraccato lungo il canale e ci siamo concessi mezz'ora di stop, per poi ripartire con la navigazione, in tempo per rientrare verso Thrupp.
Sono state 7 ore intense di navigazione e di concentrazione per i due capitani, mentre noi mamme e bambini gironzolavamo su e giù dalla barca, tra risate, chiacchiere, letture e semplice condivisione del nostro tempo insieme.
E' stata una di quelle giornate speciali che ricorderemo a lungo, di quelle che non vedi l'ora di rifare, di quelle di cui continuerai a ridere ripensando a quando la barca stava per andare contro un albero lungo il canale e noi mamme e i bambini da prua abbiamo tutti urlato forte "alberoooo", ma a poppa i capitani erano distratti a darsi il cambio al timone e non ci hanno sentito! Tranquilli, nessuno si è fatto male, né noi, né la barca, né l'albero: andavamo con "calma", il segreto della navigazione nel canale!
Info pratiche:
I canali navigabili sono tantissimi in Inghilterra. Per trovare quello che faceva al caso nostro ho utilizzato questo sito internet: www.canaljunction.com che propone una mappa completa e interattiva di tutti i canali. Una volta scelto il canale, nel nostro caso "the north and south Oxford Canal", abbiamo visitato le pagine internet dei noleggiatori proposte dal sito stesso qui. La ricerca ha richiesto un pò di tempo in quanto non tutti i noleggi di barche nei canali offrono il servizio di "day hire", cioè di noleggio per un giorno, la maggior parte propongono i noleggi per più di due giorni, insomma le mini vacanza in barca nel canale.
Abbiamo così capito che la compagnia che faceva al caso nostro era questa, ed abbiamo noleggiato partendo da Thrupp, località tranquilla e soprattutto con parcheggio gratuito a due passi dal canale.
Il numero massimo di passeggeri consentito è 10, noi eravamo in 9. Nel prezzo era incluso il carburante, l'assicurazione, il noleggio dalle 9.30 del mattino alle 5.30 massimo. Il prezzo è il tasto dolente di questa esperienza, motivo per cui è bene farlo con una famiglia di amici in modo tale da dividere la spesa, oltre che divertirsi da matti! La giornata di noleggio è costata 200£. Una cauzione di altri 200£ ci è stata richiesta al momento della consegna della barca e ci è stata restituita per intero, riportando la barca in ordine, pulita e senza niente di rotto.
Il noleggio di un giorno è impegnativo, soprattutto per chi, come noi, non aveva mai noleggiato una barca nel canale prima. Certi tratti del canale possono essere molto stretti, in altri punti si possono incrociare barche ed averne altre attraccate da un lato, insomma è necessario che il "capitano" sia concentrato e attento, l'errore può accadere in un attimo, soprattutto se si va a una velocità troppo elevata, visto che i tempi di risposta della barca ai comandi è lento. Considerate un pò di tempo per prenderci la mano e fare pratica, motivo per cui è bene essere in due famiglie così da avere anche chi si alterna alla guida e chi aiuta nelle chiuse.
Noi ci siamo portati tutto il necessario da casa: cibo, bevande, scottex, kit medico (anche se il kit di prima emergenza c'è in barca), crema solare, giacche a vento, giochi di società (che non abbiamo usato perché troppo presi dalla barca), salviettine umide, sacchetti spazzatura e macchina fotografica e videocamera per immortalare i momenti migliori!
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