L'Italia raccontata ad una classe di bambini inglesi in Inghilterra

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    raccontare l'Italia ai bambini inglesi

    "L'apprendimento si focalizzerà nel celebrare e nel comprendere ed apprezzare la ricchezza e diversità di culture presenti a scuola" diceva così una parte della mail che la scuola ha inviato ai genitori per informarci che la prima settimana di Ottobre sarebbe stato "international week", una celebrazione della multiculturalità per bambini, insegnanti e genitori stranieri.


    Questi ultimi sono stati calorosamente invitati a partecipare e dare il loro contributo nelle classi in cui la nazione di origine veniva studiata. La scuola dei miei figli ha bambini di tantissime nazionalità ed è vista come una ricchezza.

    Nella lista risultava che la classe di Paola avrebbe fatto il Giappone e la classe di Daniele l'Italia.
    Potevo tirarmi indietro? Ovvio che no e la mia collaborazione è stata ben accetta dalla maestra.
    Mi ha dato appuntamento per decidere insieme che argomenti trattare ed io mi sono presentata con un programma di 4 lezioni, di circa un'ora l'una.

    Ho cercato di toccare tutti gli aspetti della cultura italiana parlando di luoghi meravigliosi del Bel Paese (vi assicuro che è stata durissima fare una scelta di cosa mostrare), insegnando un pò di italiano, facendoli ridere con i gesti tipici del popolo italico e svelando curiosità e particolarità delle nostre tradizioni e della nostra cultura.

    settimana internazionale scuola inglese

    Provo a raccontarvi come sono andati i miei quattro giorni di condivisione con 30 bambini di 9-10 anni nella scuola inglese dei miei figli.


    GIORNO 1

    La maestra aveva già informato i bambini del mio arrivo, ma non credo sapessero cosa aspettarsi da me.
    La maestra mi ha lasciato sistemare alla scrivania, mi ha lasciato il suo pc e la lavagna e proiettore a disposizione. La mia chiavetta con tutto il materiale (foto e video) era pronta.


    Nel momento in cui la maestra mi ha lasciato la parola ho iniziato a parlare in italiano "ciao bambini, il mio nome è Fabiana, sono italiana, sono la mamma di Daniele e sono qui per parlarvi dell'Italia".

    I bimbi mi guardavano sorpresi, curiosi, alcuni un pò persi per non aver capito cosa avessi detto ed altri secondo me avranno pensato "oh, ma questa adesso ci parla tutto il tempo in italiano?".


    Altri hanno provato a contestualizzare la mia frase e quando ho chiesto in inglese cosa avevo detto, molti avevano capito o per lo meno percepito il senso della frase!


    Siamo passati subito alla prima attività.
    Divisi in gruppi ho chiesto loro di scrivere almeno 5 cose sull'Italia, per capire cosa conoscevano del mio paese e condividerlo con gli altri.
    Il timer di 3 minuti è partito ed alla fine del tempo i bambini erano pronti a dare le loro risposte.

    La maestra aveva dato loro un breve compito durante il weekend: dovevano ricercare alcuni "facts" (informazioni) sull'Italia.
    E' stato bellissimo sentire il loro punto di vista ed avere la conferma di tutto ciò per il quale l'Italia è conosciuta all'estero: il gelato, la pizza, la pasta, i Romani, il Colosseo, la torre di Pisa, Venezia, il calcio, lo stadio San Siro e la Ferrari.

    Io ero pronta ad aggiungere altre piccole cose alla loro lista.
    Li ho incuriositi con la Vespa e l'Ape Piaggio (mostrando foto ovviamente!) e li ho fatti ridere con la traduzione in inglese.
    E' stato bellissimo l'intervento di un bimbo indiano felicissimo di vedere la foto dell'Ape e orgoglioso di dire che ci sono anche in India!

    Ho poi nominato alcuni degli italiani famosi nel mondo ed i bambini sono stati bravissimi ad aggiungerne altri: Cristoforo Colombo, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Renzo Piano, Galileo Galilei, Pavarotti, Maria Montessori e tanti altri.

    Dopo questa attività introduttiva siamo passati ad un pò di geografia.
    La maestra aveva stampato il materiale: una cartina bianca dell'Italia, già divisa per regioni, tutta da riempire.

    Con l'aiuto di google maps abbiamo viaggiato da nord a sud, gli ho fatto vedere le Alpi innevate, i laghi del nord, la pianura padana e l'Appennino, siamo andati sulle isole più grandi, abbiamo parlato dei vulcani e della posizione strategica nel Mediterraneo dello stivale.
    Ho insegnato loro a dire "lo stivale" ed abbiamo ragionato sul fatto che l'acqua del mare in Italia è calda, non come l'acqua del mare qui in UK, perché? Risposta trovata subito dai bambini!

    Grazie allo street view abbiamo visto la differenza di paesaggio e architettura tra nord e sud. Siamo stati a Canazei e poi a Scicli, una meravigliosa cittadina barocca nella Sicilia sud orientale.
    Ho provato a spiegare la diversità da regione a regione in termini di dialetto, di tradizioni culinarie, di usi e costumi.

    La lezione è volata, mi è piaciuto talmente tanto stare lì con loro, vederli così curiosi e appassionati dell'argomento che non mi sono resa conto dei pochi minuti che mancavano alla fine del mio tempo.
    Siamo riusciti a fare un pò di italiano.

    Non è stato facile decidere cosa insegnarli ma ho pensato che la cosa migliore fosse focalizzarsi sulle principali differenze tra la lingua inglese e la lingua italiana.

    Gli ho fatto vedere che abbiamo maschile, femminile, singolare e plurale, che l'aggettivo va dopo il nome e che l'aggettivo concorda con il nome.

    Ho fatto l'esempio semplice di "il bambino" "la bambina" "i bambini" "le bambine"…li vedevo attoniti, quasi sconvolti da questa cosa, ma con un sorrisone alla fine ho chiesto loro se pensassero che fosse troppo difficile e complicato, alcuni hanno detto si altri no, ma alla mia domanda finale con tono gasatissimo "do you still want to learn Italian?" tutti in coro hanno risposto un entusiasmante "yes"!

    Ho chiesto loro di alzarsi ed abbiamo concluso la lezione con qualche gesto tipico italiano, perché per il nostro popolo il gesticolare, l'espressione facciale e del corpo sono essenziali.


    Un bel "I don't know" alzando le spalle e "you are crazy" con il ditino nella tempia sono stati i preferiti e li ho lasciati in suspance per la lezione due, pronti ad imparare nuovi gesti!

    vivere in inghilterra libro

    GIORNO 2

    La seconda ora di lezione è iniziata ricollegandomi alla lezione del giorno prima e facendo vedere loro foto di diversi tipi di paesaggi italiani: dalle Alpi all'Appennino, dalle colline toscane al mare della Sardegna, dalla Sicilia ai borghi dell'Umbria, dalle Cinque Terre a Roma, una vera carrellata tra la diversità di paesaggio in Italia. Potevo non parlare del cibo e sfatare alcuni miti e stereotipi italiani?
    Certo che no e per farlo mi sono fatta aiutare da un video utilissimo su alcuni aspetti della cultura italiana, di un youtuber che adoro, Marco di Marco in a box.

    Tanto per rimanere in tema cibo ho fatto una mini-lezione di pronuncia di alcuni piatti conosciutissimi qui in UK e che spesso vengono pronunciati erroneamente.
    Bruschetta, non si dice "bruscetta", linguine, non si pronuncia "linguini" e pistacchio non si pronuncia "pistacio" spiegando loro che la "E" finale in italiano si pronuncia E e che, salvo rare eccezioni, le vocali hanno sempre lo stesso suono.

    cibo italiano raccontato agli inglesi

    Siamo passati dal cibo alla scuola, ed ho raccontato loro le principali differenze tra la scuola italiana e la scuola inglese (senza soffermarmi troppo sul sistema scolastico nel dettaglio, perché li avrei annoiati, ma citando loro le peculiarità e curiosità più interessanti per loro):

    • tre mesi di vacanza estiva e niente "half term", ma solo vacanze di Natale e di Pasqua
    • non usano uniforme, ma alle elementari c'è il grembiule
    • in alcuni istituti vanno a scuola dal lunedì al sabato, ma solo la mattina
    • la maestra è la stessa per 5 anni e ne hanno più di una
    • i bambini ricevono la pagella ogni trimestre e possono essere bocciati a fine anno
    • la scuola primaria inizia a 6 anni
    • il materiale scolastico richiesto è molto più di quello che è richiesto qui ed i bambini hanno libri di testo 
    • l'importanza del diario e quanto era bello per me colorarci e farci scrivere dalle amiche!
    • differenza di pranzo in mensa
    • non ci sono "clubs" a scuola
    • le lezioni di nuoto non fanno parte del programma scolastico
    • non esiste l'"assembly"
    • hanno compiti tutti i giorni e in quantità superiore rispetto a quelli che danno qui.
    libri di testo scuola italiana

    Queste sono solo alcune delle differenza tra scuola italiana e scuola inglese, non potevo dilungarmi troppo, ma credo siano stati punti sufficienti per parlare di diversità.

    Ho fatto provare loro a scrivere in corsivo, altra differenza tra le due scuole, visto che il corsivo insegnato in Inghilterra è diverso da quello insegnato in Italia. Qui di seguito trovate esempi di corsivo insegnato nelle scuole in Inghilterra.

    corsivo inglese
    come scrivono in inghilterra

    Abbiamo concluso la lezione divertendoci con altri gesti italiani: l'indice sulla guancia per dire "buono", la mano sotto al mento per dire "I don't care" e le due mani spinte all'esterno per dire "finito-basta".
    Abbiamo riso in questi frangenti e vi dico che si sono impegnati un sacco nell'usare pure le espressioni facciali per accompagnare questi gesti. Se vedrete dei bambini inglesi in vacanza in Italia gesticolare, sono loro!


    GIORNO 3

    Ammetto che più avanzavo con le lezioni più ci prendevo gusto e mi sentivo a mio agio e credo che i bambini l'abbiano notato.
    Mi hanno accolto in classe con un caloroso "buongiorno" altri con un "ciao" e prontissimi per il terzo giorno di "tuffo in Italia".

    Ho provato a raccontare loro la giornata tipo di un bambino italiano, della colazione diversa, dell'andare a scuola magari in pulmino, ho citato l'eventuale catechismo del sabato pomeriggio in parrocchia, il pranzo a casa se escono da scuola alle 12.30, i compiti da fare, l'orario della cena diverso dalla cena inglese chiamata "tea" delle 5, l'andare a letto ai bambini inglesi, abbiamo parlato di programmi televisivi e di quelli che ci sono anche qui in UK e dell'importanza della famiglia e del forte legame che spesso c'è con i nonni (che se stanno vicini sono coinvolti nella vita del bambino molto più di quanto non lo siano i nonni qui in Inghilterra).

    Dopo queste brevi chiacchiere, accompagnate sempre da foto (la foto della colazione, del pulmino giallo, di un oratorio etc..) siamo passati alla parte più bella per me: il viaggio virtuale in Italia.

    Ho fatto stampare per loro dei mini passaporti in cui hanno scritto "nome e cognome" e nel quale li ho invitati a scrivere i nomi dei luoghi, tra quelli che gli avrei mostrato, in cui vorrebbero andare.

    Avevo preparato una lista di luoghi, accompagnata da foto in ordine e per alcuni luoghi anche video, il tutto unito all'utilizzo di google map per localizzare le bellezze di cui abbiamo parlato.

    Siamo stati a Roma con questo video, abbiamo conosciuto Verona e scoperto la storia di Romeo e Giulietta, abbiamo parlato dei castelli italiani e dell'unità d'Italia, hanno scoperto che in Italia ci sono gli orsi e siamo andati a vedere dov'è l'Abruzzo, abbiamo visto Venezia dall'alto in video mentre gli raccontavo tante curiosità della città sull'acqua più famosa del mondo, abbiamo parlato della Torre di Pisa e di Città del Vaticano, per passare poi anche a San Marino, tanto per far notare che sono due gli stati dentro al territorio italiano.

    Quando ho chiesto loro di dire dove sarebbero voluti andare, tantissime mani si sono alzate. Fortunatamente la maestra mi è venuta in aiuto nel fare la scelta di chi lasciar parlare con il suo vasettino dei nomi, da cui estrae a sorte.
    Sono dei piccoli bastoncini in legno sui quali c'è scritto il nome di ciascun bambino e che permette una scelta "giusta" di chi far parlare, senza deludere nessuno. Adoro questa cosa!
    Qui sotto potete vedere un esempio di questo strumento usato da moltissime maestre inglesi.

    estrazioni nomi in classe

    E' stato bellissimo vederli pronti a partire, addirittura qualcuno a chiesto di venire con noi nel nostro prossimo viaggio in Italia!


    GIORNO 4

    Ammetto d'averci preso gusto ad andare in questa classe ogni giorno a parlare un po' di italiano e fargli scoprire l'Italai insieme a me.

    Visto che il giorno prima avevamo parlato della routine di un bambini italiano, nell'ultima lezione ho pensato di raccontargli un po' come si svolge una festa di compleanno di bambini italiani e dalle diversità con la festa di compleanno inglese.


    Erano sorpresi di sentire che i regali si aprono durante la festa, che la torta si mangia tutti insieme e non viene messa nella party bag e che spesso le mamme restano.
    Le party bag non si fanno, anche se in alcuni posti cominciano ad essere di moda.


    Ho evidenziato il fatto che non c'è un determinato orario di fine della festa e che c'è chi si ferma per ore e ore, anche le mamme. Perché per noi italiani stare insieme e far festa, mangiare in compagnia è il massimo della socialità.


    Ho spiegato loro che la varietà di cibo ai compleanni va oltre torta, patatine e sausages rolls e che non vengono mandate le "thank you cards".
    A ripensarci adesso, mi sono dimenticata di fargli sentire come suona la canzone "tanti auguri a te..", ma infondo non si poteva fare tutto.

    Abbiamo continuato il nostro viaggio virtuale, sempre utilizzando il passaporto che velocemente si è riempito di nomi di luoghi meravigliosi.

    Li ho portati sul Monte Etna e gli ho fatto vedere l'eruzione del vulcano più grande d'Europa ; li ho portati alla Cinque Terre facendogli vedere foto meravigliose di Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore; poi siamo andati verso sud nella bella Amalfi ed abbiamo parlato delle Repubbliche Marinare; siamo andati a Pompei ed ho lasciato raccontare ad uno dei bambini della classe che c'è stato quest'estate com'è; abbiamo visto le cascate costruite dall'uomo più alte del mondo, le Cascate delle Marmore e le abbiamo ricollegate ai Romani (i Romani è l'argomento di questo trimestre per i bambini di Y5 della nostra scuola); siamo andati a fare un giro tra i trulli di Alberobello e tra i Sassi di Matera.

    Diciamo che hanno avuto l'imbarazzo della scelta sul cosa aggiungere nel loro passaporto.

    Il tempo con loro è volato, ho fatto in tempo a parlare di un pò di tradizioni italiane, tra cui il carnevale e la befana prima di concludere con un divertente scioglilingua.

    Vista la mia "erre moscia" non ho potuto di certo proporgli "trentatré trentini entrarono a Trento…" ma mi sono lanciata sul "Apelle figlio di Apollo, fece una palla di pelle di pollo, tutti i pesci vennero a galla per vedere la palla di pelle di pollo fatta da Apelle figlio di Apollo".

    Mi guardavano e sorridevano incuriositi, perché gli scioglilingua hanno questo effetto in tutte le lingue!

    Poi è stato il loro turno e seguendomi l'hanno ripetuto con me.

    E' stato emozionante, divertente, unico, arricchente.

    E' stato bello dedicare il mio tempo a questi piccoli ragazzi curiosi ed ammetto che mi hanno stupito con la loro voglia di conoscere e la facilità con cui sono riuscita a coinvolgerli e interessarli.

    La passione che ci ho messo, la gioia e l'entusiasmo ha aiutato ovviamente e vederli oggi fuori da scuola salutarmi da lontano con calorosi "buongiorno" o "ciao" mi ha scaldato il cuore.

    Il regalo più bello che possiamo fare agli altri è il nostro tempo, questo è bello ricordarlo ogni tanto.

    La lezione si è conclusa con uno sgranocchiamento di grissini e con un immenso mazzo di fiori e "thank you card" per me, accompagnati da una scatola di latta piena di deliziosi amaretti (avevamo anche parlato del fatto che in Italia non c'è la scelta di Card come abbiamo qui e che le Thank you card non ci sono).

    ringraziamenti

    Mi hanno ringraziato, mi hanno fatto un applauso e mi hanno fatto commuovere ed io, con la mia energia contagiosa, li ho ringraziati forte, molto forte e, con la premessa che noi italiani facciamo così, ho abbracciato e baciato la maestra per dire grazie a lei per la bella opportunità e lei mi ha stretto forte (alla faccia di chi dice che gli inglesi sono freddi!).

    Italiani o no, la passione arriva, è contagiosa!

    P.S.: l'Italia di pasta nella foto di copertina del post l'abbiamo fatta io e Daniele per "international week", visto che era stato richiesto un lavoretto creativo, tanto per tenersi occupati!


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