Equilibri ed evoluzione del bilinguismo

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    Siamo ufficialmente entrati nel nostro quarto anno di vita in Inghilterra, tante cose sono cambiate da quando siamo arrivati qui, tra cui il bilinguismo.

    Equilibri ed evoluzione del bilinguismo sono in costante mutamento per la nostra famiglia italiana in Inghilterra.

    Siamo passati dal bilinguismo italiano-francese al bilinguismo italiano-inglese, attraversando diverse fasi ed affrontando non poche difficoltà.

    A prova del fatto che il bilinguismo è un aspetto della nostra vita in continua evoluzione, si sono un po' invertite le situazioni: se all'inizio facevo del mio meglio per aiutarli nell'apprendimento dell'inglese, con i primi passi raccontati qui, gestendo al meglio le loro piccole e grandi difficoltà, gioendo insieme dei progressi giorno per giorno, entrando in crisi per il trilinguismo, ed arrivando dopo circa 7 mesi a un ottimo livello linguistico, adesso devo spingere sull'italiano.

    L'italiano, che conoscono molto bene e che è la loro lingua madre, qualche volta viene sovrastato dall'inglese, che ha la meglio, soprattutto in certi momenti della quotidianità dei miei figli.

    crescere bambini bilingue

    L'italiano per loro è la lingua di mamma e babbo e la lingua dei nonni, degli zii e degli amici in Italia, è la lingua di casa.

    Generalmente (tranne piccole eccezioni) si rivolgono a noi in italiano e noi genitori parliamo sempre e solo italiano con loro.

    Quando li vado a prendere a scuola, la lingua è l'italiano, "com'è andata?" viene chiesto in italiano e loro rispondo nella nostra lingua.

    Qualche volta magari viene inserita una parola in inglese del tipo "Mamma, oggi abbiamo fatto forest school ed ho cambiato i miei books", ma diciamo che bisogna pur accontentarsi e non pretendere nemmeno troppo, infondo passano le loro giornate in un ambiente inglese, le loro testoline ormai ragionano e sognano anche in quella lingua. Sono dei bambini bilingue a tutti gli effetti!

    Io tengo sempre duro con la mia tecnica del ripete. Per cui ad una frase come sopra io ribatto più o meno così: "ah, che bello, siete andati nella foresta ed hai finalmente cambiato i tuoi libri!".

    Trovo questo metodo l'unico possibile e vitale per continuare a crescere i miei figli bilingue e per mantenere viva la nostra lingua, sopravvivendo alla prevaricazione dell'altra, ma devo ammettere che certe volte è davvero stancante.

    L'inglese prende sempre più piede, ovviamente.
    Le difficoltà iniziali sono ormai un ricordo lontano e le soddisfazioni per i loro risultati a scuola non mancano. Possiamo ritenerci più che soddisfatti!

    Il casino adesso è tenere duro con l'italiano, che per fortuna viene sempre parlato in casa, unica lingua parlata nelle quattro mura domestiche da me e Babbo, ma che non è l'unica per i miei figli.

    Da diversi mesi ormai capita spessissimo di sentirli parlare in inglese tra di loro mentre giocano in camera.

    Instintivamente mi sono ritrovata a gridare dal piano di sotto "in italiano, per favore!" e sentirli passare all'altra lingua, per poco, per qualche minuto e poi via, di nuovo in maniera naturale, ritornano a parlare in inglese. Ho capito che il semplice chiedergli di parlare in italiano non funziona e non serve a niente!

    Succede così spesso: tra di loro (se sono soli) comunicano in inglese e la cosa mi preoccupa e non poco.

    Presa da un momento di fisime mentali, mi sono immaginata vecchietta in un cottage a sorseggiare tè, circondata da tre figli grandi che tra di loro parlano inglese, che parlano inglese ai loro figli e alle loro compagne/i ed io che mi batto per insegnare l'italiano a nipoti, generi e nuore cucinando lasagne, pasta al pesto, polpette e tiramisù!

    Tornata con i piedi per terra e con la mente lucida, ho realizzato che un po' me ne devo fare una ragione. Abbiamo voluto l'integrazione e questa passa anche dalla lingua. Siamo palesemente immersi in un'altra cultura e stiamo affrontando un vero e proprio bilinguismo biculturale in cui la lingua dominante sta diventando l'inglese.

    L'inglese a scuola, l'inglese con gli amici, l'inglese nello sport, l'inglese nei film e l'inglese nei libri, questa lingua sta prendendo il sopravvento, inevitabilmente.

    Abbiamo dei libri in italiano, quelli della lettura serale durante il "circle time", quel momento a cinque in cui, dopo la lettura, raccontiamo il bello e il brutto delle nostre giornate.

    Quella lettura è rigorosamente in italiano, ma viene fatta da me, ogni tanto il più grande, Lorenzo, accetta di leggere qualche riga alternandosi con me e ultimamente anche Paola vuole provarci, mentre Dani, quello di mezzo, si rifiuta categoricamente di leggere ad alta voce in italiano.

    Misteri delle menti dei bambini bilingue.

    Il bilinguismo non è percepito nello stesso modo da tutti i bambini, ne sono un esempio i miei tre figli.

    C'è chi si trova in maniera naturale più a suo agio nella seconda lingua, per esempio Daniele, lui parlerebbe solo e soltanto in inglese, le battute le fa in inglese, i film li vuole vedere in inglese (non regge proprio il doppiaggio dei film!) ed i libri li legge solo in inglese.

    C'è chi è più curioso e chiede, approfondisce, vuole capire le differenze, come Paola, che con i suoi quasi 7 anni mi chiede spesso di farla scrivere in italiano e legge sempre un libro della fattoria in italiano (regalo azzeccato della NonnaFarAndAway) quando le asciugo i capelli dopo la doccia.

    Poi c'è chi dei tre "guida" l'italiano, Lorenzo, colui che se si rende conto che stanno parlando troppo in inglese, fa deviare la conversazione in italiano e va fierissimo della sua conoscenza della lingua, soprattutto adesso che in High School studia latino e spagnolo ed ha realizzato che ha ottimi risultati grazie alla sua conoscenza dell'italiano!

    Diciamo che l'impegno non manca, ma credo che andando nelle scuole inglesi ed essendo immersi ed integrati in questa cultura, il nostro italiano vivrà tempi duri, ma non ci scoraggeremo.

    La nostra preziosa lavagna in cucina raccoglie sempre parole nuove e spiegazioni grammaticali. Per qualche settimana ci sono stati i suoi "ci, ce, chi, che" e poi le parole con la "gli" e le parole con le doppie, poi i suoni con "gn" e via dicendo.

    Sicuramente dei ritorni più frequenti in terra italica o delle visite più costanti di parenti e amici aiuterebbero questo nostro percorso, ma per adesso è andata così.

    Non sempre è facile rientrare in Italia, non abbiamo un posto nostro che ci chiama ed il fatto di non aver radici si fa sentire e credo lo sentano anche i bambini.

    Ci chiama l'affetto per le nostre famiglie, ed è questo che ci fa volare in Italia quando riusciamo a trovare tariffe aeree accettabili. Sicuramente i giorni di immersione totale con l'italiano aiutano i miei bambini bilingue a sciogliersi e mettere per un po' da parte l'inglese, anche solo per poco.

    In cuor mio sono consapevole che sarà sempre più difficile, che dovrò inventarmi altre tecniche per mantenere il livello dell'italiano alto e non sarà sempre facile.

    E' bellissimo sentirli parlare in inglese così fluentemente, senza minimamente riconoscere il loro accento, senza errori, con una semplicità e naturalezza invidiabile da noi adulti, che abbiamo fatto sacrifici immensi per arrivare al nostro livello di inglese.

    Per cui guardo il positivo, non li critico per i loro piccoli errori nell'italiano, soprattutto perché è rischioso.
    Correggere piccoli errori nelle frasi in maniera sbagliata potrebbe portare direttamente al rifiuto della lingua e questo va evitato assolutamente.
    Ho imparato tanto dai workshop a scuola sulla gestione dell'errore secondo la teoria del growth mindset, se non sapete di cosa si tratta e siete curiosi, trovate il post qui.

    Io continuo con la mia tecnica di ripetere, con lo spiegare il significato della parole, facendo notare come alcune costruzioni delle frasi in italiano siano diverse dall'inglese. Mi diverto a fare un po' l'insegnante, ma nei limiti delle mie possibilità e della loro pazienza.

    Tutto il resto lo lascio scorrere in maniera naturale, senza forzature, perché voglio che l'amore per l'italiano non manchi mai e che sia sempre identificato come la "nostra lingua" quella della nostra famiglia, in qualunque nazione saremo.


    Se volete approfondire ulteriormente l'argomento del bilinguismo, qui trovate tutti gli articoli correlati:


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