Da qualche anno è ufficiale: i miei figli sanno la verità su Babbo Natale. Diciamo che non ci hanno mai creduto troppo, nel senso che erano troppi i loro dubbi e perplessità:"Mamma noi non abbiamo il camino, da dove arriva Babbo Natale?"
"Mamma ma se Babbo Natale riesce a entrare in casa nostra, allora anche qualunque ladro può riuscirci?"
"Mamma ma come fa a consegnare tutti i regali in una notte?"
"Mamma, ma dai, le renne non volano!" e via dicendo!
Se c'è una cosa che amo del vivere qui in Inghilterra è l'aria che si respira nel periodo natalizio, quella sorta di magia che in altri luoghi in cui ho vissuto ho sentito meno.
Sarà l'energia che gli inglesi investono nel festeggiare al meglio questo periodo dell'anno, sarà l'impegno che ci mettono nel far vivere ai bambini la magia del Natale, saranno la musica ed i Christmas Carols e tutti i mille eventi che la comunità in cui viviamo e le scuole organizzano nel mese di Dicembre, ma a me questo periodo dell'anno fa impazzire.
California is always a good idea.
Il viaggio in California per noi è iniziato nel momento in cui l'abbiamo pensato, quando con libri e guide alla mano abbiamo cominciato a leggere, studiare e sognare.
Ci sono cose del modo di fare alla guida degli inglesi che ormai sono diventate normalità per me. Un normalità che quando rientro in Italia mi appare ancora più forte.
Guidare in Inghilterra e guidare in Italia sono due esperienze culturali molto diverse. Per chi si ritrova al volante in questa terra, ci potranno essere tante cose che potrebbero sembrare "strane".
Questo articolo, dedicato al guidare in Inghilterra, non tratterà dei limiti di velocità (li trovate nel sito ufficiale del governo inglese se ne avete bisogno) e non spiegherà come fare a guidare a sinistra (è semplice, basta fare attenzione e rispettare le regole).
Si sente tantissimo parlare di Circle Time nelle scuole qui in Inghilterra, dagli asili alla scuola primaria, un po' meno nella scuola secondaria.
Per Circle Time si intende quel momento nel quale la maestra ed i bambini si siedono in cerchio in modo tale da potersi guardare negli occhi, sentirsi uniti e collaborare per discutere e risolvere eventuali problemi.
E' un ottimo strumento per aiutare i bambini a sviscerare problematiche particolari tramite l'espressione delle emozioni, per sviluppare relazioni positive e capacità di ascolto e di dialogo tra i compagni di classe.
Ci succede spesso di fermarci a pensare a quanto il tempo ci sembra scorra troppo velocemente da quando viviamo qui in Inghilterra. C'è chi dice che sia perché stiamo bene in espatrio e perché siamo impegnati, su questo non c'è dubbio.
Ogni volta che si avvicina la data di un anniversario di espatrio, in noi scattano riflessioni e una sorta di "tiriamo le somme" che ci porta a fare un tuffo nel passato e ad analizzare i pro e i contro della nostra vita alle porte di Londra e della nostra vita di famiglia italiana in Inghilterra.
A circa quattro ore di strada da San Francisco si trova il "paradiso", a noi piace definirlo così: il Lago Tahoe.
Il lago alpino più grande del Nord America è qualcosa di imperdibile se si decide di esplorare la California, quella vera, non quella che erroneamente si crede sia il Grand Canyon e la Monument Valley; quelle meraviglie sono in un altro stato degli USA.
L'accettazione e la sopportazione di un determinato clima sono strettamente legate alle nostre origini, al clima in cui siamo cresciuti, alle esperienza climatiche vissute in precedenza e alla personale sopportazione del caldo; questo per mettere le mani avanti e farvi capire perché io in fondo amo l'estate inglese.
Sono cresciuta in provincia di Parma dove le estati sono afose, piene di zanzare e mosconi, dove la mia pelle appiccicosa chiedeva pietà e le tre docce erano all'ordine del giorno, dove mio papà teneva tutto chiuso e stavamo quasi al buio per non far entrare in caldo, dove nel mezzo del giorno dovevi stare in casa perché faceva troppo caldo e dove la notte dormivi con le finestre spalancate aspettando l'ingresso dell'aria fresca della sera.
Se c'è una cosa che ho amato fin da subito della cultura inglese è la loro capacità di "celebrare".
Ci sono le celebrazioni a scuola, quelle all'inizio dell'anno scolastico per ringraziare la terra ed il suo raccolto "Harvest Festival", quelle natalizie e quelle per altre religioni, la celebrazione dello sport con lo sport day e le tante celebrazioni di fine anno.
Per chi mi segue da un po' nel blog risulta chiaro e lampante quanto io ami scoprire luoghi nuovi di questa terra magica che è diventata casa per me e la mia famiglia, luoghi che vanno al di là della gettonatissima Londra, che rimane comunque una delle mete preferite dagli italiani.
Londra è magica, non c'è dubbio, ma oltre alla grande capitale moderna ed eclettica, c'è tutta una terra da scoprire, la "vera Inghilterra", quella delle grandi distese di verde, dei campi di pecore, delle scogliere mozzafiato, dei castelli da favola, delle maree, dei treni a vapore, delle spiagge infinite, delle foreste da percorrere in bici, dei luoghi inediti che non tutti i tour classici propongono.
A poco più di un'ora da Londra ed immerso nella campagna inglese del Buckinghamshire c'è un piccolo villaggio dalle casette in sassi e cottage colorati, di quelli dove lungo la strada principale svolazzano le caratteristiche bandierine triangolari, dove si possono trovare pub tradizionali e piccole boutique di artigiani locali e dove in pochi minuti di camminata ci si immerge nei boschi.
E' Great Missenden, il villaggio dalle origini medievali nelle Chiltern Hills, nel quale Roald Dahl si trasferì nel 1954 con la sua prima moglie.
Per 36 anni l'autore di libri in inglese per bambini come Matilda, BFG, La Fabbrica di Cioccolato (#ad) e tanti altri, ha vissuto in questo villaggio ed è proprio nella capanna del suo giardino, il cui interno è preservato e esposto nel museo, che ha scritto le sue opere letterarie tradotte in più di 50 lingue, che prendono ispirazione da questi luoghi.
Dopo la sua morte, nel 1990, la sua seconda moglie, Felicity, fu determinata nel trovare un luogo in cui raccogliere la collezione completa dei suoi manoscritti, le sue foto e tutto quello che lo riguardava, come uomo e come artista. E' nato così il Museo di Roald Dahl.
Voleva un luogo in grado di colpire, affascinare, ispirare i bambini e trasmettere la passione per la lettura e la scrittura.
Io volevo un'esperienza particolare come regalo di compleanno per la più piccola di casa, accanita lettrice come i fratelli, che negli ultimi mesi si è appassionata di Roald Dahl grazie anche alla sua maestra che ha letto i suoi libri in classe e che ha impostato tutto il lavoro del trimestre intorno alle sue opere.
La mattina del suo compleanno, Paola ha trovato cinque biglietti per il Roald Dahl Museum and Story Centre. La domenica successiva, alle 10 del mattino, eravamo già di fronte al numero 81 della via principale del villaggio di Great Missenden dove si trova il Museo di Roald Dahl, inaugurato nel 2005, un luogo incredibile che indubbiamente persegue tutti gli obiettivi della moglie di Roald Dahl.
Il sabato e la domenica il museo apre alle 11.00, lo sapevamo, ma sapevamo anche che il Café del Museo apriva alle 10.00 ed un BFG cookie non potevamo di certo lasciarcelo scappare.
Siamo stati tra i primi ad entrare e notare subito il cancello Willy Wonka, lì davanti a noi!
Tutto il museo è ovviamente un richiamo alle sue opere e alla sua vita. Stanza per stanza si percorre la storia di questo scrittore, iniziando dalla Boy Gallery, con la sua imponente porta di cioccolata, nella quale viene raccontata con parole, immagini e attività multimediali la vita del giovane Roald Dahl.
La stanza chiamata Solo Gallery è quella che ha affascinato di più i miei bambini. E' lì che si scoprono le esperienza di vita dell'autore, documentate con foto, oggetti e parole.
E' in questa stanza che è stato ricostruito il suo Writing Hut in maniera impeccabile.
Le attività per i bambini non mancano; da una parete all'altra è un susseguirsi di cose da fare, vedere, toccare, scrivere!
La fantasia dei bambini viene liberata nel The Story Centre, il fulcro della creatività del Museo di Roald Dahl. E' qui che, dopo aver ispirato i bambini nelle due stanze precedenti, i piccoli scrittori possono imparare, creare e fare.
Ci sono costumi per travestirsi, ci sono materiali per creare immagini, ci sono giochi con le rime e le parole e c'è l'area creativa, nella quale abbiamo lasciato un segno anche noi.
In quest'area c'è una copia della famosa poltrona di Roald Dahl, a disposizione dei visitatori per immedesimarsi nell'autore all'interno del suo writing hut.
Ad orari prestabiliti ci sono poi le letture ad alta voce in un'altra area del museo. Abbiamo partecipato ad una di queste sessioni di storytelling ed è stato un vero piacere, nonostante due dei miei figli si ritenessero troppo grandi per queste cose (9 e 11 anni), ho visto sorrisi sui loro visi ed li ho sentiti ridere mentre le due ragazze del museo, travestite, leggevano un testo tratto da Revolting Rhymescon capacità di storytelling incredibili.
Il Museo di Roald Dahl non è un museo come gli altri, è qualcosa di diverso. E' ispirazione e fantasia, è semplicità e complessità allo stesso tempo, è coinvolgimento e divertimento.
Un mondo tutto da scoprire, soprattutto se si è appassionati di Roald Dahl, ma anche solo se si vuole scoprire qualcosa di più sulla sua vita e le sue opere.
All'ingresso del museo viene data una guida con la mappa ed ai bambini viene data l'attività del momento (una caccia al tesoro o la ricerca di cose particolari, dipende da cosa è in programma in quel periodo) e viene dato un piccolo librettino tutto da scrivere chiamato My Story Ideas Book.
L'idea dietro a questo libretto è di ispirare i bambini e far sì che loro si lascino ispirare dal mondo che li circonda per scrivere le loro storie, per raccontare.
Paola ha scritto su quel quadernino appena arrivati a casa. Ha passato ore a riempire tutte le pagine. Io pensavo d'aver fatto un regalo a lei, lei lo ha fatto a me.
Roald Dahl Museum and Story Centre 81 to 83 High Street, Great Missenden Buckinghamshire, HP16 0AL
Trasporti
Il museo è raggiungibile in treno da Londra (stazione di Londra Marylebone). La stazione di Great Missenden è a pochi minuti a piedi dal museo. Questo il sito per controllare gli orari del treno ed il prezzo del biglietto. Se raggiungete il museo in automobile considerate d'arrivare presto per riuscire a trovare parcheggio facilmente. Nelle vie principali del villaggio non è possibile parcheggiare, ma ci sono un paio di parcheggi poco fuori dal centro, ma sono a pagamento con monetine.
Orari di apertura e biglietti
Il museo è aperto dal martedì al venerdi, dalle 10.00 alle 17.00. E ' chiuso il lunedì (tranne i lunedì di Bank Holiday) Il sabato e la domenica il museo di Roald Dahl è aperto dalle 11.00 alle 17.00.
Il prezzo del biglietto di ingresso è 7.40 £ per gli adulti, 4.90 £ per i bambini (dai 5 ai 12 anni). I bambini sotto i 5 anni sono gratuiti. Il biglietto vale un anno. E' raccomandata la prenotazione, soprattutto se si visita il museo in alta stagione, nei periodi di vacanza scolastica e nei giorni di festa. Possono essere prenotati in anticipo anche i workshop. Nel sito del museo trovate tutte le info riguardanti queste attività speciali per i bambini, basta cliccare su "What's on" e vi compariranno gli eventi mese per mese.
Età consigliata
Il museo è consigliato per bambini dai 3 ai 12 anni e le loro famiglie. Tuttavia è uno di quei luoghi in cui tutti gli adulti appassionati di Roald Dahl non potranno non amare.
Durata della visita
Il museo è piccolo, per cui in poco più di un'ora si possono visitare le gallerie. Considerate poi circa un venti minuti per lo story telling e poco più di un'ora per le altre attività. Diciamo che una mezza giornata è più che sufficiente per il Roald Dahl Museum.
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Scrivo da un tavolo incasinato, circondata da cartoni, scatole di giochi e quel casino generale che regna sovrano in una casa che si deve riprendere da un trasloco. Si è conclusa la nostra seconda settimana in casa nuova, in casa nostra e le cose da fare sono ancora tantissime.
Mi assale spesso quella sensazione di non riuscire a vedere la fine, ma poi piano piano riesco a intravedere spiragli di luce in fondo al tunnel.
Con il camper a noleggio abbiamo dormito in uno dei campeggi più belli della California, ilDorst Creek, nel parco nazionale Sequoia, uno di quei campeggi dove l'immersione nella natura è totale, dove si possono incontrare orsi, dove la notte le stelle sembrano talmente grandi da farti sentire più vicino al cielo e dove il solo rumore che si sente è quello della natura.
Lo chiamiamo Carlo ormai, da 35 anni è il medico di famiglia dei miei genitori.
Me lo ricordo quando da bambina arrivava a casa nostra con la sua Fiat Uno per visitarmi quando avevo le mie soliti tonsilliti.
Veniva negli orari più strani, ma veniva sempre e lo vedevi che ci teneva, che voleva far bene il suo lavoro e la mia mamma gli preparava torte, vasetti di marmellata fatti in casa ed altre delizie per ringraziarlo della sua disponibilità.
Lui era lì di fronte a me e piangeva, io piangevo più forte di lui e ci abbracciavamo stretti stretti. Lui poco più di un anno, io quasi trentenne.
Babbo ci trovò così nella sala vuota dell'appartamento della periferia di Dublino che stavamo per lasciare, io e Lori teneramente disperati e Dani in pancia che probabilmente assisteva a tutto questo turbinio di emozioni dalla sua tana calda (beato lui!).