Il pranzo di Natale in Inghilterra, chiamato Christmas Dinner (sull'uso di dinner per indicare il pranzo dovrei riparlarne con la mia insegnante di inglese delle superiori!) è l'evento culinario dell'anno per gli inglesi, oltre ad essere l'occasione in cui si ritrovano in famiglia, intorno alla tavola.
Sono veramente tanti gli inglesi che vivono lontani dai loro cari e dalla città d'origine, e il giorno di Natale è l'occasione per rivedersi, condividere momenti di gioco con i Christmas Crackers e i loro indovinelli, fare partite ai famosi Christmas Games e guardare insieme il discorso del Re "The King's Christmas Message" in televisione.
Conosco tantissimi genitori italiani che si impegnano terribilmente per far imparare l'inglese ai loro figli: corsi dispendiosi, stage estivi, cartoni animati in lingua e chi più ne ha più ne metta.
Io credo fermamente anche, e soprattutto, nel potere della lettura, anche perché adoro alla follia la letteratura per l'infanzia e l'incredibile scelta che abbiamo di libri in inglese per bambini.
Leggere in inglese ai propri figli può essere complesso: noi adulti, per primi, dobbiamo capire cosa stiamo leggendo e pronunciare bene le parole, quando effettuiamo quello che qui chiamano storytelling.
Credo fermamente che il gioco, le attività creative, la musica e la lettura (non forzata, ma piacevole) siano gli strumenti migliori per imparare una lingua, insieme a tanta ripetizione e visualizzazione delle parole.
Nel periodo natalizio veniamo tempestati da nuovi vocaboli che, da stranieri in Inghilterra, all'inizio ci risultavano nuovi. Andavamo così a cercarne il significato e, per quelli più tradizionali e tipici dell'Inghilterra, ci informavamo anche sull'origine del termine.
Ho sempre cercato di proporre attività in inglese a tema natalizio ai miei figli, per aiutarli ad ampliare il vocabolario di Natale e approfondire la conoscenza della lingua.
Trasferirsi in Inghilterra e decidere di viverci può essere una scelta difficile, complessa, soprattutto per chi è alla prima esperienza d'espatrio e per chi quella scelta l'ha presa, magari, per necessità, guidato da bisogni lavorativi, familiari ed economici, che l'hanno portato via dall'Italia.
Lasciare la propria casa, i propri affetti, le proprie abitudini e, quella che qui definirebbero, la propria comfort zone, può essere scioccante. Si chiama appunto culture shock, lo shock culturale, e si riferisce all'esperienza emotiva di sconforto, ansia, preoccupazione, disagio, depressione o confusione che si prova nel momento in cui ci trasferiamo e iniziamo a vivere in una nazione diversa da quella di origine.
L'ho provato sulla mia pelle, non mi vergogno di certo ad ammetterlo, quando sono partita con un biglietto di sola andata, da sola, per Dublino nel 2004. Avevo 26 anni, ero reduce, fortunatamente, da altre brevi esperienze all'estero negli anni delle superiori e dell'Università, ma non sono stata comunque esente dal provare il culture shock.
Lo shock del cibo, così diverso da quello a cui ero abituata, lo shock della prima volta che sono finita in ospedale per un'emergenza, lo shock del vivere in case in affitto che non erano di certo accoglienti come quella che avevo lasciato, lo shock di alcuni modi di fare degli irlandesi che non riuscivo a capire, lo shock di un nuovo ambiente lavorativo e di infinite regole nuove.
Da quel 2004 ne è passata di acqua sotto i ponti ed il mio modo di affrontare l'espatrio e percepire il culture shock è indubbiamente cambiato, a tal punto da non sentirlo quasi per niente adesso che viviamo in Inghilterra. Ci sono alcune qualità che mi hanno aiuta ad affrontare al meglio la vita alle porte di Londra con la mia famiglia, tra cui l'umiltà.
L'esperienza di vita in Irlanda, dal 2004 al 2009, e in Francia, dal 2009 al 2014, mi hanno indubbiamente aiutato ad arrivare qui preparata, consapevole di cosa poter fare per ridurre quello shock culturale, che può davvero destabilizzare e rovinare l'esperienza dell'espatrio.
Io amo vivere all'estero, chi mi segue da un po' deve averlo percepito! Non credo potrei fare a meno della mia condizione di italiana in Inghilterra: amo il fatto che i miei figli stiano crescendo come veri e proprio Third Culture Kids, amo il poter interagire con altre persone parlando lingue diverse, amo il poter continuamente approfondire la mia conoscenza della cultura inglese, della lingua inglese e non solo, amo poter scoprire sempre posti nuovi, amo guardarmi da fuori e vedere il mix che sono diventata e amo tutto quello che l'esperienza da espatriati ha dato, in termini di apertura ed elasticità mentale, alla mia famiglia.
So benissimo che non per tutti è cosi, sfortunatamente. So bene quanto il modo di percepire e vivere l'espatrio dipenda da quello che ci siamo lasciati alle spalle. Se "quello" era una bella casa in Italia, con tanti amici intorno, con gli affetti familiari nella porta accanto, con tradizioni e radici ben salde e magari l'amore passionale per il caldo, il sole e i tuffi al mare, allora lo shock culturale del vivere in Inghilterra potrebbe farsi sentire forte e chiaro, insieme alla forte nostalgia di casa (quello che qui chiamano homesickness e che rende pienamente l'idea!).
Ci sono alcune cose che possiamo fare per ridurre questo shock culturale e che mi hanno permesso di vivere un'esperienza di vita all'estero, qui in Inghilterra, in particolare, molto piacevole e serena. Fateci caso, provateci, inseritene una a una nella vostra vita e vedrete che vivrete l'espatrio in modo più positivo e il vostro trasferimento in Inghilterra sarà molto più facile!
Potrebbe venire spontaneo fare paragoni, ogni volta che si presenta davanti a noi qualcosa di diverso, sarà una tentazione quotidiana. La pizza con l'ananas, ma noi dai in Italia non si fa! Il bidè che non esiste, ma gli inglesi come fanno? La formalità di certi dialoghi con gli inglesi, ma gli italiani sono più socievoli! La fissa per le code, ma dai un po' di flessibilità e evasione! Potrei fare decine e decine di esempi, ma preferisco fermarmi qui.
Fare paragoni non serve a nulla e non aiuterà a farvi ambientare in Inghilterra. Al posto di usare le energie nell'analisi di tutte le differenze, che potrebbero solo farvi innervosire, cercate di vedere l'opportunità di poter imparare cose nuove, di poter abbracciare nuove abitudini e farvi piacere quello che è diverso, ne guadagnerete in termini di crescita personale, ve l'assicuro. Ogni nazione ha i suoi punti di forza e i suoi punti di debolezza, ogni nazione ha i suoi pro e contro, non dimentichiamolo mai!
POSITIVITA'
L'espatrio non è facile, vivere in Inghilterra non è sempre facile. Ci sono cose belle e cose brutte nell'esperienza di vita qui. Se mi soffermassi solo sulle brutte, non ne uscirei sana di mente. Il segreto è guardare il bello, dalla prospettiva giusta, e approcciare la vita all'estero con un'attitudine positiva.
In inglese lo chiama positive mindset, il modo di indirizzare i nostri pensieri verso il bello. Circondatevi di persone come voi, non fatevi trascinare da quegli italiani, che probabilmente incontrerete, che si lamentano di ogni cosa: che non c'è il sole come in Italia, che le case hanno la moquette, che il rubinetto doppio vi brucia le mani e che gli inglesi non baciano e abbracciano. Prendete il bello delle giornate fresche d'estate, imparate ad arrangiarvi senza bidè (vivo da ormai 16 anni senza, e sono ancora una persona pulita!) e provate a socializzare con gli inglesi, che anche senza baci e abbracci possono diventare ottimi amici.
CERCA DI CAPIRE
E' normale provare il culture shock quando si arriva in una paese straniero con una nuova lingua, un diverso stile di vita, un clima diverso e dei modi di fare diversi e non è detto che tutto il "nuovo" che ci troviamo ad affrontar ci piaccia. Quello che possiamo fare è però cercare di capire quello che per noi è diverso, entrare nel cuore della cultura del posto e vedere con occhi curiosi quello che ci circonda. Cercare di capire vuole dire aprirsi alla cultura inglese, studiarla, conoscere le sue tradizioni profondamente, con quell'apertura mentale tale da attenuare il senso di culture shock.
SPERIMENTA
Non possiamo pretendere di trovare le stesse cose che avevamo nella nostra vita precedente, in Italia, questo è un dato di fatto. Tante cose sono diverse qui in Inghilterra. Posso fare l'esempio del cibo: gli ingredienti, i prodotti, non sono gli stessi, potremmo stare qui ore a piangerci addosso. La soluzione è sperimentare: fate entrare nella vostra cucina nuove pietanze, comprate libri di cucina inglesi o di altre cucine etniche, andate a fare dei corsi di baking.
SII PAZIENTE
Potrai aver letto, esserti documentato, esserti preparato al meglio, ma ci vorrà comunque tempo per ambientarti in Inghilterra. Essere pazienti è il segreto. Essere pazienti nelle relazioni: non diventerete amici con gli inglesi dal giorno due, ma ci vorrà tempo e anche un po' di fortuna, unito a un buon approccio e al giusto modo di porsi.
Essere pazienti nel capire come funzionano le cose qui: l'insieme di regole non scritte degli inglesi e le regole comportamentali di educazione ci metteranno un po' per diventare totalmente vostre. Attenzione, non vi sto dicendo che bisogna cambiare, ma semplicemente bisogna rispettare alcuni modi di fare tipici di questa cultura. Il non rispettare la coda e dimostrarsi impazienti mentre si è in attesa, è, per esempio, un atteggiamento non visto bene qui.
Come il non dire please alla fine di una richiesta, può suonare maleducato. Insomma, tante piccole cose che, con pazienza, diventeranno un po' abitudine per voi. Ci saranno ovviamente giornate no, in cui certi processi, certi modi di fare, proprio non li capirete e vi sentirete persi. Non mollate, e non fatevi influenzare da quell'evento specifico, guardate oltre e datevi tempo per capire ed abituarvi. La pazienza è tutto.
MIGLIORA IL TUO INGLESE
Avevo 9 in inglese alle superiori, ho preso 30/30 all'esame di inglese all'Università, ho fatto un paio di esperienze in Inghilterra da ragazza, ma niente, l'inglese non era quello che avrei voluto fosse quando sono arrivata qui. Sarà stato il confronto con i miei figli, divenuti fluenti in inglese dopo pochi mesi e con un accento british da fare invidia, che mi ha spinto, fin da subito, a fare di tutto per migliorare la conoscenza della lingua inglese.
Saper parlare bene in inglese è una delle cose fondamentali per non farsi travolgere dal culture shock. Puoi comunicare con facilità con gli inglesi, puoi gestire ogni questione burocratica ed organizzativa senza problemi, puoi leggere libri in lingua inglese e prenderne tutto il bello che ne deriva, puoi rimetterti in gioco magari frequentando un master o corso universitario.
Per cui, dedicatevi al miglioramento della conoscenza dell'inglese, approfondite lo studio della fonetica inglese(avere figli in età scolare è un grande vantaggio da questo punto di vista) e se avete voglia e tempo, iscrivetevi a qualche corso d'inglese, per stranieri, nella vostra città (quelli organizzati dal Council o dalle biblioteche sono, di solito, abbordabili e un'ottima occasione di interazione).
DISCONNETTITI
Il primo espatrio a Dublino l'ho vissuto con un piede in Irlanda e un piede in Italia. Ogni mese avevo un volo prenotato per rientrare a casa, passavo il tempo a circondarmi di italiani e a mantenere i contatti, morbosamente, con gli amici rimasti a casa. Ero giovane ed ero al primo espatrio, posso tranquillamente ammettere che sono cambiata e il modo di vivere all'estero, adesso, è totalmente diverso. Siamo sempre connessi ai nostri cari in Italia, ma la casa per noi adesso è qui.
Se in espatrio dedichi il tempo solo a coltivare i contatti con chi è rimasto in patria, sentirai ancora più la mancanza di casa e lo shock culturale sarà ancora più forte. Disconnettiti un po' con tutto quello che è casa e immergiti nell'esplorazione e conoscenza della nazione che ti ospita. Prova a passare una vacanza in Inghilterra, al posto di tornare per forza in Italia. Provaci almeno una volta, non dico sempre, sono la prima a capire il bisogno di andare a trovare amici e parenti.
OSSERVA CURIOSO
La curiosità e lo spirito d'osservazione non fanno altro che renderci più ricchi. Osservate la cultura che vi circonda, fatevi avvolgere dalle novità, dai nuovi modi di fare, leggete, guardate la televisione locale e cercate di comunicare con la gente del posto. Se osserverete con curiosità, anche il culture shock ve ne sarà grato!
VIAGGIA, SCOPRI
Partite, viaggiate, esplorate. Chi mi segue nel blog da un po', sa bene quanto io ami questa terra. L'Inghilterra è qualcosa che non ti aspetti e che vale la pena d'essere vissuta.
Indubbiamente, il viaggiare nel paese che ti ospita, in espatrio, aiuta ad apprezzare quella che è la tua nuova casa, a capirne di più le tradizioni e a creare quei ricordi indelebili che solo le esperienze in viaggio sanno fare! Prova a metterti in una sorta di forma mentale del "approfittane intanto che sei qui", perché magari la tua esperienza di espatrio in Inghilterra sarà solo per un determinato periodo e non puoi farti scappare l'occasione di scoprire tutto il bello che questa terra ha da offrire.
INFORMATI PRIMA DI PARTIRE
Ricordo bene le serate infinite passate a fare ricerche online, su tutti gli aspetti della vita in Inghilterra, da stranieri: il costo della vita a Londra, gli affitti, il sistema scolastico e il sistema sanitario, la tassazione etc. Avevo creato una tabella con tutti i link utili e un documento in cui annotavo le informazioni più rilevanti.
Non avevo fatto lo stesso per il trasferimento in Francia e la differenza si è sentita. Eravamo arrivati in Francia, dall'Irlanda, senza esserci informati troppo sulla tassazione, per esempio, e la prima dichiarazione dei redditi fu una batosta; non mi ero documentata sul sistema scolastico e la scuola non era decisamente adatta ai miei figli; non avevamo fatto troppe ricerche sul costo della vita ed abbiamo passato anni difficili economicamente.
Insomma fu un trauma, un vero shock culturale, sotto tanti punti di vista. Sbagliando si impara, dicono, e noi abbiamo imparato. L'esserci informati prima di trasferirci in Inghilterra è stato fondamentale per il nostro processo di integrazione. E non mi sono informata solo sui blog o siti in italiano, anzi, sono andata alla ricerca di testimonianze di francesi, spagnoli, irlandesi che vivono in Inghilterra, prendendo con le pinze le loro opinioni e leggendo con attenzione le loro esperienze, senza mai perdere di vista poi i siti ufficiali per le informazioni pratiche. Ho evitato tutti quei video, quegli articoli, che erano palesemente guidati da preconcetti e stereotipi, che non avrebbe aggiunto nulla di nuovo alla mia ricerca.
E' da queste riflessioni condivise con voi e, in particolare, da questo ultimo punto, che è nata l'idea delle mia collana: VIVERE IN INGHILTERRA - GUIDE PRATICHE DI MAMMA FAR AND AWAY inaugurata con l'uscita del primo volume "Tutto quello, o quasi, che un genitore dovrebbe sapere" e che ha come obiettivo quello di aiutare chi medita un trasferimento in Inghilterra, chi vive già in Inghilterra o chi semplicemente è curioso di sapere come si vive in questa parte di mondo.
Più informazioni avrete sulla cultura inglese, sulle abitudini e i modi di fare, sulle regole e sulla vita qui in generale, meno lo shock culturale sarà forte. Meno forte sarà lo shock culturale, più potrete apprezzare tutto il bello che c'è e rendere la vostra esperienza di vita all'estero una meravigliosa avventura!
Quando ci siamo trasferiti in Inghilterra nel 2014 avrei voluto avere tra le mani un libro come quello che ho auto-pubblicato, un libro che mi desse una quadro completo di quello che dovevo aspettarmi dall'espatrio in Inghilterra con bambini.
Cambiare nazione con figli al seguito è un'esperienza particolarmente impegnativa. Non devi solo pensare alle cose da adulto come il lavoro, le tasse, la ricerca della casa, il conto in banca etc. ma devi anche gestire tutti gli aspetti che riguardano direttamente i bambini come la scuola, le amicizie, il medico di famiglia, la loro integrazione e la nuova lingua.
E' un periodo in cui il bisogno di natura è sempre più forte. La mente è troppo spesso invasa da brutti pensieri e da preoccupazioni profonde per il difficile momento storico che stiamo tutti vivendo. Diventa vitale per noi evadere e immergersi nel bello dei luoghi inglesi che ci circondano, consapevoli di quanto la natura faccia bene a corpo, anima e umore.
L'autunno è arrivato prepotente in Inghilterra, come ogni anno. Porta con sé i colori meravigliosi, ma anche tanta pioggia, il cielo grigio e le ore di buio in aumento esponenziale.
Ogni stagione qui in Inghilterra porta con sé le sue tradizioni e l'autunno non è da meno. Una delle esperienze che grandi e piccini adorano letteralmente è andare nelle fattorie a raccogliere le zucche.
In inglese la chiamano PYO, che sta per pick-your-own e consiste nell'andare a raccogliere con le proprie mani le zucche nei campi delle fattorie nella campagna inglese pagando un piccolo contributo, oltre al costo della zucca che si sceglie di acquistare.
La distanza, quella cosa con cui ho imparato a convivere da tanti, tanti anni. All'inizio tanto sofferta poi piano piano accettata, capita e gestita.
Credo che i tanti anni di espatrio siano stati un'ottima palestra per gestire la distanza "forzata" da famiglia e amici e mi abbiano fatto trovare preparata per l'inatteso lockdown causato dal Covid-19 in questo 2020.
Rivederli nelle loro divise mi ha fatto un certo effetto, sorridenti ed emozionati di poter tornare a scuola in questo settembre 2020, ma allo stesso tempo un po' preoccupati per quello che li attende.
Sono mesi che teniamo le distanze da tutti, che rispettiamo le singole regole imposte da questo lockdown qui in Inghilterra.
Abbiamo parlato chiaramente ai nostri figli, fin dall'inizio, di come funziona questo virus, come si trasmette, che precauzioni è giusto utilizzare e tutte queste spiegazioni gli sono servite per accettare il nostro stare lontani dagli altri e il mantenere il "social distancing", il distanziamento sociale.
Sono stati bravi, sono stati maturi e responsabili, non si sono mai lamentati, hanno imparato a giocare al parco con i loro amici tenendo le distanze, hanno sempre fatto attenzione all'igiene delle loro mani senza bisogno che gli dicessimo di farlo, hanno capito perché serve usare le mascherine e come usarle ed hanno accettato il "remote learning" impegnandosi e dando veramente il 100%.
Poi arriva la notizia che le scuole riaprono, per tutti, in settembre (qui le scuole non hanno mai chiuso del tutto, sono rimaste aperte per i figli dei "key workers" cioè i lavoratori chiave, tipo medici, infermieri, postini, dipendenti di supermercati etc.).
Eccoci quindi qui, pronti a riprendere una certa normalità ricordandoci però che la pandemia non è finita (anzi, proprio ieri sera, 6 settembre, sono stati comunicati i 3000 nuovi contagi in un giorno qui nel Regno Unito) e con tutte le regole di questi ultimi mesi ben chiare in testa i miei figli si ritrovano a tornare a scuola, nelle loro classi di 30 compagni, senza nessun tipo di distanziamento sociale, senza mascherina.
E visto che non sono "scemi", mi hanno palesemente chiesto come sia possibile e come faranno a tenere le distanze "mamma, possiamo mettere la mascherina?".
In teoria potrebbero, ma sarebbero gli unici, nemmeno tutto il personale scolastico le usa (solo pochi casi) e la mascherina serve solo se tutti la usano.
Ci sono delle incongruenze che non mi tornano: il governo continua ad invitare la popolazione a essere cauti con slogan del tipo "Wash hands. Cover face. Make space" (Lava le mani. Copri il viso. Mantieni le distanze) oppure "Stay alert, control the virus, Save lives" ma poi obbliga tutti gli studenti a rientrare a scuola, tutti insieme, appassionatamente, un po' come se niente fosse e questo un po' ci destabilizza.
D'altro canto il governo inglese vuole fare ripartire queste scuole a tutti i costi, per tutti, perché sembra che il danno fatto dalle scuole chiuse sia più grande di quello fatto dal covid stesso (avevo parlato in questi post sulla situazione covid qui in Inghilterra).
limitare il contatto con le persone che sono malate e assicurarsi che chi ha sintomi di Coronavirus (covid-19) sia isolato (non vada a scuola) così come tutti i membri della famiglia con cui vive,
porre più attenzione al lavaggio delle mani che deve essere effettuato regolarmente,
seguire l'approccio del "catch it, bin it, kill it" (quando starnutisci o tossisci copri il viso con un fazzoletto, butta via il fazzoletto),
pulizia delle superfici scolastiche più frequente,
minimizzare il contatto tra individui dove possibile, premettendo che è impossibile fare il distanziamento sociale a scuola.
Le scuole si sono trovate quindi a creare delle procedure e protocolli che portino al rispetto di questi obiettivi. Le linee guida del governo parlano chiaramente del fatto che non è possibile tenere distanza sociale nell'ambiente scolastico e che le scuole devo agire per "bubbles".
Le bubbles sono "le bolle" di bambini che interagiscono tra di loro senza rispettare la distanza sociale. Mia figlia di 9 anni che frequenta la quinta elementare ha una bolla di 30 bambini, la sua classe, in più all'intervallo interagisce con gli altra 60 bambini delle altre due classi di quinta.
I miei ragazzi in High School avranno come "bubble" il loro "Year Group" cioè tutto il Year10 per mio figlio maggiore (tutte le classi del decimo anno, una sorta di prima superiore) e tutto Year8 (una sorta di seconda media) per mio figlio minore, un totale di 240 alunni per Year Group.
Che misure di igiene stanno adottando le scuole inglesi per prevenire la diffusione del virus?
Invitano i bambini a lavarsi le mani più spesso e a usare il gel antibatterico messo a disposizione nelle classi, nei corridoi, nella palestre
le superfici che vengono toccate dai bambini vengono pulite regolarmente così come le maniglie delle porte, interruttori, lavandini etc.
più attenzione alla ventilazione delle stanze e le porte verranno lasciate aperte dove possibile Ovviamente queste misure possono cambiare da scuola a scuola, visto che è tutto molto a discrezione dei presidi.
I bambini resteranno per la maggior parte del tempo nella loro classe, eventi che prevedevano il raggruppamento degli alunni come Assembly, workshop etc. non ci saranno più.
Le assistenti alla maestra potranno lavorare con diverse classi, così come le insegnanti di ginnastica, questo per lo meno nella scuola primaria di mia figlia. In altre scuole so che le assistenti alla maestra lavorano sempre con lo stesso gruppo di bambini, ma questo credo dipenda dalla disponibilità di personale scolastico che la scuola ha a disposizione.
La distanza tra bambini non è quindi menzionata, anzi viene fatto chiaramente presente ai genitori che il "social distancing", cioè il distanziamento sociale, non è proprio possibile mantenerlo in un ambiente come quello scolastico e che tra i bambini e gli insegnanti non è possibile mantenere il metro di distanza.
Viene però chiesto ai genitori di mantenere le distanza all'esterno della scuola e per evitare assembramenti all'entrata e all'uscita hanno messo in atto ingressi scaglionati (nella scuola primaria di mia figlia per ordine alfabetico dei cognomi, in modo tale che famiglie con più figli debbano andare a scuola a lasciare i bambini solo una volta evitando di rimanere nel cortile per troppo tempo; in altre scuole entrano per classi).
Viene inoltre richiesto che i bambini siano accompagnati da un solo genitore e che questo segua il "senso unico" nel cortile per arrivare davanti alla classe del proprio figlio. I bambini più grandi, da Y4 in sù sono invitati a entrare da soli dal cancello, camminando fino alla loro classe.
La routine scolastica in primaria ai tempi del covid è simile a come era prima, con più enfasi data all'igiene e con meno attività extra che prevedano assembramenti di bambini di diverse classi.
Anche l'intervallo viene fatto scaglionato ed i bambini mangiano in classe. Quelli che portano il pranzo al sacco da casa mangiano insieme ai bambini che hanno il pranzo della mensa, perché quest'ultimo viene portato direttamente in classe in vassoi singoli per ogni bambino che ha ordinato il pranzo caldo (in alcune scuole la mensa non è in funzione per esempio).
I banchi non sono più in gruppo (cosa tipica della scuola inglese) ma sono girati verso la maestra e ci sono due bambini per banco (questo nella scuola di mia figlia). Ogni bambino ha un piccolo box con dentro gli oggetti di cancelleria solo suoi, da non condividere con altri.
Per adesso non si parla di gite scolastiche e uscite varie. I famosi e amatissimi club dopo scuola non ci sono per adesso.
In queste prime settimane di scuola viene posta un'attenzione particolare all'aspetto emotivo del rientro a scuola dei bambini di primaria, cercando di spiegare loro bene le nuove regole e facendoli familiarizzare con le nuove procedure in atto nell'edificio scolastico.
Viene poi dedicato tempo al recupero di quello che magari è stato "perso" durante il "remote learning", cioè durante i mesi di didattica a distanza e viene offerto extra supporto ai bambini più in difficoltà.
Da questo punto di vista voglio fare un elogio immenso alla scuola primaria inglese, per lo meno a quella di mia figlia.
Hanno condiviso con noi genitori un piano chiamato di "recovery" con l'obiettivo di supportare tutti i bambini nel loro rientro a scuola e assicurandosi che si sentano felici e sicuri a scuola. In questo noi genitori dobbiamo ovviamente aiutare, motivo per cui le mie perplessità me le tengo dentro e non le esterno ai miei figli! La collaborazione genitori-scuola è fondamentale in queste situazioni. Così in queste prime settimane la scuola punterà alla ricostruzione delle relazioni sociali tra bambini e tra bambini e personale scolastico, lavorerà sulla consapevolezza della situazione attuale e sulla comprensione da parte dei bambini di quello che sta succedendo, cercherà di puntare sulla ricerca della felicità dei bambini e sulla loro consapevolezza di cosa gli rende felici, lavorando molto sulle emozioni e la loro condivisione. Ovviamente la "resilienza" sarà un argomento caldo in questi mesi!
Nelle scuola secondaria dei miei figli è stato fatto firmare un "codice di comportamento" dopo che il loro tutor ha spiegato per filo e per segno le nuove procedure.
In sostanza nella scuola superiore cercheranno di limitare gli spostamenti degli studenti, non faranno incrociare diversi Year Group usando un sistema di ingressi e intervalli scaglionati oltre che la divisione proprio fisica dei diversi Year Group.
Molte scuole secondarie inglesi si sviluppano in "blocchi", cioè edifici separati e questo permette di riservare un determinato edificio a un determinato numero di classi (se volete sapere come funziona la scuola secondaria superiore inglese potete leggere questo post).
Le regole di igiene sono le stesse della primaria così come l'obbligo di stare a casa da scuola in caso di sintomi da covid-19 (e l'isolamento di tutti i membri della famiglia dello studente).
In classe non dovranno girarsi ma guardare sempre avanti ed evitare assembramenti nei corridoi ma fare l'intervallo nelle aree appositamente indicate per questo e non è autorizzato toccare i compagni. Tutto suona così strano e surreale e non del tutto "safe" se posso permettermi una critica.
I miei figli sono contenti, avevano bisogno di tornare a scuola, di rivedere i loro compagni, di "rindossare quella divisa", di ritrovarsi faccia a faccia con i loro insegnanti, ma rimane quella forte incertezza che credo ci accompagnerà per tanto tempo.
Mi raccontano di come procedono le loro giornate con entusiasmo, con sincerità "mamma io le mani me le sono lavate solo una volta con l'acqua, però ho usato il gel", con un po' di timore "mamma, ma posso metterla la mascherina se mi fa sentire più al sicuro?" e cerchiamo di "navigare a vista" tutti insieme, sperando bene, perché non è che ci resti molto altro da fare.
Il casino inizierà quando i malanni di stagione con sintomi simili al Covid faranno capolino tra gli studenti delle scuole e magari ci ritroveremo di nuovo tutti e 5 bloccati a casa senza sapere esattamente come continuare con la scuola, visto che non è stato momentaneamente citato il "remote learning".
Day by day, mi ripeto ogni giorno, solo questo mindset mi può aiutare insieme a un po' di fortuna!
Aggiornamento al post, Settembre 2021: tutte le misure precauzionali raccontate in questo post sono state completamente tolte e il rientro a scuola è stato come ai tempi prima della pandemia, potete leggere della situazione in questo post.
In una sera di settembre di qualche anno fa ero seduta nella grande sala comune della scuola secondaria inglese "High School"che frequentano i miei figli qui in Inghilterra per assistere alla presentazione del programma scolastico.
Sappiamo cosa vuol dire vivere su un'isola e provare quel senso di dipendenza dall'aereo, quella "schiavitù" del dover volare per poter andare in Italia, con annessa stressante ricerca delle tariffe giuste (viaggiare con tre bambini/adolescenti non è proprio economico!), della compagnia aerea giusta, dell'aeroporto giusto e via dicendo.
Abbiamo vissuto in Irlanda per 5 anni, dal 2004 al 2009 e da più di 6 anni siamo su un'altra isola, quella di Albione, la Gran Bretagna.
Abbiamo la fortuna di vivere nella parte sud dell'Inghilterra, vicino ad aeroporti importanti come Heathrow e Gatwick, ma anche vicino a Folkestone, il punto di partenza dello shuttle/treno dell'Eurotunnel.
"Che giochi portiamo mamma?" Appena cominciamo a preparare le valigie per la partenza iniziamo anche a pensare a che giochi portare. In casa abbiamo l'imbarazzo della scelta: alcuni scelti e comprati prima di qualche viaggio particolare, altri ci sono stati regalati da chi ci conosce bene e sa che amiamo giocare tutti insieme, non solo in vacanza.
Nei vasi davanti alle casette colorate londinesi, nei giardini delle ville di campagna inglese, nelle morbide colline d'Inghilterra: la lavanda colora anche l'estate inglese.
Camminare tra i filari di lavanda è una di quelle esperienza da non perdere se si visita l'Inghilterra d'estate.
Da quando è iniziato questo lockdown alcune abitudini famigliari sono cambiate e altre si sono rinforzate.
Una di queste è il nostro circle time. Nonostante siamo in casa tutto il giorno, tutti e 5 insieme, abbiamo comunque qualcosa di cui parlare in quel lettone che è un po' la tana per tutti prima di andare a dormire.
Una delle cose che abbiamo amato fin da subito dell'Inghilterra è l'accessibilità ai suoi spazi verdi, le sue foreste, i boschi e i grandi parchi. Tutto è ben organizzato e la scelta di attività da fare all'aperto è veramente ampia.
Molti si chiederanno come sia possibile, vista l'idea che si ha del clima inglese. Ecco, non fatevi influenzare dal clima, che infondo non è poi così male. Vi assicuro che qui non ci saranno due goccioline di pioggia o un po' di gradi in meno a fermarci dall'andare in canoa, campeggiare nella foresta, camminare tra sentieri selvaggi o pedalare nei boschi. Come diceva il famoso fondatore degli Scouts Robert Baden-Powell "Non esiste buono o cattivo tempo, ma solo buono o cattivo equipaggiamento", questo è indubbiamente il motto di questa terra!
Si narra che la Regina Vittoria (imperatrice del XIX secolo) avesse quello che qui in Inghilterra chiamano "sweet tooth" (letteralmente dente dolce), insomma era particolarmente golosa e sembra che il personale addetto alle cucine della residenza reale di Windsor fosse costantemente occupato nel soddisfare il suo appetito.
E' in epoca vittoriana che la pratica dell'Afternoon Tea ha iniziato a diventare una delle tradizioni più radicate del Regno Unito.
Io, mio marito ed i miei figli non varchiamo la porta di casa dal 16 di marzo.
Se ripenso a quei giorni all'inizio del nostro isolamento volontario mi sale un po' di ansia.
Avevo scritto nel blog di come la situazione era stata presa con leggerezza dal governo e delle nostre paure; paure che ci hanno portato ad iniziare la quarantena prima che tutto il paese entrasse in lockdown.
Nei mesi di pandemia in cui i miei ragazzi hanno dovuto fare quello che in inglese chiamano Remote Learning, le mie doti di tutor sono tornate indubbiamente utili.
Chi mi segue da tanto nel blog sa bene quanto mi sia sempre impegnata per supportare i miei figli nel loro percorso scolastico qui in Inghilterra. Dalle prime fasi dove non parlavano inglese in cui, in collaborazione con le maestre magnifiche che hanno avuto, li ho aiutati a "prendere il volo con la lingua" il più in fretta possibile fino ad ora, che sono alle prese con esami e test e spesso necessitano d'essere seguiti e supportati.
Ho sempre avuto una passione esagerata per i diari e adoro collezionare ricordi: dalle foto ai video, dai disegni dei bambini alle loro liste dei regali di Natale, dalle cartine dei nostri viaggi alle pagine dei diari di viaggio di tutti noi.
Durante i mesi di pandemia in cui siamo stati in lockdown i miei figli hanno fatto quello che qui chiamano "remote learning". Non lo definirei "homeschooling", visto che gli insegnanti fornivano il materiale di studio per gli alunni che da casa si collegavano e svolgevano le attività richieste dai lori docenti.
Sia mia figlia, che era in quarta elementare, che i miei due figli maschi che sono nella scuola secondaria"high school", avevano giornalmente un programma da seguire con lezioni proposte in slide o video da seguire ed esercizi da fare.
Le scuole avevano comunicato che non avrebbero assegnato compiti per non caricare ulteriormente i genitori e gli studenti, che già passano buona parte del giorno sui libri e al computer. In quella fase un po' delicata per le famiglie, con i figli a casa tutto il giorno e con lo stress e le preoccupazioni del "lockdown", abbiamo trovato che ci sia stata tanta attenzione per l'aspetto emotivo e psicologico dei ragazzi e consapevolezza dell'impatto sui genitori del "remote learning".
Nei giorni in cui noi avevamo già iniziato l'isolamento, prima ancora che le scuole ufficialmente chiudessero, mi ero organizzata sistemando e catalogando tutti i siti che potevano tornare utili nella fase di "scuola a casa" anche grazie a qualche scambio di consigli tra amiche italiane con figli scolarizzati qui in Inghilterra.
Da questo punto di vista la scelta di siti in inglese per fare materie come matematica, arte, lingua, scrittura, scienze etc. è più che ampia e considerato il tempo che ho speso per testarli, provarli e usarli con i miei figli, ho pensato di scrivere questo post e condividerlo con voi della mia community Far and Away. Sono sicura che questi siti in inglese potranno tornare utili a tutti coloro che cercano attività in lingua inglese per i propri figli.
I siti per giochi e attività scolastiche in inglese sono davvero tantissimi, di seguito vi propongo quelli che usiamo di più dandovi qualche indicazione per ciascuno.
Alcuni di questi siti hanno ampliato l'offerta di materiale ultimamente, proprio per andare incontro alle richieste dei genitori che si ritrovano a gestire homeschooling o remote learning in questo periodo di pandemia ed hanno bisogno di diversificare l'offerta di attività per i loro figli che magari studiano da casa.
Uno dei siti internet più utilizzato dalle maestre inglesi è Twinkl.co.uk. Io lo uso da anni, da quando viviamo qui in Inghilterra, per scaricare materiale utile per approfondire certe tematiche che i ragazzi trattano a scuola. In questo sito ricco di attività e schede in inglese da far fare ai bambini troverete una classificazione per età e per argomenti.
Troverete la sezione ESL, che sta per English as Second Language, ricca di attività in inglese per bambini che hanno l'inglese come seconda lingua.
La sezione EYFS (Early Years Foundation Stage) offre attività in inglese per i bambini piccoli fino ai 5 anni di età.
La sezione KS1 (Key Stage 1) propone attività per i bambini della scuola primaria, dalla prima elementare alla seconda elementare.
La sezione KS2 (Key Stage 2) offre risorse dalla terza elementare all'ultimo anno di primaria. La sezione KS3/4 (Key Stage 3/4) si occupa delle scuole medie e scuole superiori.
Potete registrarvi gratuitamente, ma troverete che non tutti i documenti scaricabili sono disponibili, alcuni richiedono la sottoscrizione a pagamento. Vedrete che comunque vi basterà tutto il materiale disponibile gratis.
Topmarks è un sito che propone giochi online e schede d'attività in inglese per insegnanti e genitori. Nella homepage troverete il motore di ricerca del sito, potete scegliere la materia oppure selezionare la fascia d'età del bambino, tenendo presente che Early Years è fino più o meno i 5 anni, che KS1 è da 5 a 7/8 anni, che KS2 va dai 7/8 ai 10/11 anni, KS3 dagli 11 ai 14, KS4 dai 14 ai 18. Il sito in certi casi vi ridirige verso altri siti internet in inglese di giochi e attività relativi alla vostra ricerca. E' con uno dei giochi di TopMarks che mia figlia ha imparato a menadito le tabelline giocando, questo il link al gioco chiamato Hit the Button.
Per gli amanti di libri per bambini in inglese, ma non solo, OxfordOwl è il sito della casa editrice Oxford University Press che propone attività legate al mondo della lettura in inglese e attività di scrittura e anche di matematica. Sono di questa casa editrice i famosi libri per bambini per iniziare a leggere in inglese più usati, quelli della serie Oxford Reading Tree che potete trovare qui. Le fasce di età coperte vanno dai 3-4 anni ai 10-11 anni. Troverete anche ebook in inglese da ascoltare gratuitamente nella sezione Free eBook Library, un'ottima attività da fare per insegnare la giusta pronuncia in inglese ai bambini.
Nel sito IctGames troverete giochi educativi in inglese per bambini dai 5 agli 8 anni. Ci sono giochi online ma anche schede da stampare nella sezione Printable.
Il sito che i miei figli hanno usato di più per imparare bene la fonetica inglese, Teach your Monster to Read lo consiglio da anni a tutte le amiche che mi chiedono quali strumenti usare per insegnare l'inglese ai loro figli con la pronuncia corretta. La fonetica è alla base di tutto e questo sito la insegna ai bambini giocando. Createvi gratuitamente un account e lasciate che vostro figlio venga trasportato nel mondo della fonetica inglese. Lo consiglio dai 5/6 o 7 anni anni in poi, quando il bambino riconosce già le lettere dell'alfabeto inglese ed è pronto per impararne i suoni corretti.
Un sito gratuito gestito da un'organizzazione no profit che ha come missione quella di fornire gli strumenti per educare gratuitamente. La prima cosa da fare è creare un profilo "Parent" e poi potrete accedere all'infinito materiale messo a disposizione dei genitori per i propri figli, dalla matematica alla scienza, da informatica a economia per tutte le età. Qui le classificazioni seguono il sistema scolastico americano, per cui tenete presente che per esempio il 3rd Grade è quello dei bambini di 8-9 anni.
Il sito ABCYA offre una vasta gamma di giochi educativi per bambini dai 3/4 anni a 11 anni. Anche qui la divisione è fatta in base al sistema scolastico americano, tenete quindi presente che Grade 1 è per bambini di 6-7 anni. Nel sito troverete giochi in inglese legati alla fonetica e alla grammatica, ma anche tante attività di matematica. Nella sezione Holiday ci sono invece giochi a tema vacanze.
Eccolo qui il nostro sito preferito, quello in cui ci perdiamo spesso a giocare, soprattutto in questo periodo di isolamento nel quale ci sembra bello coltivare le nostre passioni e imparare cose nuove.
Il sito di geografia World Geography Games per bambini propone giochi in lingua inglese per imparare le nazioni del mondo, in diverse sezioni. Se si sceglie per esempio la sezione "Europe Games" troverete tutti i giochi per imparare le nazioni europee, le bandiere e poi, per alcuni stati, le regioni.
Nella sezione più ampia "World" ci sono giochi per imparare i nomi delle nazioni, le bandiere, gli oceani e i fiumi, gli strati della crosta terrestre e tanto altro. Insomma una vera risorsa per gli amanti della geografia e dei giochi da fare magari tutti insieme in famiglia. Con i miei figli ci siamo promessi di imparare tutte le nazioni del mondo e la loro localizzazione prima della fine dell'isolamento, ce la faremo?
Che dire, il sito del National Geographic Kids in inglese è uno spettacolo! Un mix incredibile di letture, attività, quiz, esperimenti, concorsi e scoperte; della serie ce n'è per tutti i gusti. Essendo in lingua inglese tenete presente che la conoscenza della lingua qui è basilare, visto che è un sito rivolto a bambini un po' più grandicelli e con una buona padronanza della lingua inglese.
Ognuno di noi 5 in casa ha un account Duolingo, c'è chi lo usa per imparare lo spagnolo o altre lingue e chi all'inizio lo usava per approfondire la conoscenza dell'inglese nei primi mesi in cui eravamo qui ed i bambini ancora non sapevano parlare inglese. Usare duolingo è un buon modo per migliorare la conoscenza dell'inglese o addirittura iniziare a conoscerlo. La App è gratuita e pensata come un vero e proprio gioco che con la ripetizione e memoria visiva riesce a far memorizzare il vocabolario della lingua che si sta imparando.
Se siete alla ricerca di materiale per insegnare l'inglese ai vostri bambini partendo dalla fonetica, nel mio shop trovate quello che fa al caso vostro, dai libri per le prime letture in inglese, alle carte per giocare con l'inglese fino ai libri musicali. Sono tutti prodotti scelti con cura e selezionati attentamente per aiutare i genitori alle prese con il bilinguismo italiano-inglese dei loro bambini:
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