Tempo di bilanci scolastici e vacanze

Ci stiamo avvicinando alla fine di un altro school term (trimestre) qui in UK e anche questo e' volato. 

Da quando vivo qui ho sempre la sensazione che i giorni, le settimane, i mesi vadano piu' velocemente. 
Sembra che il tempo mi sfugga di mano e non mi basti mai per fare tutto quello che vorrei.
 
Alterno momenti di iper-energia a momenti di stanchezza pura che, per come sono fatta io, non accetto e mi sto antipatica da sola. 

E' stato un term intenso, fatto di tantissime attivita' per i bambini e di molto impegno per tutti.


Devo ammettere che ho mollato un po' la presa, ho smesso di comprare mille libri di fonetica e fare la mamma-maestra perche' ho realizzato che il mio supporto aveva raggiunto gli obiettivi sperati e le mie energie erano a terra.

Li ho aiutati, li ho sostenuti ed ora vanno con le loro gambe. 

Sono passati sette mesi dall'inizio della scuola e proprio in queste settimane ho scoperto che i bambini sono ormai bilingue (trilingue se pensiamo al francese che e' li' in standby nella loro testolina!). 
crescere bambini bilingue

Come ogni term c'e' stato il momento del colloquio con le maestre. 

Con largo anticipo la scuola comunica le date nelle quali le maestre riceveranno i genitori, mandano a casa un foglio in cui mettere la fascia oraria preferita oppure ti permettono di registrarti online. 

Vengono concessi 10  minuti, non si sgarra, non ci sono ritardi, non ci sono eccezioni (salvo casi particolari che pero' vanno comunicati con largo anticipo), sono 10 minuti, scanditi da un cronometro e that's it.
 
Il messaggio della maestra prima del colloquio
 
In quei 10 minuti ho scoperto che i miei bimbi forse non hanno piu' bisogno di tutto quell'aiuto che gli davo, che hanno raggiunto grandi traguardi, che il loro inglese va alla grande e che in alcune materie sono arrivati al cosidetto "national average". 

Sono fiera di loro, sono fiera di quei piccoli eroi e sono affascinata dalle loro testoline ricettive.

Sicuramente li ha aiutati il fatto di essere gia' bilingue, di avere gia' una predisposizione mentale all'apprendimento di altre lingue. 
Sicuramente gli stimoli non gli sono mancati e nemmeno il supporto di mamma e Babbo.





E' passato il tempo giusto per poter rientrare finalmente in Italia a trovare le nostre famiglie.

Dico "giusto" perche' se fossimo rientrati in Italia pochi mesi dopo il nostro arrivo sicuramente uno dei tre avrebbe potuto dire "ma perche' al posto di vivere in inghilterra non veniamo a vivere qui vicino ai nonni?". 

C'e' un primo periodo d'adattamento nel quale ritengo giusto non spostare i bambini, non farli tornare indietro, ne' da dove sono venuti ne' da dove forse amerebbero andare.

Ci vuole uno stacco netto, per lo meno all'eta' dei miei bimbi.

Il nostro stacco netto c'e' stato e siamo pronti a tornare in Italia.

Al rientro non ci chiederanno di certo "rimaniamo a casa nostra?" perche' noi una casa in Italia non l'abbiamo. 

Noi siamo nati come famiglia all'estero, io e Babbo ci siamo innamorati a Dublino e da li' insieme siamo partiti ed e' iniziata la nostra vita come famiglia. 
Siamo nomadi, ci sentiamo tali, ci sentiamo delle radici molto deboli, a livello di "da dove veniamo", ma molto forti a livello di "chi siamo e chi amiamo". 

Certe volte penso sia una fortuna sentirsi cosi' liberi, sentire che "casa" e' dove siamo noi cinque e sapere comunque che le nostre famiglie ci accoglieranno sempre a braccia aperte.

Nonni e zii arriviamoooooooo a mettere casino nella vostra quotidianita'! 

vivere in inghilterra libro