Viaggiare con i bambini: ci vuole autoironia!

Quali sono le caratteristiche che i genitori devono avere per riuscire a viaggiare serenamente con i bambini?

Quando parlo di "viaggi con bambini" intendo quel giusto equilibrio tra scoperta, avventura e divertimento, non intendo di certo un all inclusive, la baby sitter serale o miniclub per capirci.

Il riposo lo contemplo poco perché di fatto non è quello che cerchiamo quando partiamo per un viaggio con i nostri tre figli, anche perché cercare una cosa impossibile sarebbe da stupidi!

Se l'essere genitore ci mette a dura prova ogni giorno, nella normale routine, non è certo diverso quando si è in viaggio, anzi, in certi casi è pure peggio perché fuori dalla nostra "comfort zone". 

Gli imprevisti con loro sono all'ordine del giorno, le mani spesso non bastano, soprattutto se di figli ne hai più di uno, e non è sempre bello, meraviglioso, stimolante, incredibile come spesso ci fanno credere coloro che condividono sempre foto meravigliose di bambini in viaggio felici, sorridenti, puliti, vestiti bene, pettinati e in pose idilliache. 

Qualche volta è faticoso, qualche volta è stressante, qualche volta ti viene da urlare "la prossima volta ti lascio dai nonni" (idea spesso accolta con un "yeah mamma! che bello!") ma è sempre un momento di crescita personale, di condivisione di emozioni e di creazione di ricordi indelebili, da riguardare poi con il sorriso sulle labbra e con tanta, tanta autoironia
La stessa autoironia che ti serve nei momenti di panico, nei momenti difficili, in quelli di difficoltà, che ti portano a fare squadra e riderci sù!


Ci sono esperienze di viaggio che ti mettono più a dura prova di altre: quando i bambini sono piccoli sono prove fisiche, di resistenza, di pazienza, quando sono più grandi sono prove psicologiche (avete già provato a viaggiare con un adolescente?).

Lo ricordiamo bene il nostro weekend lungo sull'isola di Wight, nell'Inghilterra del sud, che ci ha messo a dura prova, ma grazie al quale ho avuto l'ispirazione giusta per scrivere questo post.

I nostri tre giorni di fuoco sull'isola ci hanno fatto ripensare a tutte le volte che qualcosa è andato storto prima o durante un viaggio, a tutto quello che ci siamo trovati ad affrontare e a quella maledettissima "legge di Murphy", quella legge conosciutissima da noi genitori che afferma che "per quanto sia improbabile che si verifichi un certo evento, entro un numero elevato di occasioni questo finirà molto probabilmente per verificarsi" (fonte wikipedia).

La conosco benissimo quella legge applicata alla vita da genitore, ne ho preso coscienza nel lontano 2006, poco prima della partenza per la nostra prima vacanza in tre a Fuerteventura, quando Lorenzo aveva 8 mesi e si prese la sesta malattia.
A quel tempo non sapevo che era solo l'inizio, che il "bello" doveva ancora venire, perché più i figli aumentano più le probabilità che la legge si verifichi aumentano!

Non sapevo che durante la nostra prima vacanza oltreoceano in Martinique, organizzata con Daniele nel pancione e Lorenzo di poco più di un anno, ci saremmo svegliati tutte le mattine alle 4 perché il jet lag a mio figlio avrebbe fatto un baffo e saremmo rientrati a casa più stanchi di quando eravamo partiti. 


Non sapevo che le peggiori piogge tropicali si sarebbero verificate proprio in quella settimana di febbraio (mese di alta stagione ai tropici per l'ottimo clima, dicevano!) nella quale noi volevamo scappare dal grigiume dublinese senza sapere che ci saremmo ritrovati sotto ai temporali della Martinica. 

E che quelle piogge arrivano all'improvviso, proprio mentre sei in spiaggia ed hai lasciato tuo figlio senza pannolino, tanto per fargli capire come funzionava il tutto, e lui decide di farti la peggio cacata mentre lo carichi in passeggino di corsa per rientrare in hotel a proteggerti dalla pesante pioggia tropicale!

Non sapevo che l'aria di mare avrebbe fatto eccitare così tanto i miei figli facendoli svegliare per un'intera settimana alle 5.30 in punto - non ho più fatto vacanze al mare dal 2008, il mare stanca, dicono!

Non contenti abbiamo deciso di avventurarci per la prima vacanza in 5 con un bel noleggio camper, con la piccola Paola di circa 4 mesi ed i due maschietti di 4 e 2 anni, direzione Disneyland Paris.

 
Febbre a 40 il giorno della partenza per Lori, durata 24 ore. 
Febbre a 40, due giorni dopo per Dani, perché il virus è giusto che si condivida, non siamo mica egoisti noi! 

Rinvio dell'arrivo a Disneyland Paris con conseguente lamentela continua: "quando andiamo a Disneyland?", "mamma quando arriviamo a Disneyland", "mamma voglio andare a Disneyland". 

Arriviamo a Disneyland Paris con talmente tanta pioggia che ci si allaga il camper, passiamo la giornata sotto a un ponto per evitare di iniziare a galleggiare.

Ritorna il sereno. 

Ci godiamo due giorni in giro per Parigi con un caldo storico, mai registrato, di 35 gradi all'ombra e noi splendidi a mangiare "street food" tanto per agevolare il virus gastrointestinale che si impossessa contemporaneamente di me e BabboGer. 

Scena da film horror di due genitori che vomitano nei prati del campeggio mentre i bambini piccoli giocano da soli e menomale che Paola in quel momento terribile dormiva serena!

Guardia medica che ci raggiunge in campeggio e punturone per BabboGer, mentre io continuavo imperterrita ad allattare la mia piccola di 4 mesi alla quale non fregava niente del mio virus.

Ecco, diciamo che quella vacanza è stata l'apice della "legge di Murphy". 

Ma non ci ha fatto desistere dal fare un'altra vacanza con il camper a noleggio due anni dopo, in Inghilterra e i conseguenti due on the road in camper negli Stati Uniti.

Non sapevo che i camper a noleggio potessero essere un cattivo affare e che, cercando di lavarti un piede nel lavandino del bagno, si potesse rompere trovandoci a pagare al noleggiatore 600 euro di danni (senza poter troppo ribellarci!) pensando alla fine che magari una vacanza in albergo ci sarebbe costata uguale, ma con minore fatica!

Non sapevo che uno dei miei figli sarebbe stato assalito da febbre, di quelle che stendono, proprio mentre si raggiungevano le impressionanti scogliere "Seven Sisters" nell'Inghilterra del sud. 


Non sapevo che i bisogni fisiologici, quelli "importanti", sarebbero arrivati nei momenti meno opportuni, mentre sei in contemplazione di un panorama da urlo, mentre il vento ti soffia nei capelli e provi quella sensazione di libertà e di pace e loro ti dicono "mamma mi scappa la cacca" e magari te lo dicono in 2 o 3 allo stesso tempo.

Ed il bagno nei paraggi, non c'è, non esiste!
Da allora non viaggio più senza sacchetti di plastica e scorta industriale di salviettine umide ed è uno dei motivi per cui amiamo alla follia viaggiare in camper: hai sempre un bagno pulito a disposizione!
 
Sono tanti gli aneddoti che hanno reso i nostri viaggi ancora più avventurosi e che avrebbero potuto sfasciare famiglie, far litigare coppie e far passare qualsiasi voglia di rimettersi in viaggio e rischiare di nuovo! 
Non è successo, siamo ancora qui, sempre vogliosi di partire con i nostri figli e a ridere sopra ai tanti ricordi di disavventura in viaggio. 

L'sola di Wight è indubbiamente quella che ci ricorderemo per tanto, tanto tempo.
Cos'è successo?

Siamo partiti un venerdì di maggio per tre giorni di vacanza - il mio regalo di compleanno - dopo settimane di lavoro intenso per BabboGer. 

Dani, il più "strong" della famiglia, colui che non si ammala da mesi e mesi, si sveglia con un po' di febbre.

Dai che partiamo lo stesso, sarà un virus di 24 ore e alloggiamo in appartamento!

Arriviamo all'isola di Wight, ci sistemiamo nell'alloggio. L'igiene in questo appartamento non era contemplata, tanto meno il riscaldamento che nonostante l'intervento del proprietario non accennava a partire e Dani aveva i brividi di freddo. 


I programmi vanno cambiati, tutte le cose da vedere nel mio piano vacanza cancellate e cerchiamo di goderci il bello dell'essere comunque in un posto nuovo tutti insieme.   

Cerchiamo!

Ci concediamo una cena al ristorante, minestrone per Daniele!
Lui non sembra migliorare ed a lui si aggiunge la piccola Paola che ci stupisce con un bel virus intestinale in piena notte, mentre l'altro delirava con la febbre quasi a 40. 

La domenica mattina la passiamo in ospedale per far visitare Daniele da un pediatra. 
Scoprono lo streptococco, ci rifilano un antibiotico e Daniele sembra star già meglio qualche ora dopo.
Decidiamo di andare a dare un'occhiatina alla famosa Alum Bay, uno dei luoghi più belli dell'isola. 

The Needles - Isola di Wight

Ma che fai, non scendi a passeggiare sulla scogliera!?

"Dani te la senti?

Lui energico come non mai, ci stupisce con la sua voglia di fare e vedere, ormai stufo delle sue ore di malattia. 
Camminiamo sulla scogliera, quei tre eccitati a mille per essere di nuovo insieme in forma a far casino. 

 
Poi l'imprevisto, quella frase che arriva nei momenti più inopportuni "mamma mi scappa la cacca?" e quando Daniele deve andare al bagno i secondi sono contati. 

Ci catapultiamo dentro al museo in cima alla scogliera, unico luogo in cui probabilmente un bagno è presente.

Io in testa al gruppo di famiglia, con Dani al traino tirato dalla mia mano ferma per farlo camminare più veloce, entro spingendo il cancelletto a molla, ma senza tenerlo, lasciandolo richiudersi dietro di me.

Il tonfo, lo schianto.

Il cancelletto, ad altezza testa di bambino, si schianta sulla fronte di mia figlia, che era simpaticamente dietro a mamma, mentre BabboGer e Lori qualche metro più indietro.

Bambina in lacrime, marito attonito per il mio "gesto" da madre sciagurata, io che prontamente tiro fuori la mia "trousse medica" e ricopro mia figlia con quintali di pomata d'arnica mentre Dani, dietro di me, mi chiama delicatamente, come per non disturbare il mio momento di gloria da infermiera.

"Mamma, la cacca!"
Corriamo al bagno, perché in quei momenti è la mamma che vogliono, chissà perché!?

Esco dal bagno come se avessi fatto una maratona, mi ci vuole un attimo per tornare a godermi quel luogo, quella vista, quella compagnia.

Qual'è il messaggio di questo post?

Che è bellissimo viaggiare - ne sono ancora convinta! -, che potrei consigliarvi mille cose da mettere in borsa, potrei parlare di quanto sia importante pedagogicamente viaggiare con i bambini, di quali giochi fare in viaggio, di che abbigliamento mettere in borsa, di come intrattenerli, ma che l'importante è essere pronti a tutto, avere un grande senso pratico e tanta, davvero tanta, autoironia, perché ciò che non distrugge fortifica.

E noi 5 ogni volta che rientriamo da queste avventure-disavventure ne usciamo più uniti di prima e pronti per il prossimo viaggio, ridendo di tutte le volte che la "legge di Murphy" ci ha fatto girare le scatole, ma ci ha reso anche più forti per affrontarla ancora, perché sappiamo che è sempre lì in agguato!

E se siete neogenitori non guardate troppo le foto sventolate nei social media di famiglie felici e perfette in viaggio, sappiate sempre che insieme a voi ci sono milioni di genitori che asciugano sederi nei posti più impensati, che hanno a che fare con crisi isteriche di bambini nel pieno dei "terrible two", di fratelli che litigano su quale posto occupare in auto, che si sono dimenticati il cambio vestiti proprio quando il figlio si è schiantato in una pozzanghera e che nonostante tutto continuano a viaggiare, non mollate, non cercate la perfezione e fatevi due risate!