Da piccola se dovevo passare da una stanza all'altra di casa accendevo tutte le luci, non ho mai guardato film horror e alcuni film di Harry Potter mi fanno paura, teschi e scheletri mi impressionano e IT mi terrorizzava.
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Dicono che certe passioni si tramandano di padre in figlio. Succede con il calcio, con la musica, con la cucina o quant'altro.
A noi è successo con i Lego.
BabboFarAndAway non ha passato solo il gene "io amo i Lego", ma pure i suoi mattonicini Lego in "carne ed ossa", tenuti con cura per 30 anni in una scatola e tirate fuori al momento giusto per i suoi figli.
Imparare una nuova lingua ridendo e con piacere è il mio nuovo motto e funziona.
Da quando viviamo in questa nuova casa la tv è staccata - per scelta - e non ci sono giochi perché abbiamo messo la regola che devono stare in camera.
Ci sono solo libri, i nostri e quelli della biblioteca.
Che a nessuna delle mie amiche venga in mente di chiedermi "allora quando torni al lavoro?".
Non ci penso nemmeno e, a dire il vero, non saprei nemmeno come fare.
Che la vita con tre figli fosse bella piena e' palese e aggiungendo che non sono tipa da "cleaning lady" - anche perche', povera cleaning lady, non avrebbe vita facile con me - e che non ho nemmeno la fortuna di avere nonni o parenti vicino per qualche saltuario aiutino, le mie giornate sono belle piene.
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Paese che vai tabelline che trovi!
Nel momento in cui i miei figli sono entrati nella scuola inglese abbiamo dovuto accelerare i tempi di apprendimento delle famose times tables, le tabelline in inglese.
Nei primi mesi di inserimento nella scuola non ci siamo quindi focalizzati solo sulla fonetica inglese, ma anche sulle tabelline. La matematica può risultare una materia facile e comprensibile anche per i bambini bilingue, ma non va sottovalutata. Ha un linguaggio specifico che i bambini stranieri devono comunque assimilare.
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Li lascio la mattina, dopo un forte abbraccio e qualche raccomandazione da mamma italiana, che corrono entusiasti verso la porta d'ingresso della loro scuola e solo per questo dovrei essere contenta.
Hanno iniziato la scuola inglese da pochi mesi, da quando lo scorso agosto ci siamo trasferiti in Inghilterra. Nonostante la loro apparente serenità non è facile, stiamo ancora percorrendo tutti insieme questa strada in salita con tanti dossi che ci destabilizza ogni tanto.
E' faticoso, l'ho già detto.
E' stressante, l'ho già detto.
E' psicologicamente devastante, l'ho già detto.
E' fisicamente debilitante, l'ho già detto.
Un trasloco organizzato in poche settimane da una nazione straniera a un'altra è roba da matti, senza aiuto, senza pausa, senza respiro e con tre bambini.
Ci siamo tuffati qui, ci siamo immersi anima e corpo in questa nuova vita ed il tempo ci sta volando presi da tutto il nuovo che c'è.
Mi hanno detto "Don't worry".
Mi hanno chiesto "Does your son speak at home?" - quasi preoccupate del fatto che il bambino non aprisse bocca in classe.
Mi hanno tranquillizzato dicendomi che ci vuole pazienza.

Lasciatemelo fare un post di parte, un post del tipo "inno alle donne" ed in particolare alle donne expat.
Ho passato un weekend bellissimo, quasi per festeggiare inconsciamente il mio primo mese qui in UK.
Ho cenato venerdi' sera con 5 donne stupende, provenienti da diverse parti d'Italia, alcune al primo espatrio, altre no.
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Il mio rapporto con il bilinguismo è sempre stato molto naturale.
Io per prima sono cresciuta bilingue, senza che i miei genitori ci facessero troppo caso o si facessero troppi problemi.
Mia mamma mi ha sempre parlato in francese, perché lei, nonostante sia 100% italiana, è cresciuta in Francia, ha fatto le scuole in Francia e le veniva più naturale chiamarmi Fabienne che Fabiana e parlarmi in francese piuttosto che in italiano.
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