Vivere in Inghilterra: 10 cose da fare per ridurre lo shock culturale

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    TRASFERIRSI E VIVERE IN INGHILTERRA

    Trasferirsi in Inghilterra e decidere di viverci può essere una scelta difficile, complessa, soprattutto per chi è alla prima esperienza d'espatrio e per chi quella scelta l'ha presa, magari, per necessità, guidato da bisogni lavorativi, familiari ed economici, che l'hanno portato via dall'Italia.

    Lasciare la propria casa, i propri affetti, le proprie abitudini e, quella che qui definirebbero, la propria comfort zone, può essere scioccante.
    Si chiama appunto culture shock, lo shock culturale, e si riferisce all'esperienza emotiva di sconforto, ansia, preoccupazione, disagio, depressione o confusione che si prova nel momento in cui ci trasferiamo e iniziamo a vivere in una nazione diversa da quella di origine.

    L'ho provato sulla mia pelle, non mi vergogno di certo ad ammetterlo, quando sono partita con un biglietto di sola andata, da sola, per Dublino nel 2004.
    Avevo 26 anni, ero reduce, fortunatamente, da altre brevi esperienze all'estero negli anni delle superiori e dell'Università, ma non sono stata comunque esente dal provare il culture shock.

    Lo shock del cibo, così diverso da quello a cui ero abituata, lo shock della prima volta che sono finita in ospedale per un'emergenza, lo shock del vivere in case in affitto che non erano di certo accoglienti come quella che avevo lasciato, lo shock di alcuni modi di fare degli irlandesi che non riuscivo a capire, lo shock di un nuovo ambiente lavorativo e di infinite regole nuove.

    Da quel 2004 ne è passata di acqua sotto i ponti ed il mio modo di affrontare l'espatrio e percepire il culture shock è indubbiamente cambiato, a tal punto da non sentirlo quasi per niente adesso che viviamo in Inghilterra. Ci sono alcune qualità che mi hanno aiuta ad affrontare al meglio la vita alle porte di Londra con la mia famiglia, tra cui l'umiltà.

    L'esperienza di vita in Irlanda, dal 2004 al 2009, e in Francia, dal 2009 al 2014, mi hanno indubbiamente aiutato ad arrivare qui preparata, consapevole di cosa poter fare per ridurre quello shock culturale, che può davvero destabilizzare e rovinare l'esperienza dell'espatrio.

    Io amo vivere all'estero, chi mi segue da un po' deve averlo percepito!
    Non credo potrei fare a meno della mia condizione di italiana in Inghilterra: amo il fatto che i miei figli stiano crescendo come veri e proprio Third Culture Kids, amo il poter interagire con altre persone parlando lingue diverse, amo il poter continuamente approfondire la mia conoscenza della cultura inglese, della lingua inglese e non solo, amo poter scoprire sempre posti nuovi, amo guardarmi da fuori e vedere il mix che sono diventata e amo tutto quello che l'esperienza da espatriati ha dato, in termini di apertura ed elasticità mentale, alla mia famiglia.

    So benissimo che non per tutti è cosi, sfortunatamente.
    So bene quanto il modo di percepire e vivere l'espatrio dipenda da quello che ci siamo lasciati alle spalle. Se "quello" era una bella casa in Italia, con tanti amici intorno, con gli affetti familiari nella porta accanto, con tradizioni e radici ben salde e magari l'amore passionale per il caldo, il sole e i tuffi al mare, allora lo shock culturale del vivere in Inghilterra potrebbe farsi sentire forte e chiaro, insieme alla forte nostalgia di casa (quello che qui chiamano homesickness e che rende pienamente l'idea!).

    Ci sono alcune cose che possiamo fare per ridurre questo shock culturale e che mi hanno permesso di vivere un'esperienza di vita all'estero, qui in Inghilterra, in particolare, molto piacevole e serena.
    Fateci caso, provateci, inseritene una a una nella vostra vita e vedrete che vivrete l'espatrio in modo più positivo e il vostro trasferimento in Inghilterra sarà molto più facile!

    BASTA FARE PARAGONI
    POSITIVITA'
    CERCA DI CAPIRE
    SPERIMENTA
    SII PAZIENTE
    MIGLIORA IL TUO INGLESE
    DISCONNETTITI
    OSSERVA CURIOSO
    VIAGGIA, SCOPRI
    INFORMATI PRIMA DI PARTIRE

    BASTA FARE PARAGONI

    Potrebbe venire spontaneo fare paragoni, ogni volta che si presenta davanti a noi qualcosa di diverso, sarà una tentazione quotidiana.
    La pizza con l'ananas, ma noi dai in Italia non si fa!
    Il bidè che non esiste, ma gli inglesi come fanno?
    La formalità di certi dialoghi con gli inglesi, ma gli italiani sono più socievoli!
    La fissa per le code, ma dai un po' di flessibilità e evasione!
    Potrei fare decine e decine di esempi, ma preferisco fermarmi qui.

    Fare paragoni non serve a nulla e non aiuterà a farvi ambientare in Inghilterra.
    Al posto di usare le energie nell'analisi di tutte le differenze, che potrebbero solo farvi innervosire, cercate di vedere l'opportunità di poter imparare cose nuove, di poter abbracciare nuove abitudini e farvi piacere quello che è diverso, ne guadagnerete in termini di crescita personale, ve l'assicuro.
    Ogni nazione ha i suoi punti di forza e i suoi punti di debolezza, ogni nazione ha i suoi pro e contro, non dimentichiamolo mai!

    POSITIVITA'

    L'espatrio non è facile, vivere in Inghilterra non è sempre facile.
    Ci sono cose belle e cose brutte nell'esperienza di vita qui. Se mi soffermassi solo sulle brutte, non ne uscirei sana di mente. Il segreto è guardare il bello, dalla prospettiva giusta, e approcciare la vita all'estero con un'attitudine positiva.

    In inglese lo chiama positive mindset, il modo di indirizzare i nostri pensieri verso il bello. Circondatevi di persone come voi, non fatevi trascinare da quegli italiani, che probabilmente incontrerete, che si lamentano di ogni cosa: che non c'è il sole come in Italia, che le case hanno la moquette, che il rubinetto doppio vi brucia le mani e che gli inglesi non baciano e abbracciano. Prendete il bello delle giornate fresche d'estate, imparate ad arrangiarvi senza bidè (vivo da ormai 16 anni senza, e sono ancora una persona pulita!) e provate a socializzare con gli inglesi, che anche senza baci e abbracci possono diventare ottimi amici.

    CERCA DI CAPIRE

    E' normale provare il culture shock quando si arriva in una paese straniero con una nuova lingua, un diverso stile di vita, un clima diverso e dei modi di fare diversi e non è detto che tutto il "nuovo" che ci troviamo ad affrontar ci piaccia. Quello che possiamo fare è però cercare di capire quello che per noi è diverso, entrare nel cuore della cultura del posto e vedere con occhi curiosi quello che ci circonda. Cercare di capire vuole dire aprirsi alla cultura inglese, studiarla, conoscere le sue tradizioni profondamente, con quell'apertura mentale tale da attenuare il senso di culture shock.

    SPERIMENTA

    Non possiamo pretendere di trovare le stesse cose che avevamo nella nostra vita precedente, in Italia, questo è un dato di fatto. Tante cose sono diverse qui in Inghilterra.
    Posso fare l'esempio del cibo: gli ingredienti, i prodotti, non sono gli stessi, potremmo stare qui ore a piangerci addosso.
    La soluzione è sperimentare: fate entrare nella vostra cucina nuove pietanze, comprate libri di cucina inglesi o di altre cucine etniche, andate a fare dei corsi di baking.

    SII PAZIENTE

    Potrai aver letto, esserti documentato, esserti preparato al meglio, ma ci vorrà comunque tempo per ambientarti in Inghilterra.
    Essere pazienti è il segreto.
    Essere pazienti nelle relazioni: non diventerete amici con gli inglesi dal giorno due, ma ci vorrà tempo e anche un po' di fortuna, unito a un buon approccio e al giusto modo di porsi.

    Essere pazienti nel capire come funzionano le cose qui: l'insieme di regole non scritte degli inglesi e le regole comportamentali di educazione ci metteranno un po' per diventare totalmente vostre.
    Attenzione, non vi sto dicendo che bisogna cambiare, ma semplicemente bisogna rispettare alcuni modi di fare tipici di questa cultura. Il non rispettare la coda e dimostrarsi impazienti mentre si è in attesa, è, per esempio, un atteggiamento non visto bene qui.

    Come il non dire please alla fine di una richiesta, può suonare maleducato.
    Insomma, tante piccole cose che, con pazienza, diventeranno un po' abitudine per voi.
    Ci saranno ovviamente giornate no, in cui certi processi, certi modi di fare, proprio non li capirete e vi sentirete persi. Non mollate, e non fatevi influenzare da quell'evento specifico, guardate oltre e datevi tempo per capire ed abituarvi. La pazienza è tutto.

    MIGLIORA IL TUO INGLESE

    Avevo 9 in inglese alle superiori, ho preso 30/30 all'esame di inglese all'Università, ho fatto un paio di esperienze in Inghilterra da ragazza, ma niente, l'inglese non era quello che avrei voluto fosse quando sono arrivata qui.
    Sarà stato il confronto con i miei figli, divenuti fluenti in inglese dopo pochi mesi e con un accento british da fare invidia, che mi ha spinto, fin da subito, a fare di tutto per migliorare la conoscenza della lingua inglese.

    Saper parlare bene in inglese è una delle cose fondamentali per non farsi travolgere dal culture shock. Puoi comunicare con facilità con gli inglesi, puoi gestire ogni questione burocratica ed organizzativa senza problemi, puoi leggere libri in lingua inglese e prenderne tutto il bello che ne deriva, puoi rimetterti in gioco magari frequentando un master o corso universitario.

    Per cui, dedicatevi al miglioramento della conoscenza dell'inglese, approfondite lo studio della fonetica inglese(avere figli in età scolare è un grande vantaggio da questo punto di vista) e se avete voglia e tempo, iscrivetevi a qualche corso d'inglese, per stranieri, nella vostra città (quelli organizzati dal Council o dalle biblioteche sono, di solito, abbordabili e un'ottima occasione di interazione).

    DISCONNETTITI

    Il primo espatrio a Dublino l'ho vissuto con un piede in Irlanda e un piede in Italia. Ogni mese avevo un volo prenotato per rientrare a casa, passavo il tempo a circondarmi di italiani e a mantenere i contatti, morbosamente, con gli amici rimasti a casa. Ero giovane ed ero al primo espatrio, posso tranquillamente ammettere che sono cambiata e il modo di vivere all'estero, adesso, è totalmente diverso. Siamo sempre connessi ai nostri cari in Italia, ma la casa per noi adesso è qui.

    Se in espatrio dedichi il tempo solo a coltivare i contatti con chi è rimasto in patria, sentirai ancora più la mancanza di casa e lo shock culturale sarà ancora più forte.
    Disconnettiti un po' con tutto quello che è casa e immergiti nell'esplorazione e conoscenza della nazione che ti ospita.
    Prova a passare una vacanza in Inghilterra, al posto di tornare per forza in Italia. Provaci almeno una volta, non dico sempre, sono la prima a capire il bisogno di andare a trovare amici e parenti.

    OSSERVA CURIOSO

    La curiosità e lo spirito d'osservazione non fanno altro che renderci più ricchi. Osservate la cultura che vi circonda, fatevi avvolgere dalle novità, dai nuovi modi di fare, leggete, guardate la televisione locale e cercate di comunicare con la gente del posto. Se osserverete con curiosità, anche il culture shock ve ne sarà grato!

    VIAGGIA, SCOPRI

    Partite, viaggiate, esplorate. Chi mi segue nel blog da un po', sa bene quanto io ami questa terra. L'Inghilterra è qualcosa che non ti aspetti e che vale la pena d'essere vissuta.

    Indubbiamente, il viaggiare nel paese che ti ospita, in espatrio, aiuta ad apprezzare quella che è la tua nuova casa, a capirne di più le tradizioni e a creare quei ricordi indelebili che solo le esperienze in viaggio sanno fare! Prova a metterti in una sorta di forma mentale del "approfittane intanto che sei qui", perché magari la tua esperienza di espatrio in Inghilterra sarà solo per un determinato periodo e non puoi farti scappare l'occasione di scoprire tutto il bello che questa terra ha da offrire.

    INFORMATI PRIMA DI PARTIRE

    Ricordo bene le serate infinite passate a fare ricerche online, su tutti gli aspetti della vita in Inghilterra, da stranieri: il costo della vita a Londra, gli affitti, il sistema scolastico e il sistema sanitario, la tassazione etc. Avevo creato una tabella con tutti i link utili e un documento in cui annotavo le informazioni più rilevanti.

    Non avevo fatto lo stesso per il trasferimento in Francia e la differenza si è sentita.
    Eravamo arrivati in Francia, dall'Irlanda, senza esserci informati troppo sulla tassazione, per esempio, e la prima dichiarazione dei redditi fu una batosta; non mi ero documentata sul sistema scolastico e la scuola non era decisamente adatta ai miei figli; non avevamo fatto troppe ricerche sul costo della vita ed abbiamo passato anni difficili economicamente.

    Insomma fu un trauma, un vero shock culturale, sotto tanti punti di vista. Sbagliando si impara, dicono, e noi abbiamo imparato.
    L'esserci informati prima di trasferirci in Inghilterra è stato fondamentale per il nostro processo di integrazione. E non mi sono informata solo sui blog o siti in italiano, anzi, sono andata alla ricerca di testimonianze di francesi, spagnoli, irlandesi che vivono in Inghilterra, prendendo con le pinze le loro opinioni e leggendo con attenzione le loro esperienze, senza mai perdere di vista poi i siti ufficiali per le informazioni pratiche.
    Ho evitato tutti quei video, quegli articoli, che erano palesemente guidati da preconcetti e stereotipi, che non avrebbe aggiunto nulla di nuovo alla mia ricerca.


    E' da queste riflessioni condivise con voi e, in particolare, da questo ultimo punto, che è nata l'idea delle mia collana:
    VIVERE IN INGHILTERRA -
    GUIDE PRATICHE DI MAMMA FAR AND AWAY
    inaugurata con l'uscita del primo volume "Tutto quello, o quasi, che un genitore dovrebbe sapere" e che ha come obiettivo quello di aiutare chi medita un trasferimento in Inghilterra, chi vive già in Inghilterra o chi semplicemente è curioso di sapere come si vive in questa parte di mondo.

    Più informazioni avrete sulla cultura inglese, sulle abitudini e i modi di fare, sulle regole e sulla vita qui in generale, meno lo shock culturale sarà forte.
    Meno forte sarà lo shock culturale, più potrete apprezzare tutto il bello che c'è e rendere la vostra esperienza di vita all'estero una meravigliosa avventura!


    Ascolta l'episodio del Far and Away podcast


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