Lo chiamano "back to school" ed è il giorno in cui gli studenti rientrano a scuola. Ho salutato i miei ragazzi in giacca e cravatta mentre scendevano dalla macchina, non ho dovuto nemmeno ricordare loro "gel e mascherina, ce l'avete?" perché non serve più.
Ho lasciato Paola davanti a scuola in una ressa di genitori tutti ammassati al cancello in attesa che aprisse, in tanti vicini vicini a chiacchierare e molti a scambiarsi baci e abbracci dopo un'estate lontani.
Se penso che i baci e gli abbracci non sono mai stati una caratteristica degli inglesi, sembra quasi che questa pandemia ne abbia fatto accrescere il desiderio ed ora non ne possano fare a meno!
Vivere questi 18 mesi di pandemia da italiani in Inghilterra non è stato semplice, per niente.
Abbiamo assistito attoniti a come la pandemia si impossessava del nostro paese mentre qui c'era chi continuava a dirci che era solo un'influenza, abbiamo atteso con ansia che il governo prendesse in mano la situazione mentre i contagi salivano e tutti stavano a guardare, abbiamo sofferto la distanza e l'impossibilità di tornare dai nostri cari, abbiamo dovuto ingoiare decisioni e restrizioni prese con tanta leggerezza, troppo spesso faticando a capire quanto fosse il livello di protezione della salute dei cittadini.
Essere stranieri e bilingue, inoltre, ci ha permesso di avere una visione più ampia delle cose e documentarci su come la pandemia viene affrontata in altre nazioni, oltre alla nostra patria e alla nazione in cui viviamo.
Ne ho parlato in altri articoli del blog nei quali spiegavo la situazione del Covid in Inghilterra, fin dall'inizio.
Da agosto 2021 le cose qui sono cambiate ancora di più: tutte le restrizioni Covid sono state tolte, lasciando però ad ogni singolo cittadino l'uso del "buonsenso", una sorta di "noi abbiamo fatto il possibile, vi abbiamo dato il vaccino a tempi di record, adesso sta a voi e se qualcosa va storto, siete voi cittadini a non esservi comportati con buonsenso!" da parte di chi ci governa.
La campagna vaccinale è andata molto velocemente e sembra essere stata efficace, ma il numero di contagi rimane giornalmente alto, ormai da mesi, aggirandosi su numeri a 5 cifre, dai 30000 in su, mentre i decessi sono variabili. Potete consultare i dati ufficiali dei casi di Covid in tutto il Regno Unito in questo sito, se volete farvi un'idea della situazione: https://coronavirus.data.gov.uk/
Niente più distanziamento.
Niente più limite di numero di persone che possono incontrarsi al chiuso.
Niente più lavoro da casa, se non concesso dalle aziende stesse.
Niente più obbligo dell'uso di mascherine, ma il governo raccomanda ai cittadini di usarle nei luoghi affollati come sui mezzi pubblici, sempre affidandosi al buon senso dei singoli.
Niente più limiti o restrizioni per eventi, feste, matrimoni etc.
Niente più isolamento se uno dei famigliari con cui si vive ha il covid (se si è vaccinati o si ha un'età inferiore ai 18 anni e 6 mesi e altre esenzioni che potete trovare qui https://www.gov.uk/guidance/covid-19-coronavirus-restrictions-what-you-can-and-cannot-do#keeping-yourself-and-others-safe).
Niente più isolamento per gli studenti se in contatto con dei positivi.
Insomma, tutto sembra essere tornato come prima ed il Covid sembra essere trattato alla stregua di un virus da raffreddore.
Stanno riaprendo tutte le scuole in Inghilterra proprio in questi giorni e pure lì non ci sarà nessuna misura preventiva di contenimento della trasmissione del virus: niente mascherine, niente più "bubbles" (bolle, cioè gruppi di studenti che non si mischiavano con altri), niente distanziamento (quello nelle scuole inglesi non c'è mai stato come raccontavo nel post riferito alla scuola inglese ai tempi del covid).
L'unica cosa che stanno facendo è testare, con tamponi antigenici, gli studenti delle scuole secondarie prima dell'inizio della scuola e poi regolarmente.
Non c'è però obbligo di fare questi test covid, per cui essendo una cosa volontaria potete ben immaginare che l'affluenza non sia altissima.
La logica sembra quella che qui chiamano "hit and hop", cioè colpisci per forza il virus e spera che ti vada bene! Sembra davvero che "sperare" di non beccarlo sia l'opzione più attuale.
Insomma, è stato un po' un trauma rientrare dalle vacanze italiane e catapultarci in una realtà che sembra essersi dimenticata che siamo ancora in pandemia, che ha ripreso a fare tutto quello che faceva prima, senza nessun tipo di restrizione. Sembra che tutto sia finito, o per lo meno sembra che sia questo che vogliono credere.
Per chi come noi è stato sempre molto cauto e attento, è indubbiamente un trauma.
Come raccontavo qualche giorno fa nelle mie storie su instagram di aggiornamento sulla situazione in Inghilterra, la riapertura delle scuole fa sì che milioni di studenti non vaccinati (qui i vaccini per i ragazzi dai 12 anni sono ancora in fase di dibattito proprio in questi giorni), senza restrizioni e misure preventive portino in giro il virus inevitabilmente, mettendo ovviamente a rischio altre fasce di popolazione come i genitori, i nonni o coloro che non si sono potuti vaccinare (vorrei precisare che in Scozia e in Galles ci sono altre regole, definite dai rispettivi governi).
Come ben sapete la campagna vaccinale qui in Inghilterra è andata bene e sembra il motivo per cui tutto è ripartito come prima, come se il vaccino proteggesse al 100% e bastasse a debellare il virus.
Molti dicono che bisogna imparare a conviverci e questo lo condivido, ma allo stesso tempo trovo personalmente rischioso lasciare che i contagi salgano alle stelle come stanno facendo qui.
Sono sempre stata per le vie di mezzo e mi sarei sentita più tranquilla se qualche restrizione fosse stata mantenuta.
Le mascherine per esempio?!
Navigando nel sito ufficiale del governo britannico ho intravisto un link che rimanda al sito di NHS, il sistema sanitario nazionale. La pagina a cui rimanda si intitola più o meno così "come affrontare l'ansia per l'allentamento di tutte le restrizioni del lockdown", precisando che qui un lockdown stretto e rigido come quello italiano, per esempio, non c'è mai stato.
L'articolo è molto interessante e apre gli occhi sul fatto che molte persone possono sentirsi in ansia e preoccupate per il ritorno alla normalità con tutte le restrizioni non più valide, non più lì a proteggere gli uni con gli altri.
La pandemia è stata dura per tantissimi di noi, ha impattato sulla nostra salute mentale a diversi livelli e il ritorno alla normalità in questi termini non è semplice.
Vorrei fare la precisazione che qui, per ora, non esiste nulla di simile al Green Pass italiano, per cui se vai nei luoghi al chiuso ti puoi facilmente ritrovare in ambienti in cui nessuno usa la mascherina (o pochi) e senza avere la certezza che tutti siano vaccinati.
Io personalmente non mi sento ancora pronta a chiudermi in un pub o andare a teatro, ma probabilmente con il tempo lo farò; per ora vado al mio ritmo e rimango cauta.
Non sarà banale, perché tutto intorno sembra che la gente abbia altri ritmi e non sempre si trovano davanti persone empatiche che capiscono che ognuno ha affrontato tutto ciò in modo diverso e con approcci diversi.
Ci attende un autunno impegnativo, in cui dovremo imparare a prendere nuovi ritmi e adattarci a questa nuova situazione, che ci riporta indietro al pre-pandemia, il ritorno alla normalità, davvero?
Avevo scritto della pandemia che divide, questa divisione si fa sempre più grande.