Mia mamma prima che io partissi per l'Irlanda, nel maggio del 2004, non aveva mai preso un aereo e non era per niente una viaggiatrice accanita.
Adesso gira per aeroporti come se niente fosse, facendosi capire in italiano o in francese o a gesti, nel caso di bisogno.
E' stata la prima della famiglia a venirci a trovare a Dublino, ci ha aiutato nelle settimane post parto per tutti i miei figli, ci ha aiutato nei vari traslochi, tra cui quello in Francia e appena può viene a trovarci qui in Inghilterra.
Lei ha visto le tante case in cui abbiamo vissuto in tutti questi anni di espatrio, ha vissuto spesso insieme a noi le nostre diverse quotidianità e mi piace tanto quando lei mi dà le sue impressioni, il suo punto di vista e quando compara i vari luoghi nei quali ci ha visto vivere.
Mia mamma e mio papà, nonni di bambini espatriati, vengono chiamati affettuosamente Nonni Far And Away, per riprendere un po' il concetto delle distanza e lontananza da casa.
Oggi voglio condividere con voi le sue risposte ad alcune mie domande stimolanti, per vedere il nostro espatrio dal suo punto di vista, dal punto di vista di una persona che ci ama e che ci ha sostenuto in tutti questi anni. Questa è la Nonna Far And Away e il suo punto di vista:
Nonna Far and Away, hai tenuto il conto delle volte che sei venuta a trovarci?
Ricordo che a Dublino sono venuta almeno una decina di volte, insomma più o meno due volte all'anno.
Dublino mi piaceva, era tranquilla, la gente mi sembrava più calma rispetto all'Italia.
Mi faceva impressione la calma che c'era nel vostro condominio, non si sentiva una mosca volare (mamma??!! Stai tranquilla che a noi ci sentivano!).
In Costa Azzurra non mi piaceva troppo venire, sarò venuta anche lì un paio di volte all'anno, ma preferivo quando venivate voi da noi a Parma.
D'estate c'era troppo caldo, troppo cemento, non respiravo, non sentivo l'aria buona che sento qui in Inghilterra. Ho abitato in Francia tanti anni, ma la Costa Azzurra non mi sembrava lo stesso paese, non mi sentivo a mio agio quando vi venivo a trovare.
Noi vivevamo in Bourgogne e la gente era diversa, mi sembrava più gentile.
Da quando siete in Inghilterra sono venuta sei volte, oh però, in un anno e mezzo sono tante!
Dei nostri anni a Dublino e delle tue visite da noi, cosa ti piaceva e cosa no?
Mi piaceva la vostra vita tranquilla, Gerardo che alle cinque era a casa e aveva tanto tempo libero per stare con te ed i bambini. Anche quando andavamo insieme allo Shopping Centre sentivo una bella calma, quella che non vedo quando vado nei centri commerciali in Italia.
Il clima era un po' pesante, quel cielo grigio e quella pioggia frequente, anche se, io che soffro il caldo, ci stavo bene. Con i bambini però era limitante.
Non mi piaceva la lontananza.
Ricordo i pianti che mi sono fatta quando venivo via, non smettevo più sull'aereo. Dicevo al papà "com'e' lontano!" Adesso che siete qui in Inghilterra me lo fa meno perché ti vedo molto integrata, ambientata, ti vedo più matura, più grande rispetto al 2006 ed alle prime armi con il primo figlio.
Mi manca la domenica con i nipoti, mi manca preparargli la merenda, non averli vicino che mi vengo a trovare.
Penso però che, con la situazione che c'è in Italia, preferisco sapervi lontani ma con una vita tranquilla e tu con tutto il tempo che vuoi per i bambini.
Dei nostri anni in Francia cosa ti ricordi, di positivo e negativo?
Mi piaceva il fatto che eravate più vicini, venivate più spesso, con la macchina era tutto più semplice.
Anche noi venivamo più facilmente. Ricordo quella volta che vi abbiamo fatto la sorpresa arrivando una domenica mattina senza dirvi nulla. Ricordo il faccino di Dani stupito di vederci alla porta e le tue lacrime.
Non mi piaceva il "troppo di tutto": troppe macchine, troppo cemento, troppo caldo, troppa gente.
Gerardo non lo vedevo a suo agio, non parlando il francese per lui è stata molto dura. A te ti vedevo comunque ambientata, con le tue belle amicizie.
E' stato pesante il primo anno quando Lori si ammalava spesso e non riuscivate a trovare il dottore giusto per lui.
Mi ricorderò sempre il primo giorno di scuola di Lorenzo. Noi arrivammo la domenica e ricordo quanto avevi pianto dopo averlo lasciato in classe.
Ricordo il dolore per esserti fatta strappare il bambino dalle braccia e non aver fatto un minimo di inserimento.
Ricordo che tutto l'anno Lori non era stato bene a scuola, che anno difficile per lui e per voi! Dovevate traslocare subito e venire qui in Inghilterra.
Adesso che vieni qui in Inghilterra a trovarci, come ti sembra?
Mi piace qua, c'è tanto verde. Mi sembra tranquillo anche se, un po' come dappertutto, si possono incrociare facce brutte. Mi sembra che ti sei ambientata più in fretta rispetto alla Francia.
Le mamme che la mattina ti salutano sorridendo, quella che oggi si è affacciata dalla finestra mentre passavamo per salutarci, mi sembra molto positivo.
La casetta è un po' piccola, ma mi piace, le case inglesi sono molto diverse dalle case italiane.
Dimmi la verità, come fai con l'inglese?
Niente, non faccio niente, non parlo. Provo a far parlare il papà, ma mi sembra che anche lui non faccia tanto.
Oggi al negozio dove ho comprato la tazza da tè, mentre tu eri con i bimbi, ho dovuto chiedere al ragazzo di incartare la tazza per non farla rompere.
Non sapevo come fare ed allora ho fatto i gesti. Se leggo capisco un po', perché mi aiuto con il francese, visto che tante parole sono simili, ma se mi parlano non capisco niente.
Quali sono le cose che ti stupiscono quando vieni qui in Inghilterra?
Avendo lavorato tanti anni in un supermercato, mi guardo molto intorno quando vengo a fare la spesa con te.
Noto che ci sono tantissime nazionalità e gente di tutte le età, che lavorano insieme: una con il velo alla cassa, quel signore che avrà settant'anni che tiene in ordine davanti alle casse e tante cassiere tranquillamente sessantenni.
In Italia non vedo spesso cassiere cosi' "anziane".
Percepisco un'educazione maggiore, il saluto, la cortesia nei negozi, in giro.
Mi stupisco di come si vestono. Oggi ho visto gente con gli stivali e una con l'infradito, uno con la giacca di pelle e l'altra con il vestitino e nessuno si guarda. Cioè in Italia se ti vesti in un certo modo vieni guardato e anche forse criticato.
La fila la fanno benissimo qui, è quasi incredibile.
A Linate in aeroporto tante persone ci sono passate davanti per salire sull'aereo, qui non ho mai visto nessuno passare davanti nella fila. Oggi al festival a cui siamo stati tutti erano in fila negli stand del cibo, senza lamentele per la lunga attesa, che tranquillità!
La scuola mi piace, lo racconto spesso alle mie colleghe o alle mie clienti. Il grande prato, le piante intorno alla scuola è qualcosa a cui non ero abituata. Vedere i miei nipotini parlare in inglese, leggere, tradurci le parole, mi fa emozionare.
Trovo bellissima la divisa, mi piace che siano tutti uguali.
Spesso mi viene da dire ai bambini di coprirsi, o di mettersi la felpa ma mi sembra che loro siano già inglesi con quelle polo a maniche corte tutto l'anno senza canottiera.
Non mi piace vedere le bottiglie di birra o lattine nei bordi dei sentieri pedonali qua intorno.
Ultima domanda, com'è essere Nonna Far and Away?
E' bello, comunque, ma mi mancano i bambini e anche voi.
E' bello perché viaggiamo, noi che non abbiamo mai viaggiato, ma non è facile.
Ho sempre cercato di lasciarvi liberi, questa è la cosa più importante.
I bambini mi mancano tanto. Ci sono giorni o momenti particolari in cui sento una forte nostalgia e mi pesa averli così lontano.
Mancano le piccole cose quotidiane che vedo fare a tanti nonni italiani: andare a prenderli a scuola, portarli al parco, fare merenda insieme.
Mi dispiace tanto quando al supermercato vedo certi nonni scocciati trattare male i loro nipotini, io non so cosa darei per poter portare i miei bambini a far spesa con me!
Grazie Mamma, e non solo per le risposte!