I compiti nella scuola inglese: regole e approccio

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    compiti nella scuola inglese

    I genitori inglesi si lamentano per i troppi compiti nella scuola inglese?

    Quanti compiti danno nelle scuole in Inghilterra?

    Gli studenti inglesi hanno un carico di compiti pesante?

    In questo articolo (e nell'episodio del mio Far And Away Podcast) voglio raccontare della nostra esperienza relative alla quantità e qualità dei compiti a casa nella scuola pubblica primaria e secondaria qui in Inghilterra, dove viviamo dal 2014.
    I miei tre figli sono immersi nel sistema scolastico inglese, hanno frequentato la scuola pubblica primaria, la scuola secondaria pubblica, il Sixth Form College e ci stiamo immergendo nel mondo dell'università inglese.

    Tutte le scuole inglesi (o quasi), primarie o secondarie, hanno quella che viene chiamata Homework Policy, cioè una serie di regole definite dal management della scuola che regolano l'assegnazione dei compiti.

    La Homework Policy, cioè la serie di regole per l'assegnazione dei compiti a casa, viene condivisa dagli insegnanti con le famiglie e spiegata chiaramente agli studenti a inizio anno, oltre ad essere spesso presente nelle pagine del sito internet delle scuole.

    Queste regole per i compiti nelle scuole sono molto importanti per mettere "dei paletti", per fissare nero su bianco come e quando questi compiti verranno assegnati. Sono regole che gli insegnanti devono seguire e che gli studenti devono conoscere per poter gestire al meglio il loro tempo di studio a casa.

    La scuola inglese ha la caratteristica di puntare molto sull'autonomia dei bambini e dei ragazzi, ma per farlo è necessario dare a questi studenti gli strumenti e le regole che gli permettano di gestirsi in maniera sostenibile e compatibile con la loro età e i loro impegni.

    La nostra scuola secondaria inglese, per esempio, ha come regola che i compiti non possono essere dati da un giorno all'altro, ma l'insegnante deve dare almeno cinque giorni di tempo tra quando assegna il compito a quando lo studente deve consegnarlo.

    Inoltre, i compiti devono essere solo un "rinforzo" di quello che si è fatto in classe, non possono dare agli studenti dei compiti relativi a cose che in classe non sono state fatte o nemmeno nominate.

    I compiti devono quindi essere "fattibili", non devono mettere in estrema difficoltà il ragazzo, ma devono servire come ripasso o esercizio di quello che l'insegnante ha spiegato in durante la lezione.
    I compiti a casa devono puntare sulla qualità non sulla quantità e l'obiettivo finale di ogni compito assegnato deve essere chiaro allo studente.

    Le regole della homework policy vengono spiegate a inizio anno ai ragazzi e ai genitori, motivandole. Viene fatta proprio una riunione con i genitori in cui gli insegnanti illustrano quanto sia importante per gli studenti fare dei ripassi a casa, per fissare nella testa le informazioni che hanno ricevuto a scuola, ma senza che questi siano di un ammontare tale da mettere in grande difficoltà gli studenti.

    Per esempio, nella nostra scuola i compiti devono essere programmati per non durare più di 30 minuti o un'ora (a seconda della materia).

    Se lo studente dopo la mezz'ora prevista non ha terminato il compito, può scrivere all'insegnante spiegando le difficoltà che ha avuto e il perché non li ha finiti nel tempo previsto.
    A supporto di questi studenti, che magari faticano di più a portare a termine i compiti, ci sono dei cosiddetti Homework Club, cioè dei gruppi doposcuola (tra le 3.30 e le 4.30) che sono di supporto ai ragazzi che hanno bisogno di aiuto per fare i compiti. Ci sono degli insegnanti che a turno aiutano gli studenti.

    Queste regole chiare, precise e condivise permettono ai ragazzi di organizzarsi al meglio e di sforzarsi ad essere disciplinati per non ritrovarsi poi oberati di compiti.
    Questo fluire di assegnazione dei compiti e tempistiche fa sì che non ci siano mai i compiti assegnati all'ultimo minuto, quelli che mettono in difficoltà i ragazzi, che li fanno stare alzare fino a tardi o che fanno innervosire i genitori. Questo rende sicuramente la vita di noi genitori, soprattutto di chi come me ha tre figli o più, molto più semplice e meno stressante.

    Ovviamente, nel periodo degli esami nelle scuole inglesi le cose possono cambiare e la pressione si sente di più, ma devo ammettere che è molto gestibile. La scuola punta molto sul fatto che studiare un po' tutti i giorni sia meglio rispetto al concentrare lo studio solo prima di un compito o un esame.

    Queste homework policy funzionano benissimo in casa nostra, forse perché siamo genitori ricettivi, che credono nella collaborazione scuola-famiglia e che hanno ascoltato e recepito quelle regole e le abbiamo fatte nostre rispettandole e facendole rispettare dai nostri ragazzi. Nelle famiglie in cui i genitori sono poco presenti o non si interessano allo studio dei propri ragazzi, probabilmente le cose potrebbero andare diversamente.

    Il carico di compiti nella scuola inglese varia ovviamente dagli studenti più giovani ai più grandi, da scuola primaria a scuola secondaria e da scuola a scuola.

    La lettura è una parte importantissima di questi compiti e non manca mai. Non intendo però la lettura per "dovere", cioè l'insegnante che dice cosa leggere, ma soprattutto la lettura intesa per piacere, cioè il leggere un romanzo, una rivista, un racconto, una biografia o qualunque tipologia di libro per il gusto di farlo. I maestri, le maestre e i professori e le professoresse puntato tantissimo sulla forza della lettura, di quanto il leggere almeno 10 minuti al giorno (o più per i più grandi!) rinforzi e migliori le abilità di scrittura dello studente. Avevo parlato di questo aspetto in maniera approfondita in un articolo dedicato al come crescere bambini lettori.

    Sicuramente nella scuola inglese credono molto nell'impatto positivo dei compiti in particolare per gli studenti di secondaria.

    Ma che tipo di compiti?
    Quelli brevi e mirati, che siano direttamente legati al lavoro fatto in classe e puramente di revisione e che siano di aiuto per fissare in testa i concetti imparati durante la lezione.

    La qualità dei compiti è indubbiamente più importante della quantità. Un piccolo compito mirato, efficace, chiaro e magari pure divertente e interessante per lo studente/la studentessa risulterà sicuramente più utile di una valanga di compiti noiosi dati un po' a caso solo per rispettare il programma.
    Ci sono ricerche che provano che l'impatto positivo dei compiti diminuisce con l'aumentare del tempo che lo studente passa a farli. Provate a pensarci se siete genitori di ragazzi giovani a quanto, dopo un certo limite di tempo, i compiti possano diventare quasi una tortura!

    I genitori inglesi si lamentano dei compiti?

    La risposta è sì. Nonostante ci siano queste regole, nonostante l'ammontare dei compiti sia limitato, ci sono genitori che si lamentano e pure tanto!

    Devo ammettere che mi è capitato più di una volta di pensare "si lamentano perché non hanno idea di come sia in altri paesi! Se avessero provato la mole di compiti che avevo io da bambina o i miei figli quando erano nella scuola francese vedrebbero le cose sicuramente da un'altra prospettiva". Dipende davvero sempre dalle nostre esperienze passate e dal modo di vedere le cose.

    Mi è capitato invece, più di una volta, di sentire dei genitori italiani qui in Inghilterra lamentarsi dei pochi compiti della scuola inglese "danno solo quei libricini piccoli!".
    Io credo ci voglia una giusta via di mezzo, una quantità di compiti gestibile, che prediliga la qualità più che la quantità, che lasci comunque tempo ai ragazzi di dedicarsi ai loro hobby e le loro passioni extra scolastiche senza stress.

    Ma perché come compito davano "solo" dei libricini da leggere? Perché la lettura è uno dei più grandi pilastri dell'educazione britannica, e fin dai primi anni di scuola primaria i bambini vengono spronati a leggere ogni giorno, per almeno 10 minuti (tempo che poi aumenta con l'aumentare dell'età).

    Le scuole non sono obbligate a dare compiti, alcune non li danno, altre ne danno molti, dipende molto da scuola a scuola, parlo sia di private che di pubbliche. Ma il libro da leggere, scelto a piacimento dal bambino, non manca mai!

    L'ammontare di compiti e la tipologia variano molto da scuola primaria a scuola secondaria e noi l'abbiamo notato immediatamente quando i miei ragazzi sono passati da una all'altra.

    In primaria generalmente i compiti consistono in lettura, tutti i giorni, un po' di pratica con lo spelling (cioè il modo in cui si scrivono le parole, a attività necessaria per far sì che i bambini memorizzino il modo in cui le parole si scrivono) e poi piccole attività di matematica. Mentre la mole di compiti nella scuola secondaria inglese aumenta decisamente e certe volte gli studenti ci mettono un po' di tempo per abituarsi al passaggio.

    Secondo un report fatto da Ofsted nel 2018, più di un terzo dei genitori non crede che i compiti nella scuola primaria siano utili e per argomentare citano le battaglie e le litigate che devono fare con i proprio figli, soprattutto quelli con bisogni speciali, che segnalano anche seri danni all'autostima dei loro figli causati da homework inappropriati, che i bambini non riescono a fare in autonomia.

    I compiti sono una parte importante della vita scolastica di uno studente, in particolare nella scuola secondaria, in cui è un'opportunità per sviluppare un certo grado di indipendenza nello studio e nell'organizzazione, oltre ad aiutare nel perseverare e nell'impegnarsi per raggiungere certi obiettivi e acquisire una forte autodisciplina.

    Una cosa che percepisco nelle scuole inglesi è la forte consapevolezza di quanto il ruolo dei genitori sia fondamentale e gli insegnanti dei miei figli spesso mi hanno confermato quanto l'avere dei genitori coinvolti e consapevoli del lavoro che i loro figli devono fare a scuola o a casa, sia di grande aiuto. Gli insegnanti invitano i genitori a contattarli privatamente in caso di problemi, senza creare attrito tra professori e alunni.

    Ovvio che non dobbiamo e non possiamo sempre essere d'accordo con tutto quello che fanno i professori, ci sta che qualcosa non ci torni, ma esistono le email private, esiste la possibilità di chiedere un colloquio e generalmente gli insegnanti sono molto ben disposti in questo.

    I compiti non dovrebbero essere bannati così come non dovrebbero essere osannati, ma come in tutte le cose, una giusta via di mezzo sarebbe l'ideale.

    Come fare quindi a trovare il giusto equilibrio per l'assegnazione dei compiti agli studenti?

    Le scuole e gli insegnanti dovrebbero considerare alcuni fattori importanti:

    • prediligere la qualità dei compiti alla quantità
    • assegnare compiti che siano direttamente collegati al lavoro fatto in classe
    • definire e spiegare agli studenti l'obiettivo del compito
    • spiegare agli alunni chiaramente le conseguenze e i benefici del completare i compiti
    • aiutare gli studenti con homework club, per agevolare quelli che magari a casa non hanno un ambiente tranquillo, o hanno troppe distrazioni o hanno genitori che per varie ragioni non riescono a supportarli
    • verificare che i compiti abbiano avuto un impatto positivo sugli studenti

    Da mamma di tre ragazzi scolarizzati qui in Inghilterra, posso dire che l'approccio che la scuola ha usato e sta usando con loro combacia con il nostro approccio genitoriale e i risultati di questa sinergia si vedono.
    Sono grata a questo sistema scolastico per aver reso la mia vita da mamma sicuramente meno stressante di quella di alcune mie coetanee che combattono ogni giorno con questa mole di compiti infinita che non fa altro che mettere attrito in famiglia e genera ansia ai ragazzi e ai genitori.

    Sarebbe bello trovare la giusta via di mezzo che sia sostenibile per tutti.

    Ascolta l'episodio del Far and Away podcast

    Se siete curiosi di conoscere altri aspetti interessanti della vita da genitore in Inghilterra, vi consiglio il mio libro "Vivere in Inghilterra - Tutto quello, o quasi, che un genitore dovrebbe sapere"

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